[09/06/2010] News

Il mondo dei parchi: con i tagli indiscriminati del governo si sancisce la fine delle aree protette

FIRENZE. Se con le forbici in mano e ad occhi bendati si incomincia a "tagliare" in modo indiscriminato, si rischia di mandare in agonia interi settori che già oggi hanno solo un "filo" di fiato. E' questo il caso dei parchi nazionali e riserve statali, per cui è previsto un taglio del 50% degli stanziamenti per il 2011.

Le aree protette dovevano essere aree presidio per rilanciare un diverso modello di sviluppo sull'intero territorio e nonostante la forte sofferenza, almeno all'interno dei loro confini, sono riuscite a tutelare la natura. Nell'Anno internazionale della biodiversità invece di scegliere i Parchi quali settori di rilancio su cui investire per incrementare anche la buona occupazione, il governo li taglia come rami secchi.

A denunciarlo un folto gruppo di associazioni ambientaliste e di rappresentanza del mondo delle aree protette (Wwf, Legambiente, Unione per i parchi e la natura d'Italia, Marevivo, Cts, Aidap -associazione italiana direttori e funzionari aree protette-, 394 -associazione nazionale dipendenti aree protette-, Aigap -associazione italiana guardaparco, Istituto Pangea onlus, Lipu, Italia Nostra, Fai).

«Immaginiamo che, come già avvenuto per i beni culturali, il taglio sia avvenuto all'insaputa del ministro- dichiarano le associazioni- L'auspicio è che si tratti di un errore materiale, che il ministro Prestigiacomo provvederà a recuperare, ma anche in questo caso resta l'ulteriore taglio del 10% lineare su tutte le spese, previsto per tutti i ministeri, senza alcuna valutazione degli effetti e senza alcun sforzo di operare su realtà diverse con metro specifico, tutti uguali, i grandi e i piccoli, realtà molto diversificate».

I firmatari del documento spiegano che un eventuale taglio del 50% non consentirebbe neanche di ottemperare agli obblighi contrattuali in essere con il personale, per le sedi, per la gestione dei mezzi. Molti posti di lavoro sarebbero messi in discussione quelli diretti e quelli dell'indotto: le cooperative per l'educazione ambientale, per il turismo, per gli altri servizi connessi alla conservazione della natura. A subire una forte ulteriore contrazione sarebbe anche la già esigua attività di sorveglianza ad esempio nei Parchi naturali regionali, con riflessi negativi sulla tutela del territorio.

«Non si capisce come i parchi possano aiutare territori depressi o marginali a trovare una strada autonoma per lo sviluppo sostenibile, se non si possono organizzare iniziative, convegni, fare pubblicazioni o incontrare la gente nei paese fuori dall'orario di ufficio- sottolineano le associazioni firmatarie- Noi crediamo, invece, nel ruolo propulsivo delle aree protette, della gente dei parchi, crediamo anche che nella pubblica amministrazione ci sia tantissima gente che lavora ed opera per il bene comune, per uno stipendio che spesso non è in grado di garantire la stessa sopravvivenza di una famiglia».

In sintesi sono tre le richieste che avanzano Wwf, Legambiente, Unione per i parchi e la natura d'Italia, Marevivo, CTS, Aidap, 394, Aigap, Istituto Pangea onlus, Lipu, Italia Nostra, Fai: che il taglio del 50% non vada a interessare i parchi e le altre aree protette; che i limiti imposti alle pubbliche amministrazioni, i tagli generalizzati ai ministeri, le riduzioni dei personale, non si applichino agli Enti Parco; che nell'Anno internazionale della biodiversità, ogni attività scientifica per la tutela di fauna, flora e habitat resti esclusa dal "blocco" degli studi e delle consulenze, anzi è fondamentale che vi siano assegnate ai Parchi risorse mirate a indagini e monitoraggio della biodiversità, per evitare che la Strategia nazionale rimanga senza attuazione. «In quasi 20 anni dall'entrata in vigore della legge 394/91 i parchi sono stati forti attrattori di risorse comunitarie e anche private verso territori dimenticati e sono, guarda caso, tra le poche realtà italiane dove il countdown 2010 per l'arresto della perdita di biodiversità non è fallito» concludono le associazioni firmatarie.

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