[28/07/2010] News toscana

Una centrale a gas a ciclo combinato al posto della ex Radicifil di Pistoia

FIRENZE. Dalle calze da donna alla produzione di gas. E' questo il destino della ex Radificil, l'azienda nella cui sede di Pistoia fino a due anni fa, si produceva il filo di nylon 6,6 per le calze dei grandi marchi. Poi la crisi, la cassa integrazione e 137 posti di lavoro a rischio ed ora, almeno sul fronte occupazionale, la buona notizia.

Con la firma del protocollo d'intesa tra Regione, provincia e comune di Pistoia, organizzazioni sindacali e Associazione degli industriali e Repower produzione Italia spa (che si occupa di produzione e vendita di energia elettrica) sarà avviato un processo di reindustrializzazione per realizzare nell'area una centrale a gas a ciclo combinato da circa 120 MWe.

Non si tratta di vera riconversione ecologica dell'economia ma si è cercato comunque di salvaguardare la vocazione industriale dell'area e soprattutto l'occupazione. «Un lavoro di squadra - ha sottolineato l'assessore regionale alle attività produttive Gianfranco Simoncini - che ha messo insieme tutti i soggetti interessati, dalle istituzioni alle organizzazioni imprenditoriali, ai sindacati e che ha saputo lavorare in una prospettiva di sviluppo, tesa a salvaguardare i posti di lavoro ma anche capace di guardare oltre, gettando le premesse per ulteriori investimenti nell'area che potranno coinvolgere l'imprenditoria locale e riassorbire altri lavoratori fra quelli espulsi dal processo produttivo per colpa della crisi».

Soddisfazione è stata espressa anche dagli enti locali: «La firma del protocollo di quest'oggi è una notizia concreta e buona per il territorio di Pistoia che sta tutt'ora soffrendo le conseguenze di una crisi economica di dimensioni mondiali» ha dichiarato il sindaco di Pistoia, Renzo Berti e la presidente della provincia di Pistoia, Federica Fratoni ha aggiunto che il protocollo rappresenta «il primo passo di un percorso importante, finalizzato al recupero, sia pure ancora parziale, di un insediamento produttivo di grande valore come quello della ex Radicifil. E' il risultato di una sinergia che credo debba diventare un valido esempio da seguire per risolvere anche altri casi simili».

Sul lato operativo la società Repower entro sei mesi dovrà presentare un progetto per la realizzazione della centrale a gas e prevedere soluzioni tecnologiche in grado di garantire la salvaguardia dell'ambiente; inoltre la società si impegna anche a coinvolgere le imprese e la manodopera locale, anche nella fase di costruzione dell'impianto e, in particolare, ad assumere e far impiegare i lavoratori ex Radicifil e di altre aziende che hanno cessato l'attività.

«I nostri progetti spiccano per la grande attenzione verso l'ambiente e il territorio dove, anche grazie ad approfonditi studi architettonici e paesaggistici, riescono ad inserirsi in modo armonioso» ha dichiarato l'amministratore delegato Bocchiola. Vedremo, in ogni modo Repower oltre ad operare in Italia nel settore delle rinnovabili (possiede due parchi eolici in Basilicata e Sicilia) ha partecipato alla costruzione della prima merchant-line europea a corrente alternata non gestita da operatore nazionale, una linea interrata a impatto ambientale zero (dichiarano dall'azienda) che ha permesso di aumentare di 150 MW la capacità di trasporto tra Svizzera ed Italia.

Per quanto riguarda gli altri compiti previsti dal Protocollo d'intesa, la Regione cercherà di agevolare l'attrazione di insediamenti produttivi in modo da favorire la competitività della centrale. La provincia, cui è affidato il coordinamento del protocollo, metterà a disposizione i servizi per favorire l'incontro fra domanda e offerta di lavoro e per la riqualificazione e la formazione dei lavoratori e il comune faciliterà le procedure e gli adempimenti urbanistici.

 

Torna all'archivio