[28/05/2010] News

Nucleare. Per evitare il rischio quorum, meglio referendum regionali e una legge di iniziativa popolare

ROMA. Il direttivo nazionale di Legambiente ha approvato un documento sul nucleare che prende in considerazione tutte le problematiche politiche e mediatiche del "rinascimento atomico" italiano. Ve lo proponiamo integralmente:

Il ritorno del nucleare in Italia costituisce una grave minaccia per il nostro Paese. Nonostante le tante rassicurazioni della propaganda nuclearista, i "nuovi" reattori di terza generazione avanzata non hanno risolto nessuno dei problemi noti da anni sull'energia dall'atomo (sicurezza, produzione e smaltimento di scorie radioattive, contaminazione ordinaria, proliferazione nucleare, utilizzo dell'uranio). L'energia nucleare non contribuirebbe inoltre alla soluzione dei problemi energetici del Paese (elevata bolletta energetica, eccessiva dipendenza dall'estero, mancata diversificazione delle fonti), né al rispetto delle scadenze degli accordi internazionali per la lotta ai cambiamenti climatici. Si tratta quindi di una tecnologia insicura, inquinante, costosa e vecchia, che rischia per giunta di vanificare quella rivoluzione energetica dal basso che si sta concretizzando nel Paese grazie alla diffusione delle fonti rinnovabili e che sta ponendo le basi per la crescita di una green economy diffusa sui territori e fondata sulle tecnologie pulite.

Eppure il programma atomico del governo avanza pericolosamente. Dopo l'approvazione della Legge sviluppo del luglio 2009 e del Decreto sui criteri localizzativi dello scorso febbraio, l'esecutivo sta lavorando alla costruzione della nuova Agenzia per la sicurezza nucleare, in attesa della prossima localizzazione delle centrali atomiche e dell'imminente avvio della campagna mediatica pro nucleare, di cui si vedono già le prime avvisaglie, programmata dal governo proprio perché consapevole di essere in minoranza nell'opinione pubblica (come dimostrano i pronunciamenti dei candidati governatori, anche di centro destra, alle recenti elezioni regionali).

È arrivato il momento di un salto di qualità nella nostra azione, che ci ha visti finora protagonisti su tutto il territorio nazionale con l'organizzazione di numerose iniziative pubbliche nell'ambito della campagna "Per il clima, contro il nucleare", partita nell'ottobre 2008.

A tal proposito dovremo: dare slancio alle attività del Comitato nazionale "Fermiamo il nucleare, non serve all'Italia", creato recentemente insieme alle altre associazioni ambientaliste, allargandolo anche ad altre grandi organizzazioni, per preparare mobilitazioni sempre più incisive; alimentare la mobilitazione territoriale, coinvolgendo le altre associazioni di cittadini, gli enti locali e le categorie produttive, a partire dai produttori e installatori di tecnologie pulite, agricoltori e operatori turistici, e moltiplicando il numero di comitati locali che si stanno costituendo sul territorio nazionale contro l'ipotesi del ritorno del nucleare.

È grazie a questa crescente mobilitazione nazionale e territoriale che siamo fermamente convinti che la nuova battaglia antinucleare si possa vincere.

In questo contesto di grande fermento sociale territoriale il referendum sul nucleare proposto da Italia dei Valori non aiuta, anzi rischia di compromettere seriamente per mere logiche partitico-elettorali il lavoro di mobilitazione sociale costruito finora. Il problema non sta tanto nella difficoltà di raggiungere il numero minimo di firme necessarie, quanto nel rischio di non raggiungere il quorum qualora si arrivasse all'indizione del referendum, sulla falsariga di quanto avvenuto negli ultimi 15 anni, a maggior ragione se i quesiti da votare affronteranno più argomenti. Sarebbe un clamoroso autogol che rilancerebbe la fantasiosa tesi sostenuta dai nuclearisti secondo cui la maggioranza degli italiani sarebbe favorevole al nucleare.

Un'alternativa a nostro avviso più efficace è invece costituita dalla consultazione dei cittadini tramite referendum popolari regionali, uno strumento che risponde meglio alle esigenze di quei territori dove il dibattito è già forte. È per questo che il Direttivo nazionale di Legambiente dà mandato ai Comitati regionali dell'associazione di valutare la possibilità di promuovere referendum popolari regionali che, a partire dal prossimo autunno, possano far esprimere i cittadini sul ritorno dell'energia nucleare nel nostro Paese e sulla localizzazione delle centrali sul proprio territorio.

Nei prossimi mesi, insieme al Comitato "Sì alle energie rinnovabili, no al nucleare", parteciperemo alla raccolta firme per la presentazione di un disegno di legge di iniziativa popolare per contrapporre alla via distruttiva del nucleare quella costruttiva delle rinnovabili e dell'efficienza.

Direttivo di Legambiente

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