[12/07/2010] News

Parigi, la cultura e le rinnovabili

ROMA. Oggi una notizia mi ha particolarmente colpito ma anche rattristato per il tempo e le occasioni perse.

La città di Parigi ha dato inizio ad una interessante iniziativa: 8 impianti idraulici di piccola taglia per ricavare energia dal fluire della Senna. Gli impianti sono piccoli e saranno posizionati in modo da non interferire con la navigazione dei numerosi battelli che solcano il fiume ogni giorno Questi impianti ancora non hanno una comprovata maturità tecnica, e quindi il loro costo è alto e i tempi di ritorno dell'investimento non lo renderebbero appetibile per imprese private.

Così sono nate critiche a questo progetto da parte di coloro che gridano allo sperpero di denaro. Ma l'amministrazione di Parigi ha risposto a queste critiche sorprendendo tutti. Ha detto che questi costi non sono da considerarsi come un investimento in energia ma come un investimento in comunicazione. La notizia degli impianti ha ormai già raggiunto milioni di persone in tutto il mondo e gli impianti saranno realizzati con una forte attenzione all'interfaccia con il turista e con accordi con scuole e università.

Finalmente la giusta risposta ad una domanda sbagliata!

L'amarezza che provo, infatti, deriva dal fatto che questa è la mia risposta da sempre alle critiche che vari soggetti hanno avanzato al programma di incentivi al fotovoltaico chiamato "conto energia". A tutti coloro che mi presentavano conti economici circa la validità di una simile iniziativa ho sempre risposto articolando due concetti.

Il primo è che la valenza industriale di un programma di incentivi al consumo esiste solo se qualche anno prima si è fatta una strategia di politica industriale di incentivi alla produzione di quella specifica tecnologia.

Il secondo punto riguarda il fatto che anche senza le politiche industriali correlate, l'incentivo alla produzione di energia rinnovabile ha senso se lo si valuta con  parametri delle compagnie di marketing e di educazione. Il marketing basa la sua efficacia sul numero di contatti e la qualità delle persone raggiunte (target di riferimento) in funzione degli obiettivi che ci si è prefissati. I costi di una campagna di educazione, invece, si valutano sulla qualità delle persone raggiunge e sul loro livello di coinvolgimento.

Analizzato da questa prospettiva gli incentivi del conto energia si dimostrano convenienti senza alcuna ombra di dubbio. Già dopo un anno, il numero dei giornalisti coinvolti e l'attenzione dei media era altissima. E per un paese come il nostro in cui praticamente non esistevano giornalisti esperti in ambiente e, soprattutto, in tecnologie legate all'ambiente, questo dato è ancora più significativo.

La realtà è complessa, e il ragionamento lineare non è sempre il migliore per poterla semplificare. Ma non tutto è perduto.

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