[24/06/2010] News

Greenpeace, Legambiente e Wwf: Sulle rinnovabili il governo punti pił in alto

GROSSETO. Legambiente, Greenpeace e Wwf Italia rilanciano gli impegni sul clima. Lo hanno fatto oggi presentando due documenti: uno per chiedere al Governo obiettivi più ambiziosi per le rinnovabili e illustrare uno scenario di sviluppo al 2020 con potenzialità per il Paese maggiori di quelle previste nel Piano nazionale per il raggiungimento degli obiettivi europei, e l'altro per chiedere di innalzare al 30% l'obiettivo europeo di riduzione dei gas serra, indispensabile per fermare i cambiamenti climatici e utile anche ai fini del rilancio economico italiano e europeo.
Il ministero dello Sviluppo economico ha infatti pubblicato sul sito il il Piano di azione nazionale previsto dalla direttiva 2009/28/CE per il raggiungimento, entro il 2020, dell'obiettivo vincolante di coprire con energia da fonti rinnovabili il 17% dei consumi lordi nazionali. Il documento è in consultazione sul sito del Mse (www.sviluppoeconomico.gov.it) fino al 29 giugno, per essere successivamente trasmesso alla Commissione europea.

Mentre si discute a Bruxelles sulla proposta del commissario europeo per le Azioni sul clima Connie Hedegaard, di ridurre del 30%, anziché del 20%, le emissioni di Co2 al 2020.
Proposta che ha accolto il parere favorevole di alcuni stati dell'unione, come dimostrano le recenti dichiarazioni dei ministri dell'Ambiente di Francia e di Germania ma non quello dell'Italia.
Il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo ha infatti già annunciato che l'Italia si opporrà a tale proposta.

«Il piano di sviluppo delle fonti rinnovabili presentato dal Governo dimostra che l'Italia ce la può fare a raggiungere gli obiettivi europei al 2020. Ma ora si spinga in questa direzione con chiarezza e si valorizzino le potenzialità del Paese». Affermano le tre associazioni per cui erano presenti Giuseppe Onufrio, Direttore Greenpeace Italia, Vittorio Cogliati Dezza, Presidente Legambiente, Mariagrazia Midulla, Responsabile Clima ed Energia WWF Italia.

Rispetto al Piano di azione nazionale presentato dal Governo per raggiungere il 17% dei consumi lordi nazionali grazie alle fonti rinnovabili, target fissato dall'Unione Europea al 2020 per il nostro paese, il documento il documento di Legambiente, Greanpeace e Wwf ha analizzato i potenziali per le diverse fonti rinnovabili forniti dalle associazioni di settore e dal Ministero dello Sviluppo economico, ed ha delineato diversi scenari da mettere a confronto. Il primo, denominato verde, secondo cui le energie rinnovabili potrebbero produrre al 2020 152 TWh solo nel comparto elettrico (contro i 119 TWh indicati dal governo) e arrivare nel complesso a garantire 28 Mtep di energia primaria (contro i 22,3 Mtep stimati dal Piano d'azione.)

Se i consumi finali di energia elettrica dell'Italia si attestassero dunque a 366 TWh al 2020, così come stimato dal Governo nel Piano d'azione, le rinnovabili potrebbero coprire addirittura il 41,5% del consumo finale di elettricità già nel 2020, mentre nel caso dello scenario a maggiore efficienza energetica - che è quello da assumere come obiettivo per le tre associazioni ambientaliste - la quota salirebbe al 45%. Se poi si assumono tutti i valori massimi, presentati dalle diverse associazioni industriali di settore, la quota delle rinnovabili salirebbe addirittura oltre il 48% .

«Tutti gli studi mostrano come l'Italia abbia le potenzialità per fare delle rinnovabili il perno di una nuova politica energetica che permetta di ridurre la dipendenza dall'estero e l'utilizzo di fonti fossili» hanno dichiarato i tre esponenti delle associazioni.

Ed hanno sottolineato come sia possibile fare a meno di importazioni di energia elettrica rinnovabile, come invece previsto dal Piano di Governo per il raggiungimento degli obiettivi con benefici evidenti in termini economici, ambientali e occupazionali, dalla spinta alla realizzazione di impianti sul territorio italiano.

Le fonti rinnovabili, infatti, secondo Wwf, Greenpeace e Legambiente possono essere uno straordinario strumento per uscire dalla crisi, ma gli obiettivi - ricordano le associazioni - non bastano. C'è anche bisogno di strumenti adeguati, come interventi sulle reti elettriche e un quadro di regole certo per le autorizzazioni degli impianti, oltre alla chiarezza sugli incentivi.
Elementi che stentano però ad emergere. Non sono, infatti, state emanate né le linee guida per la realizzazione delle rinnovabili, attese da ben 7 anni e il nuovo conto energia per il 2011, che pare essere in dirittura d'arrivo non è comunque ancora pesesentato.

«Fa bene il Piano a puntare sugli attuali incentivi, rivedendoli per ridurre sprechi e dare certezze agli investimenti - hanno aggiunto le tre associazioni -. Ci aspettiamo dal Governo coerenza rispetto a questi impegni a partire dai certificati verdi, a cui l'attuale manovra economica toglie ogni futuro, dal conto energia per il solare fotovoltaico e dalla detrazione del 55% per il solare termico che scadono a dicembre, su cui si continua a non avere certezze».

Le associazioni ribadiscono poi che il documento sul Clima che hanno presentato stamani dimostra che «l'Italia avrebbe tutto da guadagnare nella lotta ai cambiamenti climatici con l'incremento delle ambizioni europee di riduzione delle emissioni».
Per questo chiedono anche al Governo di non ostacolare l'obiettivo europeo di riduzione dei gas serra di almeno il 30% entro il 2020.

I dati del 2008 indicano infatti che l'Europa aveva già ridotto le emissione dell'11,3%, anche per effetto della crisi economica, quindi l'obiettivo di riduzione del 20% non fornisce una sufficiente spinta all'innovazione tecnologica e industriale, ma sarebbe anzi un rallentamento del trend storico di riduzione delle emissioni.

«La scelta di osteggiare un accordo per l'aumento delle ambizioni a livello europeo- dichiarano le tre associazioni- non fa che danneggiare l'interesse del Paese, sia nella prospettiva di impegno nella lotta ai cambiamenti climatici che in quello di trasformare questa necessità in un grande investimento nel futuro che può aiutare l'innovazione e la competitività del Paese nel quadro della nuova economia».

 

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