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L'ambiente torna in primo piano con i fiumi, i parchi e le foreste

PISA. Il recente voto parlamentare sui beni demaniali ha aperto un nuovo capitolo sulla loro destinazione e un po' meno sulla loro gestione. Che i grandi fiumi non passino alle regioni come invece avverrà con il lago di Garda, che i parchi restino pure allo stato è certo importante. Lo è non di meno capire come saranno gestiti dopo i tanti e recenti disastri. Vale per i bacini idrografici ma anche per i parchi a cominciare da quelli nazionali di cui in crescita ci sono solo i commissariamenti di cui noi toscani abbiamo fatto esperienze indimenticate all'Arcipelago.
Un parco dove dopo anni di chiacchere non si è ancora riusciti da parte del ministero a perimetrale l'area marina.

Anche la biodiversità torna in bella vista e la nostra regione ci ha messo proprio in questi giorni importanti risorse perchè il nostro ricco patrimonio forestale ci metta sempre più anche al riparo di frane e smottamenti. Non dimenticando come talvolta avviene che proprio i parchi nazionali e regionali operanti in Toscana si sono dotati di piani che riguardano anche e non misura
marginale proprio le foreste. Insomma non si parte da zero.

Il governo presenta invece con ritardo pluriennale un documento sul piano nazionale della biodiversità che sarà discusso in questi giorni a Roma in cui le regioni come i parchi manco sono citati: in compenso è previsto un comitato nazionale con 11 ministeri e 3 rappresentanti regionali. Quando soffia il vento federalista! Ma anche dalle regioni delle camice verdi non vengono segnali incoraggianti. Il Piemonte di Cota sta già trescando per ridimensionare il ruolo dei comuni e delle province nella gestione dei parchi in una regione all'avanguardia da decenni. D'altronde Calderoli voleva abrogarli.

Anche in Toscana il dopo elezioni presenta specie,ma non solo per i parchi, problemi che sarà bene affrontare senza indugi e con la massima chiarezza e determinazione come abbiamo avuto modo di dire all'assessore Bramerini a Parcolibri a Pisa.

Italia nostra chiede modifiche alla nostra legge urbanistica per evitare infortuni come quello di Monticchiello. Per questo fra le altre cose serve però innanzitutto un ridefinizione delle ANPIL e del loro ruolo che riguarda il loro rapporto sia con i comuni che le province. Si chiede anche l'allargamento del parco della Maremma mentre a Viareggio si vorrebbe ridurre quello di San Rossore. Ci sono inoltre problemi che riguardano i parchi storici e il posto che i loro piani debbono avere in una seria politica di programmazione regionale inclusa la gestione del paesaggio. E poi ci sono situazioni un po' a bagnomaria dalla Val di Cornia etc dove solo una nuova legge regionale può venirne bene a capo. Ecco perché anche in quelle situazioni -penso al litorale pisano- dove sorgono problemi delicati dobbiamo avere sempre ben presente che il ruolo del parco non va preso sottogamba per riattizzare polemiche che non giovano a nessuno, visto il tempo che c'è voluto a chiudere quelle vecchie e paralizzanti.

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