[04/06/2010] News

Marea nera: la Bp mette "l'imbuto", ma la Guardia Costiera Usa non ci crede ancora

LIVORNO. La Bp è riuscita a piazzare un "imbuto", una nuova grossa cupola, sul vulcano che erutta greggio sul fondo del Golfo del Messico. Però la Guardia Costiera statunitense, scottata dalle precedenti esperienze fallimentari, ha detto di non essere sicura che questo nuovo dispositivo riuscirà a contenere davvero tutta la fuoriuscita di petrolio, anche se la BP è convinta che le possibilità di successo di questo nuovo tentativo siano più elevate dei precedenti.

Il grande "imbuto" dovrebbe contenere una gran parte della fuga di petrolio ed essere allacciata ad una condotta che la porterà in superficie dove il greggio sarà caricato su una petroliera. Anche questo, come il tentativo di chiudere la falla con fango e cemento ad alta pressione, è la nuova versione di una tecnica già applicata e che non ha avuto successo. Infatti, mentre la BP prova e riprova (e speriamo che ce la faccia davvero) dalla voragine creata dall'esplosione della piattaforma offshore Deepwater Horizon, secondo le stime del governo Usa, da aprile ad oggi sono fuoriusciti tra i 75,7 e i 166,5 milioni di litri di greggio che hanno avvelenato l'oceano e le coste meridionali degli Stati Uniti.

Intanto Sierra Club, la più grande associazione ambientalista statunitense molto vicina ad Obama e alla "sinistra" democratica, ha invitato i suoi 1,3 milioni di soci a mobilitarsi per chiedere al presidente Usa di far uscire il Paese dalla schiavitù del petrolio entro 20 anni. La campagna è partita da Venice dove il direttore di Sierra Club, Michael Brune, ha cominciato un tour costiero della Louisiana per vedere di persona gli effetti del disastro BP.

L'associazione ambientalista organizzerà manifestazioni ed eventi in tutti gli Stati Uniti e Brune ha spiegato: «Se gli americani oggi fossero stati con me sulla barca ed avessero visto quello che ho visto, starebbero già buttando giù le porte dei loro rappresentanti per sollecitare un intervento. Abbiamo visto un pellicano che lottava per volare schiacciato dal peso del petrolio. Abbiamo visto un branco di delfini sforzandosi di nuotare attraverso la marea nera. La cosa più irritante è che non c'era nessun altro da dove ci trovavamo. Non c'erano i team della BP per il salvataggio uccelli. Non c'era nessuna nave della BP, che delimitasse o raccogliesse il petrolio. La BP ha creato un disastro così grande che gli sforzi di contrasto non potrà mai soddisfare le esigenze locali. Dovremmo smettere di usare il termine "ripulire" perché non c'è davvero nessun modo per ripulire questo casino. E' straziante. E' difficile descrivere l'entità di questa catastrofe. Questo è il più grande disastro ambientale nella nostra storia. Richiede una risposta dello stesso livello. Non abbiamo mai avuto più bisogno di adesso di una leadership visionaria del presidente Obama. E' il momento per il presidente Obama di darci un piano che entro i prossimi 20 anni tiri fuori l'America dalla sua dipendenza dal petrolio. Siamo pronti a cambiare il nostro modo di fare energia. Siamo pronti a mettere uno stop al fatto che l'industria petrolifera faccia il bello e il cattivo tempo e ad iniziare ad abbracciare l'energia pulita. Abbiamo già molte delle soluzioni energetiche pulite necessarie a realizzare un sistema di trasporti del XXI secolo che orti fuori oltre il petrolio. La nostra dipendenza dal petrolio ha creato ogni tipo di miseria, dalla Exxon Valdez di 20 anni fa, all'inquinamento atmosferico, ai cambiamenti climatici, alle guerre all'estero, alla devastazione che ho visto oggi nel Golfo. Per anni l'industria petrolifera ha rastrellato i profitti più alti del mondo, mentre si batteva contro le norme di sicurezza e faceva lobbying per cercare scappatoie e sussidi che i nostri leader sono stati fin troppo disposti a concedere. L'industria petrolifera ha combattuto ferocemente contro le politiche per le energie pulite che minacciano la sua morsa sulla nostra economia. Durante la seconda guerra mondiale questo Paese si trasformò completamente per affrontare una minaccia senza precedenti. Ora, abbiamo bisogno di quel livello di ambiziosa prospettiva. È il momento di essere audaci. Questa è la nostra occasione per portare l'America oltre la dipendenza dal petrolio. Dobbiamo coglierla».

Torna all'archivio