[25/06/2010] News

La governance obsoleta dei G-qualcosa balla il solito lento

TORONTO (Canada) Si è aperto ieri il vertice degli 8 Paesi più industrializzati (G8) ad Huntsville (Distretto di Muskoka, Canada), e già domani diventerà un forum dei Ministri delle finanze e dei governatori delle Banche centrali dei 20 Paesi più industrializzati (G20) e si sposterà a Toronto (Canada).

Nonostante ogni momento la governance mondiale alla quale eravamo abituati segnala il suo superamento e gli aggiornamenti la loro inadeguatezza, la formula tenta di resistere. Mentre l'incontro del G20 si focalizzerà sugli aspetti di cooperazione economica internazionale, il G8 s'incentra su questioni politiche ed, in particolare, su problematiche relative allo sviluppo.

In merito al tema dei cambiamenti climatici, entrambi gli incontri dei leader più importanti della Terra dovrebbero contribuire a mantenere alta l'attenzione sul processo negoziale in corso in seno alla Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (United Nations Framework Convention on Climate Change - UNFCCC).

Ma i primi segnali sono davvero di una debolezza estrema, con una contrapposizione crescente con i paesi emergenti che si riflette sia sulla riforma delle istituzioni finanziarie (la Cina vuole un voting power per i paesi emergenti) sia sull'Ambiente (come emerso a Copenhagen).

Sia il G8 che il G20, va sottolineato, avvengono quest'anno in un momento cruciale dal punto di vista della ricerca e dell'attuazione delle soluzioni necessarie per una serie di sfide globali, tra cui le conseguenze dei mutamenti climatici.

Poi sul tavolo continuano ad esserci MDG's (Obiettivi del millennio), sviluppo, salute materno-infantile, sicurezza, Accountability. Esiste un'iniziativa canadese sulla salute materno-infantile ma che risulta molto complessa ed ancora in discussione, con pure incerti sia lo scopo che le modalità di finanziamento.

Anche per l'Aquila Food Security Initiative sembra che il percorso possa non interrompersi ma cambiare taglio, privilegiando il tracking degli impegni finanziari, con il governo canadese che vorrebbe portare il tema nel tavolo dei G20 in modo da poter coinvolgere i paesi emergenti e ottenere dei finanziamenti.

Anche questa volta tante realtà di società civile si sono mobilitate e stanno cercando di far sentire la loro voce consapevoli che su troppe situazioni di crisi si è davvero troppo vicini a dei punti di non ritorno. Tra gli altri circa un migliaio di dimostranti delle popolazioni native e loro sostenitori hanno manifestato nel centro di Toronto.

La marcia è partita dalla sede del Parlamento provinciale per raggiungere poi il centro di Toronto, su Dundas square, per chiedere al governo canadese il rispetto dei loro diritti. Urlando slogan, suonando tamburi e fermandosi spesso per cantare, il più massiccio gruppo di manifestanti visto finora in questi giorni che precedono i summit internazionali è stato seguito da decine di auto civette della polizia.

Qualcuno dei dimostranti portava cartelli con le scritte: "Vergogna: condizioni da terzo mondo nelle riserve canadesi" e "Diritti dei nativi, diritti umani". Di fronte al parlamento, Patrick Madahbee, capo del grande Consiglio Nazionale Anishinabek, ha dichiarato che è una vergogna che il Canada non abbia firmato la Dichiarazione delle Nazioni Unite dei diritti degli indigeni.

Torna all'archivio