[24/06/2010] News

Condono edilizio: il gioco delle 3 carte del senatore Tancredi

GROSSETO. Aveva ammesso lo sbaglio il senatore del Pdl Paolo Tancredi (Nella foto), che era stato il primo firmatario dell'emendamento nel testo della manovra finanziaria che introduceva un condono edilizio e che ne prevedeva l'estensione anche alle aree protette. «Un condono così a maglie larghe non era stato previsto. È stato un errore firmarlo. Purtroppo tra centinaia di emendamenti è sfuggito», aveva detto Tancredi in una intervista, dopo che il governo, per bocca del ministro del Tesoro Giulio Tremonti, aveva garantito che sarebbe stato ritirato.

Ma aveva anche dimostrato che in realtà al condono ci stava pensando quando ha dichiarato che «c'è stato un errore sulle aree protette, mentre sul condono edilizio si può aprire il dibattito».

Ma anziché aprire il dibattito il senatore Tancredi ha trovato un'altra strada e ha infatti presentato, e non lo ha ritirato, un emendamento a propria e unica firma, grazie al quale il proprietario di un immobile  abusivo ha il diritto di prelazione quando questo  viene acquisito e messo  all'asta dal comune.

La manovra del collega parlamentare Tancredi è stata svelata dai due senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, che dichiarano in una nota che «la maggioranza e il senatore Tancredi sulla sanatoria edilizia stanno facendo  il gioco delle tre carte: sfilano lo sfacciato e indecente emendamento alla  finanziaria che aveva fatto gridare al complotto il sottosegretario Bonaiuti,  ma ne tengono un altro, un condono mascherato ma altrettanto devastante e  ancora più indecente».

«La tentazione di fare un regalo ai furbi e al mattone illegale - continuano i senatori democratici -  è talmente forte per questa maggioranza che si sono  inventati un cavillo con il quale si affida direttamente ai  comuni il compito di premiare gli abusivi».

Con questo emendamento  inserito all'articolo 19, gli immobili abusivi entrano, infatti,  nella disponibilità del  patrimonio di un comune, che invece di procedere all'abbattimento con la ruspa lo mette all'asta. L'immobile quindi dopo essere sanato e inserito nel catasto potrà tornare ai responsabili dell'abuso.

«Dopo di ché- sottolineano Ferrante e Della Seta- basta fare in modo che l'asta vada semi- deserta, e il prezzo d'acquisto risulterà irrisorio». E si chiedono se «l'emendamento che proponeva sic et simpliciter il terzo  condono edilizio dell'era Berlusconi fosse uno specchietto per le allodole,  fatto per distrarre l'attenzione da quest'altra vergognosa sanatoria». Augurandosi di ricevere «sdegnate smentite a stretto giro».

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