[26/05/2010] News

L'abbattimento degli animali inselvatichiti deve essere adeguatamente giustificato

LIVORNO. La popolazione degli animali selvaggi rappresenta un problema da affrontare da parte di alcuni comuni (soprattutto se il territorio comunale si trova in un Parco nazionale individuato come Sito di importanza comunitaria, Sic), ma la "caccia" ai maiali domestici inselvatichiti allo stato brado non rappresenta un metodo adeguato per contenere la specie soprattutto se l'autorizzazione all'abbattimento generalizzato - dato con ordinanza contingibile e urgente del sindaco - non è supportata da adeguata motivazione ossia il paventato pericolo per l'incolumità pubblica.

Lo afferma il Tribunale amministrativo della Sicilia (Tar) che, con sentenza, annulla l'ordinanza del sindaco del Comune di Collessano. Un'ordinanza che autorizza i cittadini in possesso del porto d'armi di abbattere i maiali "inselvatichiti" presenti sul territorio comunale.

Con tale atto, infatti, il sindaco del comune compreso all'interno del perimetro del Parco Regionale Naturale delle Madonie ha autorizzato la cattura e l'abbattimento di "suidi", prevedendo anche l'immediata macellazione dei capi abbattuti.

Negli ultimi anni infatti nel Parco delle Madonie per effetto dell'eccessiva prolificazione della specie ibrida dei suidi il numero degli animale è aumentato notevolmente. Tanto che numerose agenzie di stampa hanno riportato la notizia secondo cui nel Parco naturale - istituito da quasi un ventennio, poi individuato come Zona di protezione speciale (Zps), ai sensi della Direttiva 79/409/CEE, nonché come plurimo Sic - i sindaci di numerosi comuni hanno firmato ordinanze di abbattimento di cinghiali, ibridi od inselvatichiti di maiale domestico, violando le normative ambientali e sanitarie di riferimento. Per questo la Lav (Lega Anti Vivisezione Onlus), ha presentato un esposto denuncia presso la competente procura della Repubblica.

Grazie alla facilità di adattamento dei maiali domestici inselvatichiti che riprendono in poche generazioni molti caratteri esteriori del cinghiale, è innegabile che il territorio di certi comuni risulti un ambiente ecologico ideale per la loro diffusione.

Questi animali, molte volte producono danni sul territorio soprattutto in agricoltura e dunque risultano delle presenze scomode, inopportune e dannose. E' proprio per questo che Comuni, Province e Regioni, e anche Enti parco si scatenano per la ricerca di un metodo per sbarazzarsi dei maiali inselvatichiti e molte amministrazioni si avvalgono di soluzioni violente.

Ne è un esempio - e non isolato perché comunque lo stesso Tar Sicilia si è pronunciato più volte su questioni analoghe - la scelta del sindaco siciliano che, appunto, autorizza all'abbattimento dei maiali, ma senza un'adeguata istruttoria e motivazione che possa legittimare l'adozione del l'ordinanza contingibile e urgente. L'ordinanza - che di regola deve essere emanata al fine di tutelale l'incolumità pubblica - fa generico riferimento a una presunta pericolosità dei suidi, senza dare concretamente conto di casi di aggressione agli esseri umani nel corso degli ultimi anni in cui la ritenuta situazione di pericolo si è protratta. Poi, non da modo di sapere quanti siano gli esemplari della specie in questione e quale sia l'eventuale sovrannumero rispetto all'ottimale equilibrio ecologico. Il che non appare un sufficiente motivo per giustificare il potenziale abbattimento generalizzato di tutta la specie insistente sul territorio. Anzi secondo il Tar, l'ordinanza "si appalesa affetta da illogicità, laddove autorizza i cittadini in possesso del porto d'armi all'abbattimento generalizzato dei suidi, in evidente contrasto con il superiore interesse alla difesa dell'incolumità pubblica".

Nello scenario giuridico italiano, fra l'altro, esiste il regime di contenimento proprio delle specie selvatiche. Che però, deve attuarsi con metodi ecologici quale certamente non è la caccia o l'abbattimento "non programmato". Secondo la legge l'uccisione attraverso armi da fuoco è prevedibile, ma solo come soluzione finale o meglio quando i metodi ecologici siano stati accertati come inefficaci. Solo qualora l'Istituto nazionale per la fauna selvatica (Infs) verifichi la non efficacia di tali metodi di contenimento numerico, le Province - fra l'altro e non i Comuni - possono autorizzare piani di abbattimento.

 

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