[05/07/2010] News

L’insostenibile pesantezza (e inadeguatezza) della manovra finanziaria

GROSSETO. La manovra finanziaria correttiva preparata dal ministro dell'Economia, Giulio Tramonti (Nella foto), è stata accolta da un vasto coro con aggettivi quali « necessaria, doverosa, opportuna, inevitabile, irrinunciabile» salvo poi ricevere nel merito, dallo stesso coro, una sequela di critiche, distinguo, e richieste di aggiustamenti. Le regioni con Formigoni in testa (e non solo quelle "cialtrone" del Sud come le ha chiamate lo stesso ministro Tremonti perché non hanno saputo spendere i fondi Fas europei, che lui stesso ha bloccato!) l'hanno aspramente criticata per i tagli previsti senza tener conto degli sforzi che già alcune di esse avevano messo in atto per operare sulle inefficienze. L'hanno attaccata gli enti locali che si vedranno costretti a imporre quelle tasse, che il governo continua a ribadire di non voler aumentare, per poter far fronte ai tagli sui trasferimenti che mettono a rischio i servizi ai cittadini.

L'ha criticata Confindustria a partire dalla presidente Emma Marcegaglia e poi via via dai vari settori del mondo dell'impresa: per l'art.45 che interviene sui certificati verdi, mettendo fortemente a rischio gli investimenti sulle rinnovabili; per l'aumento dell'Irap nelle regioni in cui non si è riusciti a rientrare dal deficit sanitario (Lazio, Molise, Campania e Calabria); per la mancata proroga della cosiddetta Tremonti ter per la detassazione degli utili reinvestiti in ricerca e sviluppo; per la ritenuta d'acconto del 10% a titolo d'imposta da applicare sui bonifici per i pagamenti per i lavori di ristrutturazione che accedono alle agevolazioni fiscali del 36 e del 55%, che interessa il settore degli artigiani e delle imprese edili e che potrebbe significare per loro una doppia tassazione.

E poi le proteste per l'allontanamento delle finestre pensionistiche, per l'età pensionabile delle lavoratrici statali portato a 65 anni, per  lo spettro che non bastino più 40 anni di contributi per godersi finalmente il riposo dopo avere così a lungo lavorato, sino alle proteste per il blocco degli aumenti per promozioni e scatti di carriera che riguarda le forze dell'ordine, oltre che magistrati, diplomatici e docenti universitari e che ha prodotto proprio ieri un dietrofront annunciato dai ministri più toccati, a partire da quella alla Difesa La Russa

Tutti problemi su cui lo stesso ministro Tremonti aveva espresso la disponibilità a correttivi purché la manovra rimanesse con gli «stessi saldi e gli stessi soldi».

Tutti temi su cui sono stati , infatti, presentati emendamenti di correzione, salvo poi nella gran parte dei casi ottenere un effetto peggiore dell'originale (il tappo è peggio del buco avrebbe detto Formigoni). Come è il caso dell'art.45 sui certificati verdi che anziché essere stralciato come richiesto da un cartello assai ampio di associazioni e come sostenuto dallo stesso sottosegretario allo Sviluppo, Stefano Saia, grazie ad un emendamento proposto dal relatore del Pdl Antonio Azzolini a nome della maggioranza e del governo, lo trasforma in una norma che destina i certificati verdi a costituire un fondo per rimpinguare il portafoglio del ministero Istruzione e ricerca, massacrato dai tagli intervenuti in questi anni. Quindi trasforma i certificati verdi da strumento di mercato a tassa.

Mentre sempre la manovra all'articolo 49 rimette alla discrezionalità della pubblica amministrazione la decisione di convocare le conferenze dei servizi, in cui vale il silenzio assenso, e la possibilità di utilizzare i risultati e le prescrizioni ottenute in sede di Vas (valutazione ambientale strategica) anche ai fini della Via.

Ancora poi nella manovra viene inserita una norma interpretativa in merito alla tariffa d'igiene urbana che, al contrario di quanto scritto con la sentenza della Corte costituzionale (la 238/2009) che ne aveva stabilito la natura tributaria e quindi la non applicabilità dell'Iva,  ne ribadisce il carattere di corrispettivo e riporta quindi tutto a prima della sentenza. Facendo già prevedere - se non verrà corretto l'art.14 che lo stabilisce- nuovi possibili ricorsi alla Corte con un conseguente ulteriore periodo di incertezza per tutti.

E tanti sono gli emendamenti, proposti, già cambiati, ritirati ecc. che pare sempre più probabile che la legge di recepimento del decreto legislativo 78 del 31 maggio possa apprestarsi a fare il percorso ormai solito di tutti i provvedimenti governativi, ovvero ad essere approvata grazie al ricorso del voto di fiducia. L'ennesimo di questo governo.

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