[29/07/2010] News

Parchi in confusione

PISA. Ci si era chiesti da più parti perché i parchi non facessero notizia. Ora non passa giorno che non la facciano e nelle cronache nazionali. Purtroppo non sono buone notizie. E'come per gli eventi calamitosi; se ne parla ma c'è da stare poco allegri. E' quello che sta accadendo ai parchi e non solo a quelli nazionali che sono nell'occhio del ciclone.

I tagli d'altronde non riguardano solo i parchi e le aree protette. E' tutto un gran sforbicio dalle regioni, agli enti locali, alla polizia come alla sanità e alla scuola. Certo nel caso dei parchi colpisce e stupisce che per racimolare pochissime palanche -davvero spiccioli- si metta in crisi un comparto di così recente istituzione che ha richiesto un percorso politico, istituzionale e normativo lungo e travagliato. Ma anche per i parchi regionali che Calderoli voleva abrogare dovranno fare i conti con i tagli alle regioni e agli enti locali. E perché non ci siano dubbi sull'aria che tira basta vedere che in alcune regioni da poco passate in gestione alle forze di governo si stanno commissariando parchi istituiti da molti anni. Il che conferma che non è solo una questione -pur gravissima- di  tagli finanziari. I parchi a questa maggioranza proprio non piacciono. Manco li ricordano negli spot pubblicitari sul turismo. In Sardegna se Cappellacci sente parlare di parchi mette mano ..all'eolico. In Campania sono pronti i commissari. Nel Lazio non tira aria migliore né per i parchi né per la loro Agenzia. E qui i soldi non c'entrano. Come non c'entrano nella paralisi del Santuario dei cetacei. La belene come i cassaintegrati dell'Asinara possono evidentemente aspettare. D'altronde se per i parchi a Roma nessuno si sbraccia non è che i distretti idrografici pure alle prese con veri e propri disastri ambientali dal nord al sud non è che tiri aria migliore. Se i parchi ma anche le regioni li dimentichi -come è accaduto- anche preparando la conferenza nazionale sulla biodiversità è chiaro che c'è del marcio in Danimarca. Per carità prima di tutto bisogna riuscire ad evitare i tagli paralizzanti da cui dipende anche quel minimo di credibilità e di dignità per il ministro che conta meno della Brambilla. Ma è chiaro che si ripropone per le istituzioni come per le forze politiche un quesito di fondo; le politiche ambientali possono continuare ad essere gestite così?

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