[18/06/2010] News

Efficienza energetica in edilizia, l'Ue rivede e aggiorna la direttiva

LIVORNO. Anche gli edifici sono responsabili del consumo globale di energia per questo il rendimento energetico nell'edilizia è regolamentato. E' del 1991 la direttiva europea sul rendimento energetico, ma dato che nel corso degli anni è stata sottoposta a varie modifiche adesso l'Ue provvede, per motivi di chiarezza, alla sua riforma.

La nuova direttiva è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale europea di oggi ed entrerà in vigore fra venti giorni.

La nuova direttiva, dunque, promuove il miglioramento della prestazione energetica degli edifici all'interno dell'Unione, tenendo conto delle condizioni locali e climatiche esterne, delle prescrizioni relative al clima degli ambienti interni e all'efficacia sotto il profilo dei costi. Riguarda, quindi, il quadro comune generale di una metodologia per il calcolo della prestazione energetica integrata degli edifici e delle unità immobiliari; l'applicazione di requisiti minimi alla prestazione energetica di edifici e unità immobiliari di nuova costruzione; l'applicazione di requisiti minimi alla prestazione energetica di edifici esistenti, elementi edilizi e sistemi tecnici per l'edilizia. E riguarda anche i piani nazionali destinati ad aumentare il numero di edifici a energia quasi zero; la certificazione energetica degli edifici o delle unità immobiliari; l'ispezione periodica degli impianti di riscaldamento e condizionamento d'aria negli edifici e i sistemi di controllo indipendenti per gli attestati di prestazione energetica e i rapporti di ispezione.

I requisiti stabiliti però, sono requisiti minimi e non impediscono ai singoli Stati membri di mantenere o prendere provvedimenti più rigorosi. Anche se tali provvedimenti (che devono essere notificati alla Commissione) devono essere compatibili con il trattato sul funzionamento dell'Unione europea.

Gli edifici sono responsabili del 40% del consumo globale di energia nell'Unione. Quindi, la riduzione del consumo energetico e l'utilizzo di energia da fonti rinnovabili nel settore dell'edilizia costituiscono misure necessarie per ridurre la dipendenza energetica dell'Unione e le emissioni di gas a effetto serra. Anche perché l'utilizzazione efficace, accorta, razionale e sostenibile dell'energia riguarda i prodotti petroliferi, il gas naturale e i combustibili solidi, che sono le principali sorgenti delle emissioni di biossido di carbonio.

Unitamente ad un maggior utilizzo di energia da fonti rinnovabili, le misure adottate per ridurre il consumo di energia consentirebbero all'Ue di conformarsi al protocollo di Kyoto e di contribuire a rispettare sia l'impegno a lungo termine di mantenere l'aumento della temperatura globale al di sotto di 2 °C, sia l'impegno di ridurre entro il 2020 le emissioni globali di gas a effetto serra di almeno il 20 % al di sotto dei livelli del 1990 e del 30 % qualora venga raggiunto un accordo internazionale.

Inoltre la riduzione del consumo energetico e il maggior utilizzo di energia da fonti rinnovabili rappresentano strumenti importanti per promuovere la sicurezza dell'approvvigionamento energetico e gli sviluppi tecnologici e per creare posti di lavoro e sviluppo regionale, in particolare nelle zone rurali. Del resto la gestione del fabbisogno energetico è un importante strumento che consente all'Unione di influenzare il mercato mondiale dell'energia e quindi la sicurezza dell'approvvigionamento energetico nel medio e lungo termine.

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