[04/06/2010] News toscana

La carbon footprint della filiera vitivinicola: un progetto sperimentale in provincia di Grosseto

FIRENZE. Si è svolta oggi a Grosseto la prima giornata del convegno internazionale "Low carbon economy: un nuovo approccio per la competitività nella filiera agro-alimentare",
in cui studiosi e ricercatori si sono confrontati con il mondo della grande distribuzione americana e nazionale rappresentata da Coop Italia.

«Il convegno - ha spiegato Leonardo Marras, presidente della provincia - mette a confronto il mondo scientifico e imprenditoriale sull'importanza di certificare l'emissione di CO2 nei processi produttivi: una scelta di sostenibilità ambientale che si sta rivelando anche un'opportunità per trovare nuovi sbocchi commerciali. Negli ultimi anni, infatti, stanno emergendo fasce di consumatori sempre più sensibili alle buone pratiche nei processi produttivi, premiando i prodotti ottenuti con un basso impatto ambientale. La provincia di Grosseto, in questo senso, è una delle realtà più attente e all'avanguardia a livello nazionale, avendo portato avanti, insieme alla Scuola Sant'Anna di Pisa e all'Istituto per il commercio estero (Ice) un progetto pilota, che coinvolge 4 importante realtà del settore vitivinicolo locale: l'azienda Le Pupille situata nel comune di Scansano; l'azienda MorisFarms nel comune di Massa Marittima, e le Cantine cooperative di Scansano e Pitigliano con una parte dei loro soci. Un'esperienza positiva che in futuro vogliamo estendere al settore olivicolo e alle altre filiere» ha concluso Marras.

I particolari del progetto sono stati illustrati da Enrico Bonari della Scuola Sant'Anna di Pisa «Il progetto iniziato circa un anno fa con la raccolta e l'elaborazione dei dati, ci ha consentito di quantificare per ciascuna azienda e cantina coinvolte, il gas effetto serra emesso nella produzione di una bottiglia di vino. Abbiamo tenuto conto dell'intera filiera: dalle operazioni di impianto dei vigneti, alla raccolta delle uve, fino all'imbottigliamento e alla distribuzione del prodotto. Questo studio, personalizzato per ciascuna realtà produttiva, potrà essere utilizzato dalle aziende per chiedere la certificazione "Carbon FootPrint" che misura l'impatto delle attività umane sull'ambiente in termini di emissioni di gas serra».

Oltre agli aspetti ambientali, questa certificazione sarebbe un valore aggiunto per le produzioni locali, con particolare riguardo al mercato internazionale.
«La grande distribuzione americana- ha informato Gianni Fiaccadori dell'Ice- ha dimostrato interesse per questo progetto pilota e per la promozione di panieri che riuniscono i più importanti prodotti tipici della Maremma, dal vino, all'olio, ma anche altre produzioni che esprimono l'unicità e la qualità del territorio»

Domani il convegno proseguirà (Sala Pegaso di Palazzo Aldobrandeschi) e vedrà la partecipazione anche di Federico Vecchioni, presidente nazionale di Confagricoltura, alla Tavola rotonda con tutte le organizzazioni agricole.

 

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