[28/06/2010] News toscana

Partecipazione: le proposte di modifica di Nencini e il punto sulla lr 69/2007

FIRENZE. Esattamente a metà del cammino della sua vita, la legge regionale 69/2007 potrebbe essere modificata «per concentrarsi» - ha dichiarato sabato al "Corriere fiorentino" l'assessore a Bilancio e Rapporti istituzionali Riccardo Nencini - «sulle grandi opere: il nodo fiorentino della Tav, la Tirrenica, la pista dell'aeroporto Vespucci, il parco della Piana e così via, e non occuparsi di tutti i coriandoli del territorio». Secondo Nencini, ciò potrebbe passare attraverso «l'utilizzo della rete informatica», elemento che potrebbe consentire l'evoluzione auspicata «senza costi aggiuntivi», e che potrebbe facilitare anche i flussi informativi e il perseguimento di una maggiore trasparenza amministrativa, entrambi elementi da considerarsi insiti nelle pratiche inerenti al perseguimento di una democrazia partecipativa.

La legge 69, promulgata esattamente 2 anni e mezzo fa (27 dicembre 2007), si trova curiosamente proprio in questi giorni a varcare la soglia della mezza età: la sua decadenza (seguita da tre mesi destinati alla valutazione dei processi partecipativi attivati) è infatti fissata per il 31 dicembre 2012. E va detto che questa "maturità" raggiunta dalla prima norma regionale organicamente dedicata alla partecipazione civica e amministrativa ai processi decisionali è ormai visibile nell'ampia rosa di processi attivata in Toscana: secondo il rapporto 2009 pubblicato dall'Authority per la partecipazione, a inizio 2010 erano stati in tutto 48 i progetti finanziati, di cui 20 nel 2008, altrettanti nel 2009 e 8 che, presentati a novembre, insistono nell'esercizio 2010. A fine 2009, di questi 48 progetti 24 erano terminati, 23 ancora in corso, mentre ad uno era stato revocato il sostegno finanziario. Infine, per quanto riguarda l'aspetto economico, la spesa per il 2008 è stata di 642.000 euro, diventati 684.000 nel 2009.

I processi partecipativi, anche se attivati in tutte le province regionali, si sono concentrati (soprattutto per quanto riguarda l'anno 2008) lungo l'asse Arezzo-Firenze-Pistoia-Lucca, e in generale è la provincia di Firenze - dove è stato attivato circa 1/3 dei processi totali - a fare la parte del leone in questo senso, mentre distretti come Prato, Massa e Livorno sono ancora fermi ad un numero limitato di processi aperti.

E' però fermo a zero, e in questo senso è giusta la provocazione di Nencini, il numero di dibattiti pubblici svolti riguardo alle cosiddette "grandi opere", definite dalla legge (art. 7) come «grandi interventi con possibili rilevanti impatti di natura ambientale, territoriale, sociale ed economica», i quali godono di una normativa a parte, esplicitamente dedicata e di diretta ispirazione al "Public debate" previsto dal diritto della repubblica Francese.

E' positiva, quindi, la volontà di agevolare lo svolgimento di questo ambito di partecipazione, e quindi l'effettiva applicazione di una normativa che a questo riguardo segna il passo e che invece - dal punto di vista dei "piccoli progetti" territoriali - sta dando risultati di non poco conto, anche se in un contesto di perdurante sperimentazione, in direzione del perseguimento di una democrazia partecipativa. E' vero cioè quanto Nencini ha affermato descrivendo le ipotetiche linee d'azione finalizzate al miglioramento della legge, e cioè che in Toscana «rimane forte la partecipazione municipalistica e localistica, quando una questione tocca da vicino i cittadini. Appare lenta la partecipazione quando i temi appaiono più lontani. Ed e' quest'ultima che va recuperata», conciliando la volontà di prendere parte alle scelte decisionali che sempre più si esprime attraverso i comitati spontanei «con il moderno riformismo e con la necessità di diminuire il solco tra cittadini e Palazzo».

Partecipazione non solo come pratica di governo del territorio, quindi, ma come veicolo di informazione, trasparenza, e soprattutto come strumento di contrasto all'antipolitica (vedi link in fondo alla pagina). Appaiono andare nella giusta direzione, in questo senso, le parole di Nencini riguardo al "se" occorra evolvere ulteriormente il coinvolgimento dei cittadini toscani nelle scelte che riguardano il territorio da essi vissuto in prima persona: un coinvolgimento che peraltro non trova motivazione solo nel fatto che "è giusto agire così" in direzione di una vera democrazia partecipativa, ma che - è dimostrato dalle numerose esperienze condotte nelle democrazie liberali più avanzate - comporta poi (tendenzialmente) un percorso di realizzazione dei progetti più veloce e spese più contenute, oltre all'attivazione di flussi informativi, comunicativi, educativi (nelle due direzioni: "top-down" e "bottom-up", cioè sia dei tecnici/decisori verso la cittadinanza, sia viceversa) e in generale un parziale prosciugamento del "fiume" che, percorso dalle luride acque dell'antipolitica, separa i cittadini e l'Istituzione.

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