[13/07/2010] News

Im-mobility manager: mobilità sostenibile in Italia ancora al palo. Bene solo il bikesharing

BRESCIA. Si possono certamente condividere gli obiettivi generali dello schema di Decreto Legislativo in merito all'attuazione della Direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa, tuttavia non vengono delineate le strategie strutturali per perseguirne un miglioramento progressivo. Si punta, giustamente, ad una metodologia di qualità e comune in tutta Italia per la misurazione, registrazione e trasmissione dei dati gestiti dalle migliaia di centraline sparse sul territorio nazionale.

Risulta condivisibile anche l'approccio sovracomunale della gestione della qualità dell'aria per alcuni importanti bacini (parlando soprattutto di mobilità) nei quali la tipologia morfologica del territorio accomuna più Province e Regioni (vedi Pianura Padana) oppure per "condividerne" le problematiche di alcune fonti: autostrade, tangenziali ecc..

Un problema, quello della mobilità, che va affrontato con grande convinzione, determinazione, lungimiranza, e soprattutto senza troppi compromessi, da parte delle autorità partendo dal livello nazionale, coinvolgendo gli enti locali in tutte le sue fasi, dando indicazioni precise dei traguardi da raggiungere, poteri esecutivi e margini di spesa che siano rendicontate al di fuori delle "manette" rappresentate dal patto di stabilità, poiché si tratta di un'emergenza che va affrontata adesso, senza poter rimandare.

Anche per quanto riguarda l'informazione, il cittadino che respira l'aria della sua città, costituita da una miscela di gas tossici generata da autoveicoli, furgoni, camion ecc.. deve sapere che livelli superiori a soli 20 microg/m3  di concentrazione di PM10 (e PM2.5) causano più di 8.000 morti all'anno in 13 grandi città italiane (Torino, Genova, Milano, Trieste, Padova, Venezia-Mestre,Verona, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Catania e Palermo: 9 milioni di abitanti) - studio Oms 2002-2004

Se aggiungiamo gli incidenti stradali, sono circa 5.000, cinquemila morti ! ogni anno, ogni anno!!! sono i numeri di una vera e propria guerra! (Senza pensare delle migliaia di feriti, anche gravi che subiscono danni permanenti).

L'autoveicolo non può più essere il centro del mondo. Le città scoppiano, gli spazi dedicati alla socialità sono devastati dalla ingombrante presenza di autoveicoli parcheggiati ovunque, anche se si costruiscono sempre nuovi parcheggi e sempre più grandi in una rincorsa spasmodica e senza fine di chi vuole, senza riuscirci, cercare di mettere ordine.

Proprio lì nascono i primi grandi errori, quelli fatti da virtuosi maestri della matita (urbanisti) che disegnano i nostri quartieri solo dal puro punto di vista costruttivo, edilizio e mai sociale! Pochi gli spazi verdi, pochi i servizi pubblici e di mobilità innovativa (quanti comuni hanno nel proprio regolamento edilizio una normativa che facilità l'uso, per esempio, della bicicletta nei condomini: rastrelliere sicure, posti di ricarica per veicoli elettrici, spazi per riparare le bici..). Nascono quartieri senza la possibilità, per chi ci andrà ad abitarci di muoversi agevolmente con i mezzi pubblici o con la bicicletta.

Come se non bastasse ci sono i tagli al Trasporto Pubblico (misura indecente) e le iniezioni di mobilità sostenibile sono alla "camomilla", si propaganda il carsharing ma si investe troppo poco in comunicazione, (fondamentale per capire e fare il salto sociale di non essere più possessori di 2-3 macchine che fanno in media 5000 km), i progetti di carpooling sono affidati a qualche stravagante mobility manager o a qualche idea messa in rete, aspettando che qualcuno "abbocchi". Proprio la figura del mobility manager che ormai 12 anni fa avrebbe potuto dare una svolta verso una mobilità più "accettabile", lavorando nella sfera cambiamento modale è stato abbandonato al suo destino con obblighi fittizi  per  la nomina nelle aziende e negli Enti locali, senza riconoscimenti normativi, senza possibilità di spesa (se non in pochissimi e rari casi). Unico dato veramente positivo è il bikesharing (condivisione delle biciclette per spostarsi nelle città) e questo ci fa capire che c'è voglia di benessere, di migliorare la qualità della nostra vita, di "rallentare" e di godersi anche lo spostamento da un posto all'altro. In molte città il bikesharing è un successo; allora bisogna cavalcarlo, prenderlo per mano e costruire le autostrade della bicicletta, direttrici per facilitare l'utilizzo delle due ruote nello spostamento quotidiano, in sicurezza, confortevoli, piacevoli...tutto l'anno.

Solo un mix con una buona urbanistica, parcheggi scambiatori, veicoli non inquinanti (elettrici, aria compressa ecc..), un trasporto pubblico efficiente e di qualità che non ti faccia sentire un cittadino di serie B, l'utilizzo di massa della bicicletta....e dei piedi, servizi innovativi di mobilità (carsharing, carpooling, trasporto pubblico a chiamata, taxi collettivo, bikesharing) consegne a domicilio, servizi informatici per effettuare commissioni attraverso il pc, il telelavoro, il riordino del grande mondo del trasporto delle merci ecc... può fare tornare l'aria che respiriamo un po' più pulita. La tecnologia è pronta e i politici?

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