[27/07/2010] News

Un villaggio del Senegal contro la discarica di sabbie al piombo che hanno ucciso i bambini di Dakar

LIVORNO. La globalizzazione ha portato con sé la delocalizzazione, anche quella dei rifiuti pericolosi, un processo che si riflette anche all'interno dei Paesi destinatari delle scorie del nostro benessere, dove il processo di delocalizzazione dei rischi ambientali si trasferisce da città sempre più affollate (e che hanno già pagato il prezzo dell'inquinamento) verso le aree rurali che ancora ignorano i rischi di uno sviluppo tossico. Ma non sempre è così: come nel caso raccontato dal quotidiano senegalese Le Soleil: «E' davanti alla sede del loro Conseil rural che le popolazioni di Mont-Rolland hanno, attraverso una forte mobilitazione, protestato contro lo sversamento di 3.000 m3 di sabbie contaminate dal piombo. Secondo loro, più di 50 camion hanno già scaricato questo materiale nell'area del "centre d'enfouissement technique", situata a 4 chilometri dal villaggio». Per Yves Lamine Ciss, presidente della comunità rurale di Mont-Rolland, che ha organizzato la  manifestazione «Le popolazioni hanno preso coscienza del pericolo che costituisce questa sabbia contaminata dal piombo. Proviene dal quartiere Ngagne Diaw (Nella foto) di Thiaroye-sur-mer, a Dakar, noi sappiamo che questa sabbia ha fatto circa una ventina di morti e abbiamo dato l'allarme sulle conseguenze nefaste sul piano sanitario ed intellettivo».

Alla manifestazione di Mont-Rolland c'era anche Falilou Ndiaye, un esponente dell'Association des familles victimes du saturnisme in Francia (Afvs), che ha spiegato che «La trasmissione avviene in genere attraverso l'apparato digestivo e polmonare e che i bambini sono i più esposti». La gente dei villaggi di Mont-Rolland ormai sa che a Ngagne Diaw sono morti molti bambini avvelenati dal piombo e considerano inammissibile che questo pericolo venga semplicemente trasferito nella loro zona. 

Lamine Ciss sottolinea che «Il sito di interramento tecnico si trova sull'altopiano di Thiès dove l'acqua in inverno scende a valle fino alla pianura del lago Tamna. Anche il bacino di contenimento realizzato qui è alimentato da queste acque piovane. La cosa più grave è che la falda freatica, che ospita 13 pozzi che  alimentano di acqua potabile la città di Dakar e i suoi dintorni, si ricarica a partire da quest'acqua di ruscellamento. Questo per dire che inquinare quest'acqua con sabbia contaminata da piombo può avere delle conseguenze spiacevoli su un numero molto grande di senegalesi».

Gli abitanti dei villaggi chiedono alle autorità del Senegal di bloccare il trasferimento delle sabbie inquinate dal piombo a Mont-Rolland e di riportarsi indietro il materiale già conferito nella discarica. Yves Lamine Ciss ha detto che la gente é molto decisa nel proseguire la lotta: «Se lo Stato non lo farà, lo faremo noi al suo posto andando a scaricare questa sabbia a Thiès, al livello della strada di circonvallazione nord».

La tragedia dei bambini di Thiaroye-sur-mer è ancora più grande di quel che sanno i contadini impauriti e combattivi di Mont-Rolland: in due anni ne sono morti più di 30 per intossicazione da piombo  causata da un'attività di riciclaggio di pile e batterie usate che ha contaminato l'aria e il suolo.

Della cosa é stata portata all'attenzione dell'opinione pubblica occidentale in Francia dall'Afvs e dall'Association des paralysés de France che con Caritas Sénégal hanno reagito e sostenuto gli abitanti  del comune senegalese vicino alla capitale  Dakar, organizzando la loro difesa sul posto e allertando le autorità locali sui rischi che correva l'intera popolazione. Nel gennaio 2009, il presidente del Senegal Abdoulaye Wade, rispondendo finalmente agli appelli delle Ong, disse di aver trasmesso l'intero dossier al ministro dell'ambiente. Tre mesi dopo uno studio pubblicato da TerraGraphics Environmental Engineering fu inviato a diversi ministry del governo del Senegal. I documento evidenziava la situazione di pericolo in cui vivono centinaia di bambini e chiedeva di agire rapidamente, prima della stagione delle piogge. Solo allora si sono prese delle iniziative che però per le Ong «restano superficiali e il terreno rimane in gran parte pericoloso». La situazione si è infatti ulteriormente aggravata nell'estate 2009, quando l'area intorno a Dakar è finita sott'acqua a causa delle piogge torrenziali. Nell'agosto 2009 una missione dell'Afvs ha riscontrato «Lacune enormi in termini di sicurezza, di informazione e di salute». Nel settembre 2009 l'Ong francese ha inviato ai ministri senegalesi della famiglia, dell'ambiente e della salute numerose lettere che illustravano questa catastrofe ecologica e sanitaria, ma nessuno di loro g ha risposto.

Afvs nelle lettere ricordava che «all'inizio del 2008, l'Oms (Organizzazione mondiale della sanità, ndr) aveva reagito e l'Onu ha inviato degli esperti al fine di studiare il modo migliore per mettere fine a questa situazione. Anche l'Istituto  Blacksmith aveva cominciato a lavorare alla questione. L'Oms allora stimava due o tre settimane di lavoro fossero sufficienti per bonificare il sito, senza dover distruggere una sola casa, e l'Istituto Blacksmith si diceva pronto a stanziare dei fondi per condurre I lavori necessari. Il governo senegalese era al corrente di queste conclusioni. Ciò nonostante, la sua risposta é consistita nel considerare come necessaria una delocalizzazione di circa mille abitanti del quartiere, situato strategicamente a 200 metri dal mare». Le famiglie di Thiaroye si sono opposte ed a hanno accusato il governo di volersi appropriare di un'area appetibile per il turismo, si sono rifiutati di abbandonare le loro case e hanno detto che avrebbero fatto loro stessi i lavori di bonifica. Anche a Ngagne Diaw la gente si è organizzata per difendere gli interessi delle famiglie colpite: è stato istituito un Comité de santé ed un'associazione di donne che seguono da vicino gli sviluppi sanitari, legali ed ambientali della vicenda.

Dopo è venuta la decisione di risolvere un pezzo del problema prendendo la sabbia contaminata per portarla senza troppi problemi ai contadini di Mont-Rolland. Intanto gli ultimi dati dell'Oms parlavano di 51 bambini con forti disturbi ed ospedalizzati, ma in totale 950 persone sono state esposte direttamente al rischio dell'attività di riciclaggio di pile e batterie.

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