[07/06/2010] News toscana

Il libro di Tozzi e le polemiche seguenti

LIVORNO.  Si può pensare ad un colpo di sole, oppure si deve dedurre che il presidente del PNAT Mario Tozzi abbia voluto provocare. Altrimenti, il contenuto del suo ultimo libro "Nel nome del parco-Un anno sull'arcipelago", le affermazioni riportate dal Tirreno, avrebbero solo esiti negativi. Se questo è, non dubitiamo, è bene chiarirlo, perchè altrimenti si rischia un effetto boomerang, si metterebbe in difficoltà chi nel parco ha creduto e crede, pur nei limiti di una navigazione perigliosa per vicende interne ed esterne all'istituzione.

Si rischia di far coagulare interessi contro anche quando non omogenei, di favorire una deriva dell'opinione pubblica sfavorevole al parco. Tozzi, persona colta, ricercatore, ottimo divulgatore scientifico, queste cose non può non saperle, quindi se non vuole essere tacciato di snobismo culturale, deve necessariamente far capire che oltre la provocazione c'è una fatica quotidiana per il parco, per la tutela dell'ambiente, che non è prerogativa esclusiva, ma che è processo condiviso e da condividere, anche quando quetsa politica richiede percorsi meno diretti se non proprio tortuosi.

D'altra parte sarebbe presuntuoso pensare che un parco possa prescindere dagli abitanti del suo territorio, che l'amministrazione di un parco possa concretizzarsi in modo avulso da un rapporto quotidiano con le istituzioni territoriali e con la popolazione. Peraltro, come si dice, nessuno nasce imparato, quindi è ben possibile che anche gli elbani come tanti altri debbano svolgere un percorso educativo in materia. Peraltro se gli elbani hanno i  loro difetti (come tutti però), se le lobbies del mattone hanno avuto il loro peso, va ricordato che al di là delle disgraziatissime vicende dei condoni promulgati da pentapartito prima, dal centrodestra poi, quanto costruito all'Elba stava nei PRG approvati a livello regionale, ed è pur sempre vero che fino ad ora non si è avuta una netta percezione del parco come motore di un nuovo modello di sviluppo.

Ovviamente questo non è responsabilità di Tozzi o lo è in parte, cioè da quando è presidente e per quanto sarà ancora presidente, ma se quanto asserito è una provocazione, oltre la sorpresa mediatica, si dovrà pur elaborare una strategia per definire, mettendo attorno ad un tavolo istituzioni e rappresnetanze economiche e sociali, un nuovo modello ecosostenible di sviluppo, a meno che chicchessia non nutra tentazioni "cesariste". Nella situazione data, poche risorse per i parchi, un parco che potremmo definire ancora in fasce anche se esiste da oltre un decennio, non c'è peraltro alternativa ad una alleanza istituzionale e sociale.

Cioè se effettivamente si crede che il parco possa costituire un volano per un nuovo virtuoso ciclo di sviluppo, si deve pensare non già ad imporre una linea, una idea, ma a costruire insieme progetti possibili e concreti. tanto per capirci: un progetto per le energie alternative recuperando aree abbandonate e degradate, un progetto per un sistema di protezione del mare che può prescindere dalla definizione burocratico-poliziesca dell'area marina protetta e risolversi in fatto positivo come avvenuto per esempio per la riserva dello scoglietto di Portoferraio che è una eccellenza per le immersioni subacquee, per il diving finalizzato alla scoperta di fondali e pesci, un progetto per un'agricoltura e una enogastronomia a chilometri zero.

Questi sono ovviamente dei titoli ed altri ce ne posono essere, ma se si crede davvero allo sviluppo sostenibile è probabile che possano trovare più facile consenso questi che non provocatorie deportazioni di elbani e di montenegrini (sempre che questi siano migliori perchè la stampa spesso ci parla di speculazioni niente male anche là nei balcani). La conclusione di questa argomentazione può essere dunque solo una domanda: esiste qualcuno, il presidente del PNAT, un sindaco o qualche sindaco dell'Elba, il presidente della Regione, che voglia invitare tutti ad un confronto reale? Oppure deve ripartire la giostra dei solisti, ovunque collocati, che già hanno finito per consegnarci questa storia del PNAT e del territorio dellisola d'Elba?

Nota della redazione. Ci sembra che tutti parlino del libro di Tozzi senza averlo letto e che un pregio Tozzi lo abbia avuto: ha svelato quanto poco conoscano le prerogative di parco ed Amp quanti ne parlano e ne scrivono, compreso l'Architetto Parigi che stavolta, non ce ne voglia, ci pare sia stato un po' inesatto.

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