[02/07/2010] News

I conti truccati del bidone nucleare thailandese

LIVORNO. Il 30 giugno un gruppo di attivisti di Greenpeace Thailand ha piazzato un grosso fusto con il simbolo del nucleare davanti all'entrata del ministero dell'energia a Bangkok per sottolineare i rischi che corre la Thailandia con il suo Power development plan (Pdp 2010 - 2030) che prevede la costruzione di 5 centrali nucleari in un'area nota per i terremoti, gli tsunami ed altri disastri naturali.

Gli attivisti di Greenpeace hanno chiesto al ministro dell'energia della Thailandia di spostare tutti gli investimenti legati all'opzione nucleare verso la ricerca, lo sviluppo e la diffusione massiccia di energie pulite e rinnovabili, che non mancherebbero certo nel Paese asiatico.

Una petizione di Greenpeace indirizzata al ministro dell'energia, Chan Wannarat Nukul, è stata consegnata direttamente a Norkhun Sitthipong, il direttore del Nuclear power plant development office.

Grenpeace Thailand scrive al ministro dell'energia, che «L'investimento sul nucleare é ad alto rischio sotto tutti gli aspetti». Inoltre i costi previsti dal piano nazionale per la costruzione delle centrali nucleari sarebbero bassissimi ed irrealistici.

Sri Tara Bua Kham,  Campaign Manager di Greenpeace Sud-Est asiatico per la Thailandia, ha portato i dati sui costi reali delle centrali in costruzione nel restio del mondo, dimostrando che, nel migliore dei casi,  sono più del doppio di quelli previsti dal piano nucleare thailandese. «I costi per la costruzione di centrali nucleari in Thailandia subiranno un'enorme escalation, così come le preoccupazioni dell'opinione pubbliuca - ha detto Sri Tara  - Aumentano le proteste della comunità riguardo al processo di pianificazione energetica che non è trasparente. Questa potrebbe essere una ragione sufficiente per il governo thailandese e per il Consiglio nazionale per la politica energetica per mettere fione al piano di costruzione delle centrali nucleari  e per riformare un  processo di pianificazione energetica che resterà sulle spalle di innumerevoli generazioni. Il governo dovrebbe darci un indirizzo verso l'energia pulita e realmente sostenibile. In futuro il Paese deve beneficiare appieno delle energie sue rinnovabili ed aumentare il risparmio e l'efficienza energetica. E' questa la vera porta di accesso alle fonti di energia a buon mercato. Quella che ridurrà più velocemente l'inquinamento e i gas serra che sono la causa dei cambiamenti climatici». 

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