[14/06/2010] News

Wind day: Italia, tra certezze del presente e futuro che potrebbe essere pił roseo

FIRENZE. Il Wind day che si celebra domani, nato nel 2007 e promosso dall'Associazione dell'energia eolica (Ewea), da giornata europea si è trasformato in una manifestazione di carattere mondiale che coinvolge il Consiglio globale dell'energia eolica (Gwec), con la crescita della manifestazione che è andata di pari passo all'affermazione del settore eolico sul territorio. Quest'anno è attesa la partecipazione di un milione di persone in tutto il mondo con più di 300 eventi organizzati. L'obiettivo è quello di sensibilizzare cittadini e opinione pubblica sulle qualità di questo tipo di energia rinnovabile, ritenuta a breve termine la risposta più strutturata, alternativa all'energia prodotta dal fonti fossili.

L'Italia nel settore tra l'altro può giocare una partita di rilievo. I dati pubblicati dall'Ewea posizionano infatti il nostro paese al terzo posto (nel 2009) per nuova capacità installata. La potenzialità è aumentata l'anno scorso di 1114 MW, un 11% di quella europea, ponendo il nostro paese tra i mercati trainanti per il settore anche se ancora lontano dai Paesi leader come Spagna (installazione di 2459 nel 2009) e Germania (1917 MW). Come valore assoluto, sempre secondo dati Ewea, l'Italia è arrivata nel 2009 a 4844,80 MW.

In base ad alcune stime la capacità eolica complessiva europea dal 2009 al 2020 arriverà a 230 GW di cui l'Italia ne produrrà 11,8 GW, la  Germania, 25,1GW, la Spagna, 23,3 GW, la Gran Bretagna, 22,8GW, e la Francia, 19,6 GW. Per l'Anev (Associazione nazionale dell'energia del vento), le difficoltà per una crescita ancora più consistente dell'eolico in Italia sono dovute alla burocrazia (per avere un permesso per un impianto eolico ci vogliono mediamente 3- 4 anni), ad una rete elettrica ancora insufficiente per assorbire tutta l'energia prodotta con il vento (dal 2008 si sono avuti casi di modulazione interrotta, cioè vuol dire che l'operatore della rete impone il blocco degli impianti eolici per evitare il surriscaldamento), ed infine la "tegola" dell'ultima ora. Un decreto in corso di elaborazione nella manovra del governo (greenreport ne ha già diffusamente parlato) prevede che il Gestore dei servizi energetici non possa più acquistare i certificati verdi. Secondo Anev la nuova misura elimina l'unico meccanismo di garanzia del sistema di sostegno alle energie rinnovabili e se approvata farà crollare il valore dei certificati verdi con un effetto devastante per il settore. Saranno messi a rischio 25.000 posti di lavoro, attualmente garantiti in Italia dal mercato eolico e dal suo indotto (uno dei pochi comparti che hanno consentito in questo periodo di crisi la crescita occupazionale del paese), senza pensare che saranno a rischio gli impegni presi con l'Europa per il 2020 con possibili sanzioni comunitarie.

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