[14/07/2010] News

Il carbon capture and storage ha gli occhi a mandorla: progetti in Cina e Corea del sud

LIVORNO. La Commonwealth scientific and industrial research organisation (Csiro) dell'Australia ha fatto una partnership con la China united coalbed methane corporation limited (Cubcm) per un progetto a 10 milioni dollari per un progetto pilota di stoccaggio sottoterra di CO2 nella provincia cinese dello Shanxi e per estrarre metano da utilizzare come fonte di energia.
Il Csiro spiega che «Il progetto si concentrerà sulla realizzazione di un Enhanced coal bed methane (Ecbm) di recupero e fornirà un percorso per arrivare ad emissioni vicine allo zero in centrali elettriche a carbone. L'Ecbm comporta l'iniezione di CO2 in giacimenti di carbone, spostando il metano che può essere utilizzato per produrre energia, fornendo l'ulteriore vantaggio di ridurre le emissioni di gas serra, stoccando sottoterra le emissioni di CO2».

Il direttore dell'Advanced coal technology research del Csiro, John Carras, sottolinea che «Il progetto Ecbm testa nuovi approcci per massimizzare lo stoccaggio di CO2 con il recupero di metano. I pozzi Ecbm sono tipicamente trivellati in verticale per iniettare la CO2 nei giacimenti di carbone, però questo progetto pilota trivellerà un'entrata in orizzontale per incorporare direttamente il materiale nei giacimenti di carbone, si prevede così di incrementare il livello del flusso di CO2 per lo stoccaggio sotterraneo. L'esperienza della Cucbm nelle attività di trivellazione e di estrazione di metano si combinano con l'esperienza di Csiro nello stoccaggio di carbonio, nella progettazione del "serbatoio", nel controllo del biossido di carbonio e per la garanzia data nello sviluppo di tecniche di stoccaggio che massimizzano sia la CO2 di stoccata che il recupero di metano».

La ricerca della Csiro è sostenuta anche da un altro protagonista molto interessato agli esperimenti cinesi: il Japan Coal Energy Centre (Jcoal). Il progetto Ecbm è interamente finanziato dai governi cinese e australiano come parte dell' Asia-Pacific partnership on clean development and climate.

«Lavorare con i nostri partner in Cina permetterà a Csiro di aumentare le proprie capacità di progettazione pilota per le tecnologie carbon capture and storage - dice Carras - Questa esperienza sperimenta lo sviluppo di una tecnologia a basse emissioni di carbonio che potrebbe anche essere installata in Australia».

Intanto il governo della vicina Corea del Sud ha appena annunciato che gli investimenti complessivi, pubblici e privati, del Paese per il carbon capture and storage di CO2 raggiungeranno circa i 2 miliardi e 300 milioni di won, circa 1,92 miliardi dollari nel 2019. «In totale, gli investimenti del settore pubblico rappresenteranno un miliardo e 200 milioni di won», spiega il governo di seoul.

La Korea electric power corp (Kepco) è attualmente leader negli investimenti in Ccs i Corea del sud, l'utility statale lo scorso settembre ha annunciato di voler investire 2 miliardi e 800 milioni di won entro il 2020 per sviluppare tecnologie rispettose dell'ambiente, tra queste i sudcoreani includono anche il contestatissimo Ccs che, come si vede è ancora al livello di (costosi) impianti pilota.

Ma la Corea del sud, come la Cina, è alla ricerca di una soluzione "miracolosa", visto che i massicci investimenti nell'opzione nucleare non hanno impedito al Paese di essere il quello dell'Ocse con la più rapida crescita delle emissioni di CO2 e di diventare il quinto importatore di petrolio del mondo. Un anno fa il governo di Seoul aveva promesso di investire, in cinque anni a partire dal 2009, 107 miliardi di won, il 2% del suo Pil annuale, in industrie legate all'ambiente.

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