[20/07/2010] News toscana

Difesa del castagno, si intensifica la lotta "biologica" della Regione

LIVORNO. Stanziamento straordinario di 122 mila euro sul piano di sviluppo rurale per l'anno 2011; liberazione dell'insetto Torymus Sinensis, antagonista del Cinipide,  in 20 località  e la creazione di 3 aree di premoltiplicazione dell'insetto, che si ipotizza di localizzare a Camporgiano (Lucca), San Piero a Sieve (Firenze) e Massa Marittima (Grosseto), con l'obiettivo di, in futuro, di rendere la Toscana autonoma per la produzione del benefico insetto che combatte efficacemente il Cinipide e che attualmente deve essere  acquistato dall'Università di Torino.E' quello che prevede la delibera della giunta regionale appena approvata per la lotta biologica al Cinipide. Del tema se ne è discusso  durante la giornata informativa su "La lotta biologica al Cinpide del castagno" tenuto oggi a Firenze presso l'Auditorium di Santa Apollonia.

Una mattinata che ha visto la presenza di coltivatori di castagno, provenienti dalla Toscana ma anche da altre regioni, ricercatori ed esperti del mondo universitario, degli istituti di ricerca, rappresentanti delle regioni e degli enti locali e del corpo forestale dello Stato. La Regione Toscana annuncia le sue ultime misure,  adottate con delibera della giunta regionale. Sono misure concentrate sul Torymus Sinensis, insetto antagonista del Cinipide, che ha mostrato di combattere efficacemente nelle 5 aree in cui sono stati già effettuati i primi lanci e cioè Marradi (Firenze), Acquerino (Pistoia), Fragaiolo di Caprese Michelangelo (Arezzo), Castelpoggio (Carrara) e Sorano (Grosseto). L'assessore Salvadori e i tecnici della Regione e  dell'Arsia affiancati anche dall'Arpat hanno mandato un messaggio rassicurante alle 8600 aziende che in Toscana si occupano di castanicoltura da frutto. Un patrimonio di grande qualità  che vede tra l'altro una Dop, come il marrone di Caprese Michelangiolo, due Igp, come il marrone del Mugello e quello dell'Amiata, e ancora una Dop nella farina di Neccio  della Garfagnana e una Igp in fase di riconoscimento come la farina di castagne della Lunigiana. Senza contare i prodotti tradizionali, che ne vedono ben 13, fra i prodotti derivabili dalle castagne, marroni o farine.

L'assessore Salvadori ha inoltre accolto la richiesta dei coltivatori di costituire un apposito tavolo dedicato al castagno. «Dobbiamo saper rispondere in maniera concreta  alle esigenze delle aziende. Nonostante la crisi e i tanti problemi colgo nelle aziende toscane - ha detto - un clima generale di fiducia,  noi dobbiamo rispondere a questa fiducia con un segnale forte e per questo chiedo   al Corpo Forestale, all'Arpat, all'Università, al Cnr, all'Arsia stessa, di formare un corpo unico con la Regione, perchè in questo modo potremo costituire una barriera contro i parassiti. Oggi parliamo del castagno, ma la Toscana ha un settore come quello del vivaismo, che rappresenta il 30% del Pil agricolo regionale.» L'assessore ha anche  indicato nell'informazione capillare e nel coinvolgimento dei produttori nelle scelte («in modo - ha detto - che vi sia un sistema circolare che vede tutti protagonisti»)  altri due punti fermi della politica regionale. Gli obiettivi: riuscire a garantire un miglior  reddito ai coltivatori e abbassare l'età media. » Questa è la sola  strada- ha concluso- per garantirsi il futuro.»

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