[26/07/2010] News

Nucleare: la Romania conta su Areva per costruire una centrale nella sismica Transilvania

LIVORNO. Intervistato dal giornale Adevarul, il ministro dell'economia rumeno Adriean Videanu ha detto che «La Romania conta sulle competenze del gruppo nucleare francese Areva per pianificare la costruzione della sua nuova centrale nucleare. Dovremmo assumere rapidamente una decisione sulla seconda centrale nucleare. Ecco perché contiamo sulle competenze degli specialisti francesi per la scelta di un sito».Quindi non solo Areva costruirà la centrale nucleare, ma deciderà anche dove farla.

Il governo di Bucarest ha indicato vari siti in Transilvania per costruire centrali nucleari ma Videanu ha spiegato: «Vogliamo che questi studi vengano convalidati dai nostri partner francesi prima di costituire una società per costruire questo progetto». Chissà se Areva fornirà chiavi in mano anche la Valutazione di impatto ambientale richiesta dall'Unione europea? E non è strano che un governo si spogli di ogni responsabilità per affidarsi ad un gigante nucleare come Areva che ha spesso dimostrato di fregarsene della salute della gente e dell'ambiente nei Paesi che le hanno permesso di fare quel che propone la Romania, cioè di realizzare centrali e miniere di uranio secondo i propri tornaconti economici?

L'avvio dei lavori per l'ampliamento della centrale nucleare già esistente di Cernavoda, nel sud-est della Romania erano previsti per il 2020, dopo avrebbe dovuto partire l'iter per la nuova centrale, ora rumeni e francesi sperano di anticiparli di 10 anni, il sospetto è che qualche passaggio sia stato saltato, speriamo solo che l'esempio da seguire non sia quello dell'Epr francese in costruzione in Finlandia con i suoi ritardi e le sue spese folli.

La Francia si è subito fatta avanti per collaborare al progetto di una nuova centrale nucleare nel Paese più povero e arretrato dell'Unione europea, e secondo l'ufficio del presidente francese Nicolas Sarkozy, il presidente romeno Traian Basescu ha subito promesso che Bucarest adotterà una «tecnologia europea». La gara sembrerebbe vinta in partenza, ma nessuno fino ad ora denuncia il puzzo di combine.

Di fronte a questa vera e propria irruzione neo-coloniale atomica francese nell'Europa dell'est (a proposito la Francia era grande amica anche del regime nazional-comunista di Ceausescu, proprio come l'Italia) fanno sorridere le assicurazioni di Videanu: «Una seconda centrale nucleare consentirebbe di aumentare l'indipendenza energetica della Romania».

Peccato che i gruppi ambientalisti rumeni ed europei considerino l'idea di costruire una centrale nucleare nella sismica Transilvania come «Un rischio inaccettabile». Greenpeace Romania spiega che «La Romania ha una sola centrale nucleare, con due reattori in funzione, che si trova a Cernavoda (Sud-Est della Romania), su un sito a rischio terremoto. Il governo romeno intende costruire altri due reattori nucleari (Reattori Cernavoda 3 e 4) e una nuova centrale nucleare, in una destinazione che non ha ancora reso pubblica (i media hanno fatto supposizioni su diverse locazioni possibili in Transilvania)».

L'associazione ha lanciato una petizione on-line (Nu sunt de acord cu construirea altor reactoare nucleare in Romania, in afara celor deja existente (Cernavoda 1 si 2),  indirizzata al governo romeno: «Tra i rischi di costruzione impianti di energia nucleare si possono ricordare: i rischi di incidenti maggiori (come quello di Chernobyl), perdite di sostanze radioattive che possono danneggiare l'ambiente e la salute delle persone che vivono nellazona, lo stoccaggio di residui radioattivi risultati dal processo nucleare, la proliferazione di armi nucleari (in reattori che usano l'uranio grezzo come combustibile - come quello di Cernavoda - in seguito al processo nucleare, può essere ottenuto il plutonio, che viene utilizzato per la fabbricazione di armi nucleari, come è successo in India, nel 1974, ed altri casi). Greenpeace chiede di promuovere le energie rinnovabili come alternativa al nucleare, perché la Romania ha un potenziale molto elevato in questo settore, questo tipo di energia non presenta alcun rischio verso l'ambiente o verso la salute umana e richiede investimenti nettamente inferiori rispetto all'energia nucleare».

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