[29/06/2010] News

Agroalimentare, Wackernagel: «A settembre già consumato ciò che si può generare in un anno»

FIRENZE. "Un cibo sano per tutti" può apparire uno slogan banale ma rappresenta l'obiettivo, raggiunto il quale, avremo fatto anche enormi passi in avanti per la salvezza del Pianeta. Nessun "pasto è gratis" più volte greenreport lo ha ricordato, ma le produzioni di qualità, basate sulle filiere locali e su un'agricoltura di presidio hanno sicuramente anche un minore impatto sull'ambiente. E poi per limitare la pressione antropica di questo settore si può senza dubbio, specialmente nel nord del mondo, consumare e sprecare meno. L'attività agricola attuale, fondamentalmente di tipo intensivo, è responsabile della produzione di gas serra per una quota pari al 33% del totale delle emissioni nel pianeta. E questa percentuale è aumentata significativamente negli ultimi anni. Questo dato è stato fornito dalla ricercatrice austriaca presso l'International energy agency di Parigi (Iea) Barbara Buchner, durante il convegno "Alimentazione e ambiente: sano per te, sostenibile per il Pianeta" organizzato dal Barilla center for food & nutrition (Bcfn). «L'alimentazione è responsabile del 25% dell'impatto ambientale di ogni persona» ha inoltre aggiunto la ricercatrice. Su questo aspetto si è poi soffermato a lungo Mathis Wackernagel, presidente di Global footprint network e noto come l' "inventore" dell'impronta ecologica, evidenziando come i consumi agroalimentari siano eccessivi rispetto alla produzione. «Gli ecosistemi sono la nostra ricchezza principale e in un mondo in cui le biocapacità sono limitate, la cecità su questi temi porta al rischio collasso del sistema. A settembre, in nove mesi dunque, avremo consumato già tutto quello che si può generare in un anno. E spetta all'uomo decidere come vivremo nel futuro, anche attraverso l'alimentazione» ha concluso Wackernagel.

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