[04/06/2010] News

Una bomba atomica sulla marea nera?

LIVORNO. Mentre il cratere creato sul fondo del Golfo del Messico dall'esplosione e dal naufragio della piattaforma Deepwater Horizon vomita senza sosta milioni di litri di petrolio, mentre gli Stati Uniti affrontano sempre più increduli, rabbiosi ed impotenti il peggior disastro ambientale della loro storia e i tentativi di fermare la marea nera da parte della BP falliscono miseramente uno dopo l'altro, mentre Obama dice di essere furioso e si teme che ci vorranno mesi prima che la falla venga chiusa... prende sempre più piede la soluzione "a mali estremi, estremi rimedi".

Quella che sembrava una follia, nella testa di molti sta diventando una possibilità concreta quanto disperata ed estremamente pericolosa: la riesumazione della sua tomba radioattiva della "Operation Plowshare" (Operazione Vomere), l'utilizzo di una bomba atomica per sigillare l'inarrestabile fuoriuscita di petrolio della BP.

«Stiamo parlando di far esplodere una testata nucleare 50 miglia al largo delle coste degli Stati Uniti - spiega allarmata e incredula Greenpeace Usa - Se la BP e le autorità sono state impotenti ad impedire che il petrolio della Deepwater Horizon decimasse le coste della Louisiana, che possibilità hanno con una esplosione nucleare?».

La democrazia capitalista statunitense (ri)prenderebbe quindi l'esempio dagli ex nemici comunisti dell'Unione Sovietica che testarono l'utilizzo "pacifico" delle armi nucleari tra gli anni '60 e ‘80. Secondo i dati in possesso degli americani I russi hanno utilizzato questa tecnica nucleare per tappare col fuoco atomico quattro perdite nel 1966, 1968 e 1972., ma si era sempre trattato di grandi fughe di gas in fiamme e di sversamenti a terra, non di perdite di petrolio sottomarine come gli stessi russi hanno voluto far credere in un primo momento.

Nel 1981, un tentativo di bloccare con un'arma nucleare una fuga di gas nei pressi della foce del fiume Pecora è addirittura fallito. Il rapporto "The Soviet Program for Peaceful Uses of Nuclear Explosions" del 2001 di M. D. Nordyke del Lawrence Livemore National Laboratory, redatto per conto del dipartimento per l'energia del governo Usa, sottolinea che i siti nei quali sono stati eseguiti i test negli Usa e nell'Ex Urss «devono essere delimitati e controllati per sempre». Eppure in diversi ci credono: l'esempio "virtuoso" che viene portato per convincere la gente e i politici della bontà di far saltare una bella bomba atomica davanti a New Orleans ed a due passi dai paradisi turistici della Florida, è quello del settembre del 1966, quando il gas che fuoriusciva incontrollato dai pozzi nella provincia di Bukhara dell'ex repubblica socialista sovietica dell'Uzbekistan venne sigillato con una bomba atomica.

Gli allora nemici comunisti, al culmine della loro illusoria potenza industriale pesante, fatta di acciaio, atomo e Kalashnikov, trovarono una soluzione nuova ed in linea con il gigantismo della volontà sovietica soggiogatrice della natura: perforarono per quasi quattro miglia la sabbia e la roccia del deserto del Kyzyl Kum, e piazzarono in fondo al buco un ordigno nucleare da 30 kilotoni, una volta e mezzo più grande di "Little Boy, la bomba atomica che gli americani avevano sganciato su Hiroshima, l'esplosione fece crollare su se stesso l'intero pozzo del gas, sigillandolo.

Che grazie a giochini come questi e all'obsoleta e irresponsabile industria nucleare civile-militare sovietica e post-sovietica grandi aree dell'Asia centrale siano diventate uno dei luoghi più inquinati e mortali del pianeta e un problema per l'intera comunità internazionale è un particolare che non sembra preoccupare molto l'industria nucleare e gli scienziati che le sono legati e i militari americani che caldeggiano il colpo di maglio nucleare nel Golfo del Messico. Se si voleva un esempio del rapporto incestuoso tra nucleare militare e civile, la storia incrociata dell'Urss e degli Usa, guerra fredda compresa, è lì a dimostrarlo e il disastro del Golfo lo ha fatto riemergere dai nascondigli polverosi della propaganda dei due blocchi che si divisero il mondo e il terrore atomico.

La Operation Plowshare, o meglio il Plowshare Project (da non confondere assolutamente con l'anti-nucleare Plowshare Moviment) era il termine utilizzato negli Usa per indicare lo sviluppo di tecniche per l'uso di Peaceful nuclear esplosions (Pne - esplosioni nucleari pacifiche) e che nell'Urss venivano chiamate "esplosioni nucleari per l'economia nazionale" o "Programma n.7". In tutto i sovietici realizzarono 122 test atomici tra il 1965 ed il 1988. Gli esperimenti dell'Urss, coperti da una segretezza assoluta ma dei quali gli americani hanno alla fine dimostrato di conoscere ogni particolare, iniziarono con un'esplosione a Semipalatinsk, il poligono di tiro atomico che ha avvelenato di radiazioni il nord-est del Kazakistan, ma leggendo il rapporto del dipartimento Usa del 2001 si scopre che il test più noto del "Programma n.7" sono la creazione di un lago vicino al villaggio di Sarzhal, nel Kazakistan, un esperimento per far sgorgare acqua dalle faglie profonde del deserto con un'esplosione atomica, che ha prodotto un cratere di 430 metri di larghezza che ospita un "lago atomico" che è ancora radioattivo, contamina le falde e uccide gli abitanti della zona con il cancro. Sempre per cercare acqua, il 15 gennaio 1965, fu fatta brillare un'atomica sotterranea da 140 Kilotoni, 9 volte quella di Hiroshima, nel letto secco alla confluenza dei fiumi Chagan e Ashy-Su

Gli americani testavano le atomiche "pacifiche" nel'ipotesi di allargare il Canale di Panama o per costruirne un altro attraverso il Nicaragua, subito soprannominato il Canale pan-atomico. Altri utilizzi prospettati erano quelli per la costruire autostrade tra le montagne o di canali fluviali navigabili, ma anche per realizzare enormi depositi sotterranei per lo stoccaggio di acqua, gas e petrolio, per raggiungere gli acquiferi profondi in Arizona o per realizzare, come propose nel 1963 direttamente l'Atomic energy commision Usa, un canale per trasportare l'acqua alla valle di Sacramento in California. Invece la California Division of Highways e la Santa Fe Railway chiesero di poter utilizzare 22 bombe atomiche per scavare la Interstate 40 e una ferrovia attraverso le Bristol Mountains ed il deserto del Mojave. Ma la maggioranza delle proposte di Pne era per la realizzazione di pozzi di gas e negli anni '60 si volevano utilizzare le atomiche per fare il contrario di quello che si vorrebbe fare oggi nel Golfo del Messico: estrarre petrolio dagli scisti bituminosi "squagliandoli" con la bomba. Uno dei pochi Pne Plowshare che stava per essere realizzato davvero era Project Chariot, cioè lo scavo con diverse bombe all'idrogeno di un porto artificiale a Cape Thompson, in Alaska, ma la rivolta delle popolazioni indigene bloccò questa costosoissima e pericolosissima follia.

Ma i test non sono mancati: La prima bomba Pne è stata quella da 3,1 kilotoni del progetto Gnome, fatta esplodere il 10 dicembre 1961 a 361 metri sotto un lago salato a 39 km da Carlsbad, in New Mexico, che produsse una "caverna" sotterranea del diametro di 24 metri ed alta tra i 52 e i 25 m. Gli americani volevano capire se attraverso le esplosioni nucleari era possibile produrre energia geotermica, obiettivo clamorosamente fallito; un proof-of-concept da 104 kilotoni fu realizzato il 6 luglio 1962 a nord di Yucca Flat, nel famigerato Atomic Energy commission Nevada test site (Nts) provocando una nube radioattiva alta quasi 4 km che seminò la sua polvere tossica prima a nord-est e poi fino al Mississippi. In 11 anni gli Usa condussero altri 26 test Pne, ma i finanziamenti finirono nel 1977 dopo aver bruciato più di 770 milioni di dollari. L'ultima esplosione Pne è avvenuta il 17 maggio 1973, sotto Fawn Creek, a 76,4 km da Grand Junction, in Colorado. Tre detonazioni da 30 kiloton simultanee a profondità di 1.758, 1.875 e 2.015 metri, si trattava del terzo esperimento nucleare destinato a stimolare il flusso di gas naturale da depositi profondi, al progetto parteciparono anche industrie come la El Paso Natural Gas, l'Austral Oil e Cer Geonuclear.

L'esperimento ebbe successo nei campi gasieri della Montagne rocciose occidentali, ma poi si scoprì che la cavità prodotta dall'esplosione nucleare non era collegata coi depositi come si sperava e che il gas prodotto conteneva livelli inaccettabili di radiazioni che rendevano impossibile un suo utilizzo. Un fallimento da 82 milioni dollari investiti nel 1974 nel programma nucleare di incentivazione tecnologica del gas: alla fine si scoprì che dopo 25 anni di sfruttamento di tutto il gas disponibile, si sarebbe recuperato solo tra il 15 e il 40% degli investimenti.

L'eredità di questa follia della bombas atomica pacifica nell'ex Urss è pesantissima e nessuno sa davvero quanto sia estesa e pericolosa, mentre le scorie radioattive degli 839 esplosioni nucleari effettuate negli Usa restano come una velenosa eredità impossibile da smaltire... Ma qualcuno sta già pensando (ed ha già chiesto) di utilizzare le bombe atomiche per raggiungere le risorse di gas del Colorado, dove dal 2009 sono stati rilasciati 84 permessi di trivellazione.

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