[26/05/2010] News

Sostenibilità, Klaus Klipp (Are) a greenreport: «Ecco perché sono fondamentali le regioni»

LIVORNO. La Giornata dell'Energia delle Regioni Europee, la cui prima edizione si è tenuta a Bruxelles, ha segnato la conclusione del primo anno di collaborazione tra l'Assemblea delle Regioni d' Europa (ARE) e GE Energy. Questa partnership è nata con l'obiettivo di offrire un esclusivo punto d'incontro a livello europeo fra i maggiori esperti mondiali in tema di energia e i responsabili politici locali, e di sostenere e la strategia ambientale ed energetica dell'Unione Europea creando un centro di riferimento che riunisce competenze e valuta soluzioni in campo energetico per le regioni di tutta Europa.

Abbiamo intervistato nel merito Klaus Klipp, Segretario dell'Assemblea delle Regioni d'Europa (Nella foto).


Qual è l'esito di queste iniziative (Giornata dell'Energia delle Regioni Europee + sondaggio)?

«La Giornata dell'Energia delle Regioni Europee è il risultato della collaborazione fra pubblico e privato, fra l'Assemblea delle Regioni d' Europa (ARE) e GE Energy; un'occasione che consente a decisori locali e esperti di settore di incontrarsi per condividere competenze e know-how.
Sono circa 300 i decisori locali e gli esperti che si sono riuniti per scambiare opinioni ed esperienze sui temi più diversi, dalla produzione di energia da biomasse, smart grid e abitazioni passive fino all'efficienza energetica delle aree portuali. Le best practice non solo fungono da esempi ispiratori, ma rappresentano anche un'ottima base di partenza per nuove partnership.

I risultati sono sia concreti che intangibili: le relazioni che scaturiscono da un evento possono essere valutate e soppesate solo con il tempo, anche se è certo che le conferenze a tema rappresentano un ottimo punto di partenza per far nascere e coltivare i contatti.

La Giornata Europea dell'Energia segna la conclusione di un intero anno di attività sul tema. In questa occasione è stato presentato un White Paper riguardante l'energia e il cambiamento climatico nel quale è stata messa in luce la versatilità dell'azione pragmatica condotta dall'ARE ispirata a un approccio olistico.

Per quanto riguarda lo studio, hanno risposto al questionario 67 regioni di 25 Paesi, a dimostrazione del fatto che il tema dell'energia è di certo prioritario. La ricerca ha avuto un'ottima copertura geografica, topografica e socio-economica, favorendo una rappresentazione realistica del panorama europeo. In questo modo abbiamo potuto raccogliere parecchie informazioni provenienti dalle varie regioni, con esempi chiari e lampanti di come queste affrontano le sfide in campo energetico. Lo studio fornisce indicatori quantitativi e qualitativi riguardanti gli scenari energetici locali. Si tratta di uno strumento e di una base di partenza sulla quale sviluppare le azioni future».

Come può contribuire una regione allo sviluppo di un'economia più sostenibile, con particolare riguardo al settore energetico?

«Le regioni giocano senza dubbio un ruolo fondamentale nello stimolare la crescita di un'Europa 'verde'. I risultati dello studio dell'ARE mostrano che le autorità locali possiedono gli strumenti per favorire e sostenere una grande varietà di attività economiche regionali in campo energetico, come ad esempio il trasporto, il settore immobiliare, i servizi e l'agricoltura.

Il 92% delle regioni che hanno risposto allo studio ritiene che l'energia costituisca una della maggiori priorità per gli anni a venire. Il 77% ha già definito piani di azione locali a breve o lungo termine. Strategie di questo genere svolgono un ruolo cruciale nell'erogazione di policy energetiche sostenibili e nel rafforzamento dello sviluppo economico locale. L'obiettivo comune è quello di garantire agli investitori locali certezze sufficienti a motivare un'autorità locale a supportare con entusiasmo tali azioni. I mercati dell'energia, in particolare quelli più innovativi che implicano investimenti ad alto rischio, possono evolvere in senso positivo solo in presenza di una solida regolamentazione energetica.

Nonostante siano numerose le regioni che non esercitano un'influenza diretta sulla legislazione in tema di energia, esse possono comunque fungere da stimolo per lo sviluppo di questo mercato attraverso molte policy e misure verticalizzate come l'edilizia, la riqualificazione degli edifici, l'illuminazione pubblica intelligente, il settore della Ricerca & Sviluppo e il rinnovamento delle reti energetiche. Investire in questi ambiti non solo permette di creare valide opportunità di impiego, ma anche di sviluppare una cultura orientata all'imprenditorialità e all'innovazione».

Quali sono le migliori pratiche a livello europeo?

«Lo sfruttamento delle risorse energetiche è strettamente legato alla loro disponibilità a livello locale. Dallo studio emerge come le autorità regionali adottino approcci molto diversi ma tutti innovativi nei confronti dell'utilizzo delle rispettive risorse locali: ad esempio Bruxelles (Belgio) come Gelderland (Paesi Bassi) favoriscono l'uso dei rifiuti solidi, le isole Azzorre (Portogallo) sfruttano le onde marine, Västernorrland (Svezia) utilizza la neve, Bornholm (Danimarca) predilige la paglia, la Finlandia centrale opta per il "black liquor" (ottenuto dalla polpa di cellulosa), le regioni austriache e quelle dell'Europa meridionale favoriscono l'energia solare, mentre la zona del Ticino (Svizzera) e le aree dei Balcani prediligono l'energia derivante dalla lavorazione del legno. Diverse regioni stanno già producendo energia da fonti rinnovabili a livelli superiori rispetto all'obiettivo del 20% definito dalla UE, e alcune di esse sono diventate completamente indipendenti in termini di consumi energetici».

Sono poche le regioni italiane che hanno aderito al sondaggio (Abruzzo, Valle d'Aosta, Trentino Alto Adige e Veneto). Per quale motivo?

«Un quinto dei membri italiani dell'ARE ha partecipato al sondaggio, e questa è la proporzione che in genere ci aspettiamo quando realizziamo questo genere di studi. Per comprendere questo limitato tasso di partecipazione bisogna precisare che le regioni vengono regolarmente sollecitate dall'ARE in diverse e numerose attività e aree. Se leggiamo la situazione sotto questo punto di vista, possiamo affermare che la partecipazione dell'Italia non è assolutamente bassa. Inoltre, il Veneto non è un membro dell'ARE ma ha comunque aderito al sondaggio, a dimostrazione di quanto le realtà locali abbiano a cuore le problematiche nel settore energia».

Quali sono i risultati salienti ottenuti dalle regioni italiane?

«I modelli territoriali dell'Italia si caratterizzano soprattutto per la presenza di catene montuose, nello specifico Alpi e Appennini, di sole e di venti costieri, elementi che fanno del nostro Paese e delle sue regioni dei potenziali produttori di energia sostenibile.

Dai dati raccolti è possibile evidenziare una somiglianza generale. La conformazione geologica della Valle d'Aosta, del Trentino Alto Adige, del Veneto e dell'Abruzzo permette infatti di sfruttare una grande quantità di potenza idrica per la produzione regionale di elettricità. In Trentino Alto Adige, ad esempio, l'88% dell'intera produzione energetica deriva proprio da questo tipo di risorsa. 

Anche se queste regioni riportano allo stesso governo centrale, le differenze emergono a livello di sfera di competenze. La Valle d'Aosta e il Trentino Alto Adige ad esempio sono regioni autonome e possiedono quindi un'autorità maggiore riconosciuta rispetto alla legislazione, all'amministrazione e alla gestione finanziaria. Caratteristiche che possono spiegare un maggiore impegno rispetto ad altre regioni nei confronti dell'utilizzo delle fonti di energia rinnovabile.

Le regioni menzionate sono fra le più attive sotto il profilo dello sviluppo di energie sostenibili, e possono essere considerate pioniere in Italia nello sfruttamento di risorse rinnovabili».

Per uno sviluppo sostenibile, oltre ai flussi energetici, quelli di materiali sono altrettanto essenziali. L'ARE terrà conto di questo aspetto negli eventi futuri?

«Il coinvolgimento dell'ARE nelle attività per lo sviluppo sostenibile risale a diversi anni fa e riguarda problematiche diversificate quali turismo e sviluppo rurale*.
I flussi di materiali sono quindi contemplati nelle attività dell'ARE, non come tema separato ma come parte di un contesto di insieme. Per quanto riguarda il turismo l'ARE supporta i suoi membri al fine di definire policy turistiche sostenibili, le quali hanno a loro volta un impatto diretto sui consumi.

Nell'ambito dello sviluppo delle campagne invece, l'ARE difende la diversificazione delle attività nelle aree rurali al fine di favorire il passaggio da un'agricoltura sovvenzionata non sostenibile a piani di attività basati su un utilizzo efficiente delle risorse. Sfruttando i punti di forza e le potenzialità del territorio, ad esempio, gli agricoltori possono diventare produttori di energia rinnovabile. Dato che l'agricoltura è un settore altamente impegnativo in termini di flussi di materiali, la diversificazione può contribuire ad abbattere la pressione esercitata sulle risorse naturali.

 articolarmente rilevante risulta poi la valutazione delle probabilità al fine di esaminare la pressione sull'ambiente e la sostenibilità dei consumi. La collaborazione dell'ARE con Eurisy, organizzazione no profit europea attiva nella promozione di un accesso più condiviso alle informazioni rese disponibili dalle tecnologie satellitari, permette alle regioni di valutare il loro potenziale sul piano dell'energia basata su biomasse. Attraverso la produzione di questo tipo di energia si registra un incremento del DMC (Domestic Material Consumption), una riduzione del TMC (Total Material Consumption) - incluse le importazioni - e, se affiancato da un processo di riforestazione ad hoc, costituisce una soluzione che sfrutta al meglio le risorse in base alle esigenze energetiche.


La valutazione del livello di sostenibilità dei progetti viene eseguita sulla base degli standard della UE, che a loro volta devono essere ancora migliorati (Eurostat 2009)».

Note:
*A questo proposito è possibile consultare il White Paper ARE su energia e mutamento climatico all'indirizzo http://www.aer.eu/main-issues/energy-policy.html

 

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