[15/07/2010] News

Acqua-agricoltura: Galan rilancia il Piano irriguo nazionale

FIRENZE. I dati sui consumi idrici forniti dall'Agenzia europea per l'ambiente (Eea) per quanto riguarda l'Europa meridionale, riferiti grosso modo al periodo 2000-2005 (con qualche diversità tra i vari settori), rilevano che l'agricoltura consuma circa 40 miliardi di m3 l'anno di acqua, l'industria circa 5, le forniture pubbliche intorno a 12, mentre il settore energetico poco oltre i 20 miliardi di m3 l'anno. I macrodati che riportati a scala più ridotta (paese per paese ad esempio) possono far registrare delle differenze, comunque non disimpegnano nessun settore dall'intraprendere politiche di risparmio idrico e di miglioramento dell'efficienza, considerato specialmente che negli ultimi anni a causa del contributo dei cambiamenti climatici, ben evidenti anche a livello locale, la situazione non è certo migliorata.

L'allarme siccità è stato lanciato dall'Eea come emergenza per gli anni a venire a cui è necessario dare risposte strutturali. Come è possibile immaginare, oltre a politiche di conservazione (che devono anch'esse essere sostenute) sono necessari investimenti per le infrastrutture che necessitino di risorse economiche che vanno reperite. Ad esempio per quanto riguarda il settore agricolo (quello di maggior consumo in Europa meridionale) i programmi europei di sviluppo rurale prevedono risorse aggiuntive per 3,3 miliardi di euro da poter utilizzare anche per migliorare la gestione idrica.

In Italia intanto il ministro delle Politiche agricole, Giancarlo Galan, ha rilanciato il nuovo Piano irriguo nazionale come ha fatto sapere durante la recente assemblea dell'Anbi  «Già all'indomani del mio insediamento, ho provveduto a dare disposizioni per il nuovo Piano irriguo nazionale, affinché le procedure e l'attivazione dei relativi finanziamenti andassero a buon fine il prima possibile. Oggi siamo in attesa dell'approvazione da parte del Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe) del Piano di interventi per un importo di finanziamenti pari a circa 420 milioni di euro per le infrastrutture irrigue delle Regioni del Centro-nord. Per i Consorzi del Sud, invece, la Conferenza Stato-Regioni dello scorso 8 luglio ha finalmente dato il via libera a un piano di interventi di circa 180 milioni di euro».

Naturalmente è necessario vedere quali sono i progetti finanziati per una prima valutazione della loro sostenibilità, ma il ministro ha già messo in evidenza una prima inefficienza: «per quanto riguarda la realtà dei Consorzi del sud, è necessario intervenire per eliminare una serie di inefficienze che incidono sui tempi di realizzazione delle opere finanziate. Basti pensare che dal 2007 ad oggi nel Centro-nord è stato speso circa il 58% dei fondi assegnati, risultato che valuto positivamente, anche se ritengo che possa essere migliorato, mentre nel Sud il 10% appena. Perciò- ha continuato il ministro- ho proposto al Cipe l'adozione di criteri di efficienza nella gestione delle infrastrutture del nuovo Piano irriguo nazionale. Chi non completerà le procedure di aggiudicazione di lavori entro 18 mesi dalla concessione del finanziamento, si vedrà revocata la concessione stessa e i fondi saranno recuperati per essere assegnati ad altri soggetti, secondo criteri oggettivi che concorderemo in Conferenza Stato-Regioni» ha concluso Galan.  

L'agricoltura non può fare a meno dell'acqua e il finanziamento di interventi nel settore per migliorare la gestione idrica in senso lato (passando anche attraverso una modifica delle produzioni) se improntato alla sostenibilità può essere agganciato anche ad una ripresa occupazionale in senso "green".

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