[30/06/2010] News

La lezione di Nicolas Hayek (Swatch): un business attento alla sostenibilità

GROSSETO. Insieme a molti altri motivi avvenuti in avrie parti del globo, anche l'annuncio dell'improvvisa morte, nonostante gli 82 anni, del fondatore di Swatch, Nicolas Hayek, non ha lasciato indifferenti le borse, che ieri  hanno fatto registrare un calo medio intorno ai -4,2%.
Proprio quel sistema finanziario che l'illuminato magnate svizzero, di padre americano e madre libanese, aveva più volte attaccato assieme alle banche accusandoli di affossare l'economia reale.

Famose infatti le sue lettere di protesta alla blasonata Banca nazionale svizzera negli anni 90, quando a suo parere il franco svizzero era troppo alto e danneggiava l'export. Così come l'ironia e le sue sfuriate, anche in anni recenti, contro quella parte dei banchieri e degli analisti che badava troppo alla finanza e non capiva il valore reale dei gruppi industriali quotati, tra cui Swatch.

Era considerato come il fautore della rinascita dell'industria degli orologi svizzeri da quando nel 1982, l'allora società di consulenza che dirigeva, venne incaricata di sorvegliare la liquidazione delle due società svizzere Asuag e Ssih, produttrici di orologi. Hayek anziché portarle a liquidazione le fuse facendo nascere il marchio Swatch.

Una prima raccolta di 12 modelli di orologi nacque lo stesso anno e da allora arriveranno a 400 milioni gli esemplari diffusi in tutto il mondo. E oggi il gruppo Swatch è diventato il maggior produttore mondiale di orologi finiti, producendo tutti i componenti per gli orologi venduti sotto 19 marche diverse, rifornisce anche tutta l'industria orologiera elvetica, gestisce la sua propria rete mondiale di distribuzione ed è anche un attore chiave nel settore dei sistemi elettronici mettendo grande attenzione e risorse agli investimenti nella ricerca e nello sviluppo di nuovi prodotti, tecnologie avanzate, materiali e processi di produzione, come pure in merito alla concezione e alla fabbricazione dei prodotti.

E dopo aver rivoluzionato il mondo degli orologi, Nicolas Hayek all'inizio degli anni 1990, inseguì un altro suo sogno: produrre una mini automobile elettrica, efficiente, pratica ed accessibile ai giovani. Proprio come gli orologi Swatch. Un epoca in cui l'automobile elettrica era ancora lontana dalle menti dei produttori e delle case automobilistiche e l'auto lussuosa e veloce rappresentava ancora uno status symbol difficilmente attaccabile.
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Ci provò con Renault e poi con Volkswagen, che inizialmente interessata poi rinuncerà perché non completamente convinta del suo successo commerciale, e sarà alla fine Mercedes che accetterà di lanciarsi nell'avventura "Swatchmobile„ di Nicolas Hayek. Ma il progetto iniziale di Hayek verrà tradotto in maniera non proprio rispondente agli obiettivi iniziali che lo stesso patron della Swatch avrebbe voluto e l'impresa comune sorta si sgretolerà rapidamente, dando il via libera all'operazione Smart.

La politica ambientale di Swatch metteva al centro l'esigenza di preservare il capitale naturale e quindi utilizzare le materie prime, le risorse energetiche e idriche con moderazione puntando a creare prodotti attraverso processi efficienti e a ricorrere anche materiali riciclati.

Nicola Hayek verrà anche ricordato per il suo approccio paternalista ma aperto alle esigenze dei dipendenti, curandone la formazione la qualità del lavoro e il futuro occupazionale. In piena crisi economica, quando lo scorso anno l'industria orologiera ha perso circa 4200 posti, nessuno dei dipendenti Swatch, è andato a casa, grazie a una buona diversificazione del gruppo che ne ha garantito la tenuta ma anche a scelte interne.

La scelta in quel caso fu quella di discutere con le parti sociali il congelamento degli aumenti salariali, previsti dal contratto, per garantire il mantenimento dell'occupazione di tutti i suoi dipendenti.
Un imprenditore illuminato, potremo dire, che oggi la Svizzera che pur non gli ha dato i natali rimpiange come un suo imprenditore pioniere.

 

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