[23/07/2010] News

Kill Climate Bill

LIVORNO. Negli Usa stanno circolando le prime indiscrezioni sul pacchetto clima-energia che i democratici si apprestano a presentare in Senato, ma quella che trapela è un'operazione al ribasso, un pacchetto striminzito in termini di misure energetiche. Mother Jones anticipa i punti salienti del Climate Bill: «1. Misure di risposta agli sversamenti petroliferi, tra cui l'eliminazione del limite di responsabilità per danni e la concessione alla Presidential oil spill commission del potere di citazione in giudizio. 2. Riforme per le divisioni degli uffici del Dipartimento degli interni incaricate di vigilare sullo sviluppo di petrolio e  gas, probabilmente simili al pacchetto proposta dal senatore Robert Menendez (Democratici-NJ); 3. 5 miliardi di  dollari per stimolare lo sviluppo di una flotta di camion a gas naturale; 4. 5 miliardi dollari per finanziare il programma Homestar, che favorisca la costruzione di case a basso consumo energetico. 5. 5 miliardi dollari per il Land and Water Conservation Fund. Come in molti sospettavano non ci sarebbe il "Carbon cap", ma non si vede nemmeno l'ombra dei principali  energy efficiency standards e neppure dei renewable electricity standard che erano stati inclusi nel 2009 nell' energy bill  approvato dalla Camera.

Con l'eliminazione del Carbon cap i democratici pensano di ammorbidire l'opposizione repubblicana che sul limite alle emissioni di CO2 ormai è diventata una vera e propria fobia. La sinistra democratica in cambio sembra aver ottenuto che il pacchetto clima-energia non comprenda alcune delle misure più preoccupanti, come gli incentivi alle industrie del carbone e del nucleare e l'eliminazione del diritto dell'Environmental protection agency (Epa) a regolamentare i gas serra. Ma anche tra le truppe dei democratici nessuno sembra essere entusiasta di questa ritirata nell'ultima trincea.

Su "Rolling Stones" Tim Dickinson non va per il sottile: «Il disegno di legge del Senato sul clima è ufficialmente morto. E dato che i democratici quasi certamente avranno meno seggi al Congresso, è improbabile che venga ripresa in tempi brevi una grande iniziativa sul clima. Una buona parte della colpa è di Obama». Dickinson è convinto che «Gestito correttamente, lo sversamento della Bp avrebbe dovuto essere per la  legislazione sul clima quello che è stato l'11 settembre è per il Patriot Act, o quello che il collasso finanziario è stato per il salvataggio delle banche. I disastri portano a legislazioni radicali, e questo precedente era l'occasione per un grande balzo in avanti nel progresso ambientale . Nel 1969, dopo una fuoriuscita di petrolio a Santa Barbara, California, di soli 100.000 barili, meno della fuoriuscita di due giorni dal pozzo petrolifero della Bp, a Richard Nixon venne chiesto di creare l'Epa e di firmare il Clean Air Act. Ma l'amministrazione Obama ha lasciato che questa occasione gli sfuggisse lontano».

Obama viene anche accusato di non aver contrastato le iniziative di talebani eco scettici come Il senatore Jim Inhofe e di non aver mai convocato i ricercatori e gli analisti climatici alla Casa Bianca, esattamente come Geoge W. Bush. Ma soprattutto Obama in questi tre mesi di disastro petrolifero non ha mai messo in relazione quello che succede nel Golfo con la necessità di tagliare le emissioni di CO2. Eppure le pressioni ed i consigli di chi ha sostenuto Obama nella sua lunga campagna elettorale non sono mancati: 9 tra le più grandi associazioni ambientaliste statunitensi gli hanno scritto chiedendo «Niente di meno che il vostro diretto coinvolgimento personale» per rompere l'impasse al Senato. Secondo l'ex vicepresidente Usa e Premio Nobel Al Gore Obama dovrebbe «Mettere un limite all'inquinamento da global warming e accelerare la diffusione di tecnologie energetiche pulite, è l'unica soluzione veramente efficace e a lungo termine per questa crisi. E' il momento per il Senato agisca. Nel bel mezzo del più grande disastro ambientale nella nostra storia, non ci sono scuse per fare altrimenti».

Ma Dickinson è convinto che invece a Washington c'è sempre una scusa: «Il voto per il climate bill potrebbe danneggiare le prospettive di rielezione di dei democratici dei swing-state. Il Senato, esausto per le lungaggini sulla votazioni per la riforma sanitaria e della finanza, non avrebbe potuto mai superare un nuovo ostruzionismo. E, ad essere onesti, Obama ha già fatto di più per il clima di ogni altro presidente prima di lui. Ma non importa: la coincidenza di una enorme maggioranza democratica al Congresso e di una catastrofe ecologica, che poteva rappresentare una possibilità di mettere da parte l'industria dei combustibili fossili, si presenta una volta in una generazione per riscrivere le regole della politica sul clima. Ma c'è bisogno di un po' di leadership. Purtroppo, un po' di leadership sul clima è più di quel che abbiamo adesso».

Anche la più grande associazione ambientalista Usa, Sierra Club, da sempre schierata con Obama, è preoccupata dopo che il leader della maggioranza democratica in Sem nato, Harry Reid, ha detto che presenterà un pacchetto limitato alle risposte ai disastri petrolifero ed alle misure energetiche negli edifici.

Il direttore di Sierra Club, Michael Brune, sottolinea che «Data l'odierna triste realtà politica a Washington, è assolutamente indispensabile che il Senato almeno dia seguito alla proposta del leader della maggioranza di Reid far passare una legge che riduce la dipendenza dal petrolio e per il lavoro  nell'energia pulita, prima della pausa di agosto. E' un oltraggio che le industrie inquinanti possano contare su una minoranza di senatori che hanno bloccato l'azione per dare un prezzo all'inquinamento da carbonio, mentre ambientalisti,  lavoratori, veterani, comunità di fedeli, piccole aziende e cittadini comuni sono tutti d'accordo che sia la cosa giusta da fare. Resta il nostro forte appoggio ad una legislazione che riduca l'inquinamento da global warming e sollecitiamo il Senato ad approvarla il più rapidamente possibile, ma il Senato deve almeno approvare subito una risposta al disastro petrolifero ed il pacchetto clean energy

Sierra Club annuncia il suo appoggio per la rielezione dei politici che si sono battuti per il Climate bill e una campagna contro quelli che hanno bloccato gli sforzi per ridurre l'inquinamento e creare posti di lavoro  nell'energia pulita. L'associazione ritiene che un pacchetto energia decente dovrebbe almeno  ridurre il consumo di petrolio ed affrontare le cause del disastro petrolifero della Bp, un buon punto di partenza poterebbe essere la proposta del senatore Merkley di tagliare il consumo di petrolio di 8 milioni di barili al giorno. «Inoltre - dice Brune - la legge deve garantire che la Bp e gli inquinatori in futuro siano considerati pienamente responsabili per il costo dei danni e della bonifica in caso di calamità del genere. Il progetto di legge dovrebbe includere un forte Renewable Electricity Standard ed investimenti in energia pulita ed efficienza energetica che creeranno posti di lavoro e stimoleranno la crescita economica, nonché misure volte a ridurre sensibilmente l'inquinamento da carbonio. Siamo profondamente preoccupati per gli sforzi fatti da chi inquina per indebolire il Clar Air Act o le competenze dell'Epa nella riduzione dell'inquinamento atmosferico e per la tutela della salute pubblica.  I negoziati del Senato con le industrie non devono tradursi in regali alle società energetiche sporche, a scapito del benessere e della salute delle nostre comunità».

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