[14/07/2010] News

Nucleare: le molte partite aperte nel Paese

FIRENZE. Anche quando si parla di fonti rinnovabili (vedi presentazione di ieri del Rapporto dell'Enea), gli addetti ai lavori non mancano di esprimere la loro opinione sul ritorno al nucleare del nostro Paese. C'è grande attesa da parte del governo che intende affidare all'atomo parte del famoso mix energetico per soddisfare i fabbisogni per l'Italia del futuro, ma c'è anche grande timore che la scelta di questa strada possa comprometterne altre, più economiche, più sicure e di rapida attuazione. Per questo si tende a rassicurare.

Le parole del ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo sono eloquenti: «l'energia nucleare non è alternativa alle fonti rinnovabili. Tutti i paesi si stanno orientando sul mix energetico che vede una metà provenire da fonti tradizionali con l'uso del petrolio e il restante 50% che è un ulteriore mix tra nucleare e energie rinnovabili».

Ma in un periodo di "vacche magre", che durerà un po' di anni, ci saranno risorse sufficienti per investire in tutti e due i settori? Una delle tesi avanzate da chi è contrario "laicamente" al nucleare è proprio quella della sua antieconomicità perché è costoso di per se ed è necessario investire ancora molto in ricerca, in particolare per la sicurezza e per ottenere la nuova generazione nucleare più efficiente della terza che è quella che adotteremo noi, già provata (con qualche magagna) in Francia. Del resto è necessario investire anche in ricerca nel settore delle rinnovabili per migliorare la loro efficienza e i soldi per far fronte a tutto, bisogna capire da dove si tireranno fuori.

Intanto il governo è atteso dal "compitino" di varare l'Agenzia sulla sicurezza nucleare (vedi altro articolo, link a fondo pagina) «Dopo l'approvazione dello statuto non ci sono ostacoli particolari perché possa essere varata - ha dichiarato il sottosegretario del ministero dello Sviluppo Economico, Stefano Saglia - il mio auspicio è che possa entrare in esercizio entro la pausa estiva, quindi poter essere nominati i commissari. Il presidente del Consiglio e il ministro Prestigiacomo sicuramente troveranno una sintesi nella prossima settimana», ha concluso il sottosegretario.

Lo abbiamo definito compitino perché il vero esame sarà quello della scelta dei siti dove costruire gli impianti e poi il posizionamento della prima pietra che rappresenta il passaggio dal "dire al fare". Su questo fronte la strada è tutta in salita: il nuovo presidente della Regione Veneto ed ex ministro del governo Berlusconi, in modo elegante ma chiaro ha fatto "sapere" che il Veneto «è una regione molto antropizzata per cui qualche difficoltà ce la vedo, come tutti i veneti, rispetto al fatto di calare una centrale nucleare in un territorio che, se dovessimo rispettare i parametri, è poco conveniente».

A parte il fatto che ci sono diverse regioni in Italia con una densità demografica (ab/Km2) più alta di quella del Veneto, questo non può essere un criterio di scelta in un Paese come il nostro. La sensazione è che nei prossimi mesi assisteremo al manifestarsi sui territori di sindrome Nimby (Not in my back yard) da manuale sulla partita del nucleare, anche tra chi a Roma ha votato per il suo ritorno.

Intanto i contrari all'atomo si stanno attrezzando per dare battaglia. Il Wwf Italia ha firmato formalmente il referendum sul nucleare promosso da Italia dei Valori, è tra i promotori della proposta di legge di iniziativa popolare "Sviluppo dell'efficienza energetica e delle fonti rinnovabili per la salvaguardia del clima", che offre un quadro alternativo alla scelta del nucleare, ed è parte con le associazioni ambientaliste del coordinamento nazionale "Fermiamo il Nucleare".

«La scelta del nucleare nel nostro Paese non ha alcun senso ed è dettata da mere scelte ideologiche e affaristiche- ha dichiarato Fulco Pratesi, presidente onorario del Wwf Italia- Insieme al rischio ambientale e per la salute delle popolazioni, il nucleare è fallimentare dal punto di vista economico, non dà indipendenza e sicurezza energetica (l'uranio è una risorsa che entro qualche decennio finirà), le centrali costituiscono degli obiettivi ‘sensibili', con la conseguente militarizzazione del territorio. Nelle ultime elezioni regionali, quasi tutti i candidati (e gli eletti) alla carica a governatore hanno dichiarato di non volere il nucleare nella propria Regione».

Stefano Leoni presidente del Wwf Italia ha aggiunto «L'unica strada sostenibile in materia di energia è quella del risparmio, dall'efficienza energetica e delle fonti rinnovabili. Una strada che l'Italia non ha imboccato con decisione e sulla quale non ha investito strategicamente, a differenza di quasi tutti gli altri Paesi, europei e non».

La partite continuano.

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