[13/07/2010] News toscana

Sotto il vulcano: come i ricercatori toscani studiano l’eruzione dell’Eyafjallajokull

FIRENZE. "AshErupt. Studio interdisciplinare della dinamica sin-eruttiva di eruzioni di cenere": è il nome del progetto, finanziato dal ministero dell'Istruzione e ricerca attraverso i fondi Prin (Progetti di rilevante interesse nazionale) 2008, che è attualmente in svolgimento in terra d'Islanda da parte del laboratorio di Geofisica sperimentale del dipartimento di Scienze della terra (Dst) dell'ateneo fiorentino in collaborazione con le università di Cagliari, Pisa, Ginevra e l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) di Pisa.

Il progetto riguarda lo studio del vulcano Eyafjallajokull, che come si ricorderà causò a metà aprile, con una forte eruzione di cenere, il blocco dei voli in più occasioni in gran parte del continente europeo, e con ripercussioni a cascata sull'intero traffico aereo mondiale. In quei giorni i ricercatori, spiega Maurizio Ripepe del Dst in un'intervista pubblicata sull'ultimo notiziario dell'Ateneo fiorentino, stavano per dirigersi in Sudamerica al fine di studiare un vulcano locale. L'eruzione dell'Eyafjallajokull, però, cambiò la meta del viaggio di studio e così, a inizio maggio, i ricercatori hanno installato nelle sue adiacenze «un array infrasonico, un dispositivo costituito da più sensori collegati a una distanza di circa 100 metri l'uno dall'altro»: uno strumento che «funziona come un'antenna: misura le onde di pressione prodotte nell'aria da un esplosione di qualsiasi tipo. Nel caso di un' eruzione vulcanica riesce a localizzare la sorgente e a definire il suo livello di attività, misurando le variazioni della pressione atmosferica. È stato installato come un dispositivo temporaneo ma le potenzialità della struttura hanno convinto le istituzioni islandesi a proseguire il monitoraggio».

L'array infrasonico, tecnologia «sviluppata interamente a Firenze, in collaborazione con l'Istituto Nazionale di Ottica di Arcetri (Inoa)», deriva peraltro da uno strumento analogo che era stato predisposto per il monitoraggio relativo al rispetto del trattato di non proliferazione nucleare (ratificato nel 1968, entrato in vigore nel 1970): spiega infatti Ripepe che «i dispositivi del Ctbto (Comprehensive nuclear-test-ban treaty organization) riescono infatti a misurare le onde di pressione che si propagano per migliaia di chilometri», ed in questo senso la relativa tecnologia è adattabile allo studio della propagazione delle onde di pressione causate dall'attività vulcanica, ambito di approfondimento che potrà dare un contributo determinante, tra le altre cose, al superamento della "grande lacuna" che ancora contraddistingue la scienza della terra, e cioè la sostanziale non-prevedibilità, allo stato attuale, dei terremoti e delle eruzioni vulcaniche al di là di indicazioni probabilistiche di massima.

La collaborazione estemporanea attivatasi nei giorni dell'eruzione (vedi immagine) dovrebbe adesso evolversi in una cooperazione permanente che comprenderà anche, compatibilmente coi fondi che si renderanno disponibili, l'attivazione di una «mobilità bidirezionale tra gli studenti dei due paesi»: inoltre, «a breve sarà ufficializzato un Memorandum of Understanding con l'institute of Earth science dell'università di Islanda, per mantenere l'apparecchiatura in maniera permanente e continuare così nel tempo la collaborazione di ricerca, contribuendo al monitoraggio dei vulcani islandesi»: l'attività congiunta dei centri di ricerca italiani e islandesi, conclude Ripepe, comprende anche «il monitoraggio del vulcano Soufriere Hill a Montserrat (in collaborazione con il Montserrat volcano observatory) nei Caraibi e dell'Asama in Giappone (in collaborazione con l'università di Tokyo). Inoltre il laboratorio è un centro di competenza del dipartimento della Protezione Civile nazionale, per il quale realizziamo il monitoraggio dell'Etna e dello Stromboli. Ci occupiamo del monitoraggio acustico, dell'installazione di telecamere termiche, dell'analisi della deformazione del suolo e abbiamo anche un sistema per il controllo degli tsunami a largo dell'isola di Stromboli. Tutti i giorni elaboriamo un report nel quale comunichiamo lo stato di attività dei due vulcani: anche sulla base di questo report la Protezione Civile emette un bollettino di criticità».

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