[21/05/2010] News

Unesco: "Per una cultura della biodiversità"

LIVORNO. Ecco il testo della Dichiarazione "Per una cultura della biodiversità", presentata in occasione della Giornata della Biodiversità dalla Commissione Nazionale Italiana per l'Unesco in collaborazione con le organizzazioni che aderiscono al Decennio Onu per l'Educazione allo Sviluppo Sostenibile: Fao/Erpr (Education for rural people partnership), Federparchi, Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale (Ispra), Legambiente, Wwf, Società geografica italiana: .

• La Biodiversità (BD) è un complesso dinamico di comunità di piante, animali e microrganismi e il loro ambiente non vivente, che interagiscono come un'unità funzionale, che include la diversità all'interno delle specie, tra le specie e degli ecosistemi.

• La BD ci assicura la vita e il benessere, fornisce cibo, acqua, medicine, energia, materie prime e tanti altri servizi vitali per l'umanità, grazie all'energia proveniente dal Sole e, utilizzando gli elementi chimici fondamentali, garantisce la produzione primaria di materia organica che permette agli organismi di vivere ed evolversi. Il genere umano deve la propria sopravvivenza e il proprio benessere ai servizi che vengono forniti dagli ecosistemi naturali, i quali producono spontaneamente dei benefici che sono talmente importanti per la vita sulla terra, da essere veri e propri sistemi che sostengono la vita. Eppure molteplici attività economiche insostenibili, speculative e dissipatrici di risorse (agricoltura, industria, urbanizzazione, trasporti, turismo, pesca, ecc.), stanno compromettendo gli habitat naturali causando così la scomparsa di molte specie o mettendone a rischio la sopravvivenza.

• Il progressivo impoverimento della biodiversità determina una sequenza di reazioni a catena, tale per cui l'impoverimento della BD non riguarda solamente la scomparsa delle specie, che vengono trasformate in materie prime per il sistema industriale e il loro sistema di arricchimento, ma è soprattutto, un impoverimento dei sistemi di vita su cui si basa la sopravvivenza di milioni di persone e provoca danni quali la frammentazione e Il degrado degli ecosistemi, soprattutto foreste, zone umide, barriere coralline, bacini idrici. I cambiamenti climatici sono legati a doppio filo alla perdita di BD, che ne aggrava sia le cause che gli effetti , è necessario quanto prima invertire questa tendenza, impegnarsi nell'uso sostenibile delle risorse e assicurare un'equa distribuzione dei benefici che derivano dalla ricchezza biologica, soprattutto alle popolazioni indigene nei Paesi in Via di Sviluppo per ridurne la povertà, migliorarne la qualità e la sicurezza alimentare, avvicinando la conoscenza e l' educazione al bisogno.

• La conservazione della BD è un problema complesso ma essa è l'unica strada percorribile per garantire la persistenza della vita sul nostro pianeta: la conservazione della BD è quindi un imperativo etico perché rappresenta non solo un bene da difendere e da trasmettere alle generazioni future per il miglioramento della qualità della vita, ma anche un bene in se stesso, che ha diritto alla propria esistenza. Pertanto non possiamo che esprimere preoccupazione per l'allarmante tasso di perdita di biodiversità agricola, compresi i suoi servizi eco sistemici, per la fauna selvatica e degli habitat e preoccupazione per la sfida in atto a garantire una produzione alimentare sufficiente e sostenibile a livello globale nel contesto di un aumento della domanda per i prodotti alimentari e un largo e crescente uso di prodotti alimentari e non alimentari delle colture per la produzione di biocarburanti, la bioenergia e altri usi.

• La BD interagisce con i saperi e le tecniche tradizionali e le identità dei popoli, contribuendo così a proteggere e valorizzare le diversità culturali. L'educazione alla BD è parte integrante dell'Educazione allo Sviluppo Sostenibile, nelle sue numerose declinazioni, ha come finalità educativa complessiva la formazione alla cittadinanza consapevole, nell'ambito della quale sia possibile, anche attraverso l'adozione di comportamenti - individuali e collettivi - più responsabili, promuovere strategie e strumenti che soddisfino le esigenze di una migliore qualità della vita, senza compromettere gli equilibri ecosistemici.

Le dichiarazioni internazionali sono ormai numerose (la CBD, i MDG, il Piano di Johannesburg, la Carta di Siracusa), è giunto adesso il momento di fare un ulteriore passo in avanti, impegnandoci a costruire azioni concrete a partire dai governi e dalle autonomie locali, ognuno deve fare la sua parte per assicurare un'Educazione alla BD intesa come processo culturale e formativo che dura lungo tutto l'arco della vita, che riguarda i giovani come gli adulti, i singoli come le collettività, e che fornisce competenze e conoscenze, ma anche valori e sensibilità, dunque elementi capaci di orientare le scelte professionali, politiche, imprenditoriali, della ricerca ma anche quelle quotidiane: i consumi, il turismo, l'alimentazione ecc., e che coinvolge tutti i settori della società.

• Una strategia educativa efficace per la BD dovrebbe prevedere i seguenti obiettivi specifici: ripensare noi stessi nella natura; rafforzare il ruolo dell'educazione e dell'informazione ambientale; migliorare la formazione specifica per gli educatori; favorire il confronto, la condivisione e lo scambio di buone pratiche fra i soggetti operanti nell'ambito dell'educazione alla sostenibilità; incentivare l'adozione di comportamenti responsabili; facilitare l'attivazione di processi partecipativi e il maggiore coinvolgimento delle comunità locali per la costruzione di un futuro durevole, basato sulla consapevolezza e la partecipazione.

• I programmi didattici, nella scuola come nell'università, devono essere in questa prospettiva interdisciplinari e multidisciplinari, perché la perdita di BD deriva da comportamenti inconsapevoli e da attività economiche speculative, non devono pertanto limitarsi a lezioni teoriche ma prevedere il coinvolgimento attivo degli studenti, azioni pratiche, visite, escursioni, campionamenti ecc. I parchi, le aree protette sono già oggi i migliori laboratori di cui disponiamo per imparare a capire i sistemi naturali dai quali dipendiamo, i benefici che questi ci assicurano e la condotta da seguire per proteggerli. E' necessario, inoltre, costruire nel territorio una rete che mette insieme amministrazioni, imprese, associazionismo, operatori culturali, media ecc., in modo da rendere efficace un processo di "alfabetizzazione" alla cultura della difesa della BD e come imparare ad utilizzarla in modo sostenibile.

Torna all'archivio