[02/07/2010] News

I minerali insanguinati del Congo sono una lezione per tutti

LIVORNO. Sostiene Maurizio Caprara sul Corriere della Sera di oggi che «le notizie provenienti dagli Stati Uniti sulla presenza di minerali virtualmente macchiati di sangue nelle parti di computer e telefonini sono di quelle che oscurano il bianchetto steso su tanti altarini della modernità». «La tecnologia - aggiunge - non è buona in sé, è buona o cattiva a seconda di come la si usa. Persino le parti materiali delle quali si serve sono figlie del bene o del male prodotto dagli uomini, non luminosi cristalli generatori di un mondo migliore. E se il mondo, accettando il consiglio di chi scambia la libertà con l'arbitrio, vivesse senza regole e rinunciasse a porre freni al primato del profitto per pochi, non sarebbe un mondo più buono».

Non è una scoperta, francamente. A questo giornale il tema è da anni posto ma il caso tantalio, minerale che viene impiegato - come noto -  per Pc, telefoni, Playstation e altri oggetti elettronici, serve per centrare l'attenzione su una questione che ora sta venendo ancor più fuori (per fortuna) rispetto al passato. Che il mondo è tutto attaccato è concetto ormai preistorico, che le materie prime tutte siano causa dei più feroci conflitti mondiali altrettanto. Che l'hi tech fosse fuori da questo giogo solo qualche illuso o illusionista poteva pensarlo, ma qui non si tratta di fare i luddisti o i boicottisti. Non sappiamo se la società è già in grado di metabolizzare un ulteriore passo necessario per la sostenibilità ambientale e sociale, però bisogna cominciare almeno a porre la questione. Il tempo in cui per far fronte a queste "ingiustizie" bisognava partire dal sé, è ahinoi finito. Il capitalismo e il mercato hanno fagocitato anche questa che sembrava una rivoluzione buona. Il mercato se non compri i Pc che sfruttano tantalio proveniente dal Congo (sempre che si riesca un giorno a farlo scrivere sulle etichette...) semplicemente se ne farà una ragione e farà in modo che quel minerale provenga dalla Cina o da un altro paese dei pochi che hanno la (s)fortuna di averlo nel loro sottosuolo. Se poi sarà più o meno sostenibile socialmente o ambientalmente al mercato non fregherà alcunché. Non la sfangheremo mai così. Serve invece la politica. Quella che questi temi li ha già ben chiari, ma che sta già commettendo almeno un terribile errore.

Abbiamo già segnalato l'iniziativa dell'Ue che proprio sul tema materie prime-tecnologia così spiega quello che sta accadendo: «Uno dei principali fattori che determinano l'importanza economica delle materie prime è il cambiamento tecnologico, che in futuro farà crescere drasticamente la domanda di certe materie prime». «Le principali tecnologie emergenti che stimolano la domanda delle materie prime fondamentali - prosegue - sono quelle legate all'ossido di stagno e antimonio e i micro condensatori per quanto concerne l'antimonio, gli accumulatori agli ioni di litio e i combustibili sintetici per quanto concerne il cobalto, gli elementi fotovoltaici a strato sottile, i circuiti integrati, i led bianchi (WLED) per quanto concerne il gallio, i cavi di fibre ottiche e le tecnologie ottiche all'infrarosso per il germanio, i display degli elementi fotovoltaici a strato sottile per l'indio, le cellule di combustibile e i catalizzatori per il platino (platinoidi), i catalizzatori e i desalinizzatori d'acqua marina per il palladio (platinoidi), i micro condensatori e le ferroleghe per il niobio, i magneti permanenti e la tecnologia laser per il neodimio (terre rare), e i micro condensatori e le tecnologie mediche per il tantalio».

«Per quanto concerne le materie prime fondamental - si legge sempre sul sito dell'Ue - il rischio maggiore relativo alla loro fornitura è legato al fatto che una quota elevata della produzione mondiale proviene da un numero ristretto di paesi: Cina (antimonio, spatofluoro, gallio, germanio, grafite, indio, magnesio, terre rare, tungsteno), Russia (PGM), Repubblica democratica del Congo (cobalto, tantalio) e Brasile (niobio e tantalio). A questa concentrazione della produzione si aggiungono in molti casi altri fattori aggravanti come ad esempio il basso grado di sostituibilità e i tassi ridotti di riciclaggio. Molte economie emergenti portano avanti strategie di sviluppo industriale facendo leva su strumenti commerciali, fiscali e investimenti volti a riservare - viene aggiunto ma noi non né siamo così convinti - le loro risorse per il proprio uso esclusivo».

Così si arriva alle già citate - in altri pezzi di greenreport - soluzioni proposte:

Qual è il madornale errore? Innanzi tutto non si entra minimamente nella questione delle guerre che si stanno combattendo anche per queste materie prime e specialmente in Congo con oltre 5 milioni di morti dal 1998 ad oggi. E questo sega tutte le altre iniziative sul nascere: che sostenibilità si può raggiungere attraverso un patto con lì'Africa come lo hanno definito dove la politica non cerca prima di tutto di far cessare la guerra per poi trovare il sistema di far "arricchire" chi con quelle materie prime potrebbe finalmente uscire dalla povertà? Ridurre i flussi di materia, quindi produrre meno e riciclare, ridurre i flussi di energia, quindi ridurre i consumi, sono operazioni necessarie per la sostenibilità ambientale, ma bisogna che siano seguiti da iniziative volte alla riduzione del divario tra paesi ricchi e poveri che invece si sta sempre più allargando. Boicottare l'IPhone va anche bene, sia chiaro, ma spingere i nostri governati politicamente a raggiungere accordi sostenibili è quello che veramente potrebbe dare risultati più certi. Spingerli a uscire dalla logica della crescita infinita. Cambiare insomma modello economico per manifesta inferiorità delle risorse planetarie...Una cosa che non piacerebbe davvero all'economia finanziaria che gioca in borsa e decide con un'alzata di indice e un abbassamento di ciglia il governo ed i governi del mondo

Torna all'archivio