[10/06/2010] News

Il presidente di Europen windfarm Italy: sull'eolico politica incoerente del governo italiano

GROSSETO. IL 14 giugno sarà il Wind Day, giornata mondiale dedicata all'eolico, nata in Europa per far conoscere e sensibilizzare la popolazione e le istituzioni su questo tipo di produzione energetica.

Legambiente, in collaborazione con l'Anev e la rete di parlamentari europei "Globe Europe" , organizza il giorno precedente (lunedì 14 giugno alle 15) al Palazzo Bologna del Senato un convegno dal titolo: La spinta dell'Europa  alle fonti rinnovabili, con introduzione di Francisco Javier Garcia Breva, del  Psoe spagnolo, Xavier Desgain, del Green Party belga, Rafael Jiménez-Aybar, director Joint Globe Secretariat in Europe e Carlo Corazza, direttore della rappresentanza italiana della Commissione europea e dove molti rappresentanti italiani politici, istituzionali e delle associazioni del settore discuteranno delle fonti rinnovabili in Europa come leva per ridurre la dipendenza dalle fonti fossili e le emissioni di CO2.

In un momento particolarmente nevralgico per il settore delle rinnovabili nel nostro paese, riconosciuto tale anche dal sottosegretario del ministero dello Sviluppo Stefano Saglia, per le disposizioni introdotte all'art.45 della manovra economica che congela, con carattere  retroattivo, il  ritiro dei Certificati verdi in eccesso sul mercato, da  parte  del  Gestore  dei  servizi elettrici.

Una disposizione che pone forti criticità per gli investitori del settore delle rinnovabili, che ha dimostrato una straordinaria dinamicità anche in un periodo di crisi come quello attuale, oltretutto a fronte di minimi ritorni per le casse dello Stato.

Uno dei settori delle rinnovabili che potrebbe risentire in modo particolarmente negativo di questa disposizione è quello dell'eolico che ha fatto registrare un +30% rispetto all'anno precedente grazie ai circa  1.100 MW installati,  raggiungendo  4.845 MW di potenza complessiva installata e 6,7 TWh di energia elettrica prodotta dal vento, portando l'Italia al terzo posto in Europa.

«Questo provvedimento è un danno enorme per il settore delle rinnovabili e dell'eolico in particolare e porterà effetti gravissimi a fronte di un risparmio davvero minimo, che il governo ha valutato in circa 4 miliardi di euro» ci ha detto Ali Rahimian, presidente della European wind farms Italy impegnata nella gestione e nella realizzazione di diversi parchi eolici, soprattutto nell'Italia centrale.

Ci spieghi meglio perché sarà un danno gravissimo e perché per l'eolico in particolare.

«Perché il meccanismo previsto dal governo Prodi prevedeva di innalzare la percentuale obbligatoria del 2,5% di produzione di energie rinnovabili da parte dei produttori di energia tradizionale, che lo possono coprire anche ricorrendo all'acquisto dei certificati verdi emessi dai produttori di energie pulite. Ma questo obbligo non è stato rispettato e dato che la produzione di energia rinnovabile è aumentata si è verificato un eccesso di certificati verdi sul mercato, che il Gse aveva comunque l'obbligo di ritirare. Il provvedimento previsto dalla manovra finanziaria togliendo questo obbligo e oltretutto in forma retroattiva, ovvero anche per gli impianti giù realizzati e in fase di esercizio, ha tolto la garanzia per i produttori di vedersi ritirare i certificati verdi a prezzi stabilizzati dal Gse e  farà crollare il mercato finanziario».

Ci spieghi meglio questo meccanismo.

«Il produttore di energia rinnovabile avendo la certezza che i certificati verdi venivano ritirati da parte del Gse, con una validità di 3 anni, ovvero sapendo che i certificati verdi sarebbero stati collocati e che oltretutto per quel periodo il prezzo rimaneva stabile sul mercato, potevano fornire questa garanzia alle banche per ottenere i finanziamenti. Adesso, con il provvedimento previsto dall'art.45 della manovra, tutto questo andrà a decadere e metterà in ginocchio soprattutto le piccole imprese, non certo le grandi come Enel, che non avranno alcun problema. Quindi si producono due effetti gravi: si toglie la garanzia di poter vendere i certificati verdi perché non si aggiorna l'obbligo della percentuale di energia rinnovabile per i produttori di energia convenzionale,  creando quindi condizioni di un surplus di certificati verdi . E togliendo l'obbligo di ritiro da parte del Gse si fa perdere il valore dei certificati verdi invenduti, annullando il beneficio per il produttore e facendogli perdere le garanzie da parte del sistema finanziario».

A risentirne maggiormente sarà l'eolico perché è quello in cui si hanno produzioni maggiori e più concentrate?

«Sì, per questo motivo e anche perché il settore eolico è già soggetto ad una serie di esborsi per cui alla fine gli incentivi ottenuti attraverso i certificati verdi non sono così elevati. E' l'unico paese l'Italia in cui l'eolico garantisce le royalties ai comuni, oltre a garantire proventi per le casse locali attraverso l'Ici. Ed è l'unico paese in cui le società titolari debbono pagare le tasse al contrario di quanto avviene per le società che producono energia da fonte convenzionale».

Eppure l'eolico è un settore che ha ottenuto risultati importanti e che può dare un contributo significativo agli obiettivi europei

«E' vero. Il resto d'Europa e del mondo sta investendo sull'eolico, perché tra le rinnovabili è la tecnologia più matura, mentre il governo italiano lo sta penalizzando optando per una scelta del tutto incoerente, perché come gli altri paesi europei dovrà rispettare gli obiettivi vincolanti del pacchetto 20-20-20 e con il provvedimento previsto in questa manovra oltre a portare gravi danni al settore metterà anche a rischio la possibilità di rispettare quegli obiettivi».

Torna all'archivio