[25/05/2010] News

Lipu: per ridurre ancora il numero di rapaci abbattuti nello stretto di Messina serve un'altra strategia

FIRENZE. Luci ed ombre emergono dal bilancio del progetto Rapaci migratori, XXVI° campo antibracconaggio svolto sul versante calabrese dello Stretto di Messina dalla Lipu-BirdLife Italia: ventottomila rapaci osservati in un mese, appartenenti a 24 specie, più 107 esemplari tra cicogna bianca e nera e diverse specie rare, ma purtroppo a bilancio anche 400 falchi abbattuti dai bracconieri.

«Le ragioni di questa recrudescenza sono due - ha sottolineato Fulvio Mamone Capria, vicepresidente Lipu-BirdLife Italia - la prima è che il servizio del Noa, Nucleo operativo antibracconaggio del Corpo forestale dello Stato, è troppo breve e lascia scoperte fasi importanti della migrazione. La seconda è che il servizio di controllo è troppo rigido: i bracconieri conoscono perfettamente gli orari di servizio e di conseguenza sparano prima che inizino i turni».

In ogni modo nel periodo del campo antibracconaggio gli uomini del Noa hanno individuato armi clandestine (con matricola abrasa) nascoste con centinaia di cartucce in botole interrate e pronte per essere usate contro i rapaci. «Ringraziamo il Corpo forestale dello Stato senza il quale non sarebbe stato possibile ridurre negli anni il fenomeno del bracconaggio sullo stretto di Messina. Ma per il 2011 serve una nuova strategia: orari più flessibili, pattuglie in abiti civili, una permanenza sullo stretto per un periodo di almeno 40 giorni, così da garantire una maggiore tutela ai rapaci» ha concluso Mamone Capria.

Il progetto Rapaci migratori, sostenuto dal contributo della Lipu UK, la sezione inglese dell'associazione, che ha coinvolto 12 osservatori in cinque località del canale di Sicilia (Pantelleria, Stretto di Messina, Marettimo, Ustica e Panarea), ha lo scopo di capire con precisione qual è il percorso di migrazione seguito dai rapaci nel Mediterraneo centrale e quali i fattori meteo che possono influire sul fenomeno.

Su oltre 28mila rapaci osservati- informano dalla Lipu- ben il 92% (pari a oltre 26mila esemplari) è rappresentato dal falco pecchiaiolo, seguito dal falco di palude con 992 esemplari e dal nibbio bruno con 471. Tra le specie rare di rapaci sono stati avvistati: otto grifoni (specie ridotta a 40 coppie in Italia), due esemplari di aquila anatraia minore, specie svernante in Africa orientale a Sud del Sahara e nidificante nell'Est Europa, osservabile ogni anno in soli cinque esemplari. Inoltre un'aquila imperiale, presente in soli 1-3 esemplari nel nostro Paese, nidificante nell'Est europeo e svernante in Africa orientale, Turchia, Grecia, subcontinente indiano fino alla Cina e una poiana codabianca.

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