[01/07/2010] News
LIVORNO. Eravamo stati facili profeti: la proposta fatta dal ministro delle finanze finlandese di centro-destra sulla "responsabilità illimitata" per gli incidenti nucleari da parte di costruttori e gestori delle centrali nucleari era uno zuccherino, più probabilmente un placebo senza effetti, per far ingurgitare al parlamento di Helsinki l'autorizzato a costruzione due nuovi impianti nucleari.
Il tutto nel Paese che sta vivendo sulla sua pelle il disastro progettuale, economico e di sicurezza dell'Epr di Olkiluoto3, il primo reattore nucleare costruito in Europa occidentale dopo la tragedia o nucleare di Chernobyl del 1986. Naturalmente il governo finlandese dice che tutto questo ha l'obiettivo di ridurre la dipendenza energetica (ma l'Epr lo costruiscono i francesi e l'uranio lo prenderanno probabilmente in Russia e in Asia centrale) e le emissioni di gas serra. Sono state battute anche le perplessità dei parlamentari che volevano un solo altro reattore. I reattori nucleari finlandesi saliranno così a 6, per la gioia della Teollisuuden Voima (Tvo) che può scordarsi per un giorno i suoi guai ad Olkiluoto e che anzi proprio li intende fare un altro reattore (il quarto) tra i 1.000 e i 1.800 megawatt, Il consorzio Fennovoima, controllato dalla multinazionale energetica tedesca E.ON, vuole costruire un reattore tra i 1.500 e i 2.000 MW ma è ancora incerta se farlo sulla costa orientale finlandese, a PyhÃxjoki, o in Lapponia, a Simo.
Intanto ognuno dei 71 parlamentari che hanno votato a favore sono nel mirino delle associazioni ambientaliste: una campagna internet contro la loro rielezione é già stata avviata, ricordando a tutti come hanno votato oggi in Parlamento. Un recente sondaggio ha svelato che il 52% dei finlandesi si oppone alla costruzione di nuove centrali nucleari e solo il 25% approva la costruzione di due nuovi reattori.
Secondo Lauri Myllyvirta, responsabile energia di Greenpeace Suomi/Finland, «Il Parlamento oggi ancora una volta non ha ascoltato gli elettori finlandese, ma i finanziatori elettorali e i gruppi di pressione e di interesse. La decisione del Parlamento è stata preparata con una contrattazione politica sporca che ha dato un risultato altrettanto sporco, che non si basa sui dati reali del fabbisogno elettrico e sulle opportunità offerte dalle energie rinnovabili, sulle attività del mercato dell'energia elettrica e sulle emissioni climalteranti. La decisione è stata presa per consentire ai proprietari delle compagnie elettriche di avere maggiori fonti di guadagno con le esportazioni di elettricità nucleare verso l'Europa centrale. I finlandesi vorrebbero utilizzare altri tipi di elettricità e non avere la produzione di scorie nucleari che dureranno per almeno 100.000 anni».
Bisognerà capire ora come reagiranno gli imbarazzatissimi verdi finlandesi, che fanno parte della coalizione di centro-destra, che hanno votato contro ma che con la loro adesione ad un governo filonucleare stanno scatenando le ire degli ambientalisti, a cominciare da Greenpeace Suomi/Finland che, mentre i parlamentari votavano, ha eretto davanti al parlamento una lapide nucleare e i suoi attivisti hanno assediato i parlamentari. «Il Parlamento finlandese con la decisione sul nucleare porta la Finlandia su una strada rischiosa e pericolosa per le generazioni future - dice Greenpeace - Se i reattori venissero costruiti, la Finlandia diventerebbe il più grande produttore mondiale di scorie nucleari pro capite».
Greenpeace é convinta (come del resto diversi parlamentari che hanno votato si) che il voto non significhi necessariamente che verranno costruiti i due nuovi reattori nucleari: «L'industria nucleare è ancora nelle sabbie mobili di di Olkiluoto 3, che rappresenta il fallimento della strada intrapresa - ricorda Myllyvirta . I cittadini e le organizzazioni ambientaliste hanno l'obbligo di continuare la campagna antinucleare per fare in modo che Tvo e Fennovoima non attuino i loro piani. Olkiluoto 3 ha almeno quattro anni di ritardo, nessuno conosce il suo sistema di automazione e il prezzo finale che dovremo pagare».