[13/08/2009] News

Innse: dalla Lambretta alle pale eoliche? Sarebbe il massimo

LIVORNO. Dalla Lambretta di Ferdinando Innocenti ai componenti per le pale eoliche di Attilio Camozzi? Se fosse questa la parabola della nuova vita della Innse ci sarebbe da festeggiare. Noi nell'articolo di ieri di Lucia Venturi auspicavamo proprio una soluzione come questa e una riconversione in senso ecologico della produzione lo indicavamo quasi provocatoriamente sperando di lanciare, nel nostro piccolo, un messaggio di sostenibilità.

E oggi la sorpresa: la famiglia Camozzi, neo proprietaria dell'impianto, ha individuato nel comparto energetico il possibile sviluppo dell'azienda. Si parla, va detto, di eolico ma anche di nucleare, e qui allora, auspicio per auspicio (non si sa mai funzionasse di nuovo) le pale eoliche sarebbero un vero business nel quale investire dato che in Italia non esistono fabbriche che le producono.

Camozzi parla di componenti per una nicchia di energia e il nucleare, onestamente, è così in là da tornare in Italia concretamente (e speriamo mai) visti i tempi di realizzazione, che il gioco non varrebbe la candela. Nel senso che l'eolico avrebbe subito mercato e un'azienda di qualità con operai che hanno dimostrato un attaccamento enorme al loro posto di lavoro e una tenacia esemplare, farebbero ascrivere la Innse tra le aziende di eccellenza del "made in Italy".

Queste le parole di Camozzi al Sole24Ore: «Il contenitore della Innse di Milano oggi ci dà la possibilità di fare componenti di nicchia per settori molto diversi che vanno dall'energia, all'eolico, al nucleare».

Pezzi molto grandi, viene spiegato, difficili da movimentare e per questo - e non quindi per una speculazione edilizia - tra i punti imprescindibili della trattativa c'è stata la possibilità dell'intera area su cui sorge la fabbrica.

Non va oltre Camozzi e non ci andiamo neppure noi perché si tratta di ipotesi attendendo però fiduciosi la scelta definitiva (e quindi il piano industriale) per questa fabbrica e i suoi 49 dipendenti che potrebbero essere - coma l'ex Electrolux in Toscana - il simbolo di una riconversione ecologica dell'economia produttiva del Paese.

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