[25/05/2010] News toscana

Il progetto paleoclimatico “Taldice” insignito del titolo “Ambasciatore della biodiversità” per l’eccellenza scientifica

FIRENZE. Una trivella che perfora i ghiacci millenari per migliaia di metri, per poter leggere nella calotta le testimonianze del clima passato. E' la perforazione (1620 m nel ghiaccio, fino a raggiungere strati corrispondenti a 250.000 anni orsono) compiuta negli anni passati nell'ambito del progetto di studio paleo climatico "Talos dome ice core" (Taldice), che ha avuto termine nel 2007 e che il 22 maggio scorso è stato insignito, da parte del ministero dell'Ambiente, del titolo di "Ambasciatore della biodiversità" per l'eccellenza scientifica.

Il progetto europeo a leadership italiana ha visto la partecipazione, oltre che di atenei e centri di ricerca francesi, svizzeri, tedeschi e britannici, di varie università nazionali (Bologna, Milano-Bicocca, Firenze, Parma, Venezia, Trieste) e il supporto di Enea, dell'Istituto per la dinamica dei processi ambientali (Idpa) del Cnr e dell'Istituto nazionale di geofisica/vulcanologia (Ingv). In un comunicato, l'università di Firenze sottolinea come «le ricerche italiane, a cui partecipano componenti del dipartimento di Chimica "Ugo Schiff" dell'università di Firenze, sono svolte nell'ambito del Programma nazionale di ricerca in Antartide (Pnra), finanziato dal ministero dell'Istruzione» e con il sostegno dell'Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale.

La "carota" di ghiaccio, prelevata nella zona della stazione Talos dome in Antartide, «contiene una registrazione dettagliata e continua della storia del clima e dell'atmosfera terrestre a partire dall'ultima glaciazione e comprendente il periodo "interglaciale" attuale. I carotaggi profondi che hanno raggiunto con successo queste profondità e queste età sono solo 5 nel mondo (oltre a Taldice, Epica Dc - 820 mila anni, Dome Fuji - 720 mila anni, Vostok - 440 mila anni, Epica Dml - 250 mila anni)».

Secondo quanto dichiarato da Roberto Udisti, associato di Chimica analitica presso l'ateneo fiorentino, responsabile scientifico del Consorzio di chimica del Progetto Taldice e coordinatore delle attività condotte nell'ambito di esso dal citato dipartimento "Ugo Schiff", i positivi risultati raggiunti con il progetto «sono stati raggiunti grazie a una programmazione scientifica pluriennale e a congrui finanziamenti accordati al Pnra negli anni precedenti, che hanno consentito di raggiungere livelli di eccellenza nella ricerca e nella collaborazione internazionale». La speranza, ora, è che «l'attuale situazione di grande incertezza sui finanziamenti per l'università e la ricerca venga quanto prima superata, per evitare il rischio che la ricerca italiana perda il ruolo di primo piano, così faticosamente guadagnato, nell'affrontare nuove sfide nelle aree polari, le più sensibili al cambiamento climatico e già soggette a radicali modificazioni ambientali».

 

 

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