[17/06/2010] News

Il Giappone vuole approvare la legge sul clima prima di Cancun (elezioni permettendo)

LIVORNO. Il nuovo governo giapponese uscito dalla crisi di consenso che ha travolto in pochi mesi il precedente governo di centro-sinistra, si è dato l'obiettivo di approvare una legge sul clima prima del summit dell'Unfccc di Cancun del dal 29 novembre - 10 dicembre.

Si tratta di un impegno coraggioso,dato che il Giappone è il quinto più grande inquinatore del pianeta  e  che il Partito democratico del Giappone (Dpj) che guida il governo di Tokyo aveva trovato subito difficoltà, anche a causa della forte opposizione delle grandi industrie, a far passare un disegno di legge che prevede un sistema obbligatorio di scambio di emissioni e che il Parlamento non è riuscito ad approvare nella sessione legislativa terminata ieri.

Il ministro dell'ambiente Sakihito Ozawa ha detto che ha intenzione di ripresentare il disegno di legge al Parlamento dopo le elezioni della Camera alta previste per l'11 luglio, dove però il Dpj rischia di pagare care tutte le sue debolezze e divisioni interne venute a galla con la crisi e con il brutto affare della base Usa ad Okinawa..

Comunque Ozawa sembra molto determinato: «Vogliamo portare a termine il progetto di legge per la Cop16, in modo da poter dimostrare la nostra determinazione. Pensiamo che il disegno di legge sia la proposta migliore, quindi non prevediamo di apportare delle modifiche».

Il Giappone si era impegnato a ridurre entro il 2020 del 25% le sue emissioni rispetto ai livelli del 1990. Ozawa ha però detto ai giornalisti di non poter escludere la possibilità di un indebolimento di queste previsioni se il Dpj non riuscirà a mantenere la maggioranza assoluta nelle elezioni del Senato, ma ha anche confermato che il governo punta a riproporre ed attuare il progetto di legge nella sua forma attuale. Il Dpj dispone di una larga maggioranza nella Camera bassa (più importante dal punto di vista legislativo), ma un cattivo risultato per il partito nelle elezioni del Senato lo costringerebbe comunque a chiedere l'appoggio dei partiti minori che hanno lasciato il governo per l'affaire Okinawa.

La proposta di legge prevede un piano che introdurrebbe una tassa ambientale a partire dal 2011, la promozione delle energie rinnovabili fino ad arrivare al 10% del fabbisogno energetico del Giappone entro il  2020 e soprattutto un obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra dell'80% per cento entro il 2050.

Ozawa ha detto di sperare che i piani per un Emissions trading system (Ets) obbligatorio resteranno in campo nonostante il ritardo nell'approvazione ella legge. Infatti l'Ets giapponese dovrebbe essere elaborato con un'altra legge entro un anno dall'approvazione della legge sul clima, la data prevista era quella del 2011 per poter avviare un carbon market obbligatorio nel 2012 o nel 2013 che dovrebbe sostituire l'attuale mercato nazionale volontario del carbonio che si basa sugli obiettivi (promessi) delle imprese.

Le carte che il governo di Tokyo intende giocare sono quelle di un forte raccordo con la legge in discussione al Senato Usa  e di accordi bilaterali con i Paesi in via di sviluppo per ridurre le sue emissioni attraverso l'acquisto di quote con il trasferimento di tecnologie e prodotti low carbon.

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