[19/05/2010] News toscana

L'economia ecologica fa scuola: dopo il nostro giornale, ecco il festival Quanto basta

FIRENZE. «Da quel che mi risulta, si tratta della prima volta in Italia in cui si svolge un'intera kermesse dedicata non all'economia "sostenibile", ma ad una economia "ecologica" propriamente intesa. E sono cose diverse: la nuova economia deve non solo limitarsi a "tenere conto dell'ambiente", ma prendere invece come proprio obiettivo determinante il perseguimento del benessere ambientale e sociale.  Ciò in concreto può significare, ad esempio, orientare il lavoro verso la produzione di prodotti per il benessere sociale ed ambientale (cosa che io definirei il "vero sviluppo"), o in generale creare un contesto in cui i soldi possono essere investiti per produrre vita e benessere, invece di altri soldi, o ancora godere delle fonti di benessere offerte dai territori, ma operando in modo da non compromettere il benessere del territorio stesso».

Parole con cui Marcello Buiatti, presidente della Fondazione Toscana sostenibile, ha evidenziato alcune prospettive di evoluzione del paradigma di sviluppo socio-economico ancora oggi largamente predominante, commentando così il venturo svolgimento (2-6 giugno) della manifestazione "Quanto basta", definita come "il primo festival dell'economia ecologica" e che si terrà a Piombino (Li) dal 2 al 6 giugno prossimi, e che ovviamente siamo ben contenti di avere in qualche modo ispirato, visto che "il quotidiano per un'economia ecologica" è la promessa di greenreport fin dai suoi esordi.

Un territorio, quello piombinese, in cui secondo Buiatti «il problema del lavoro è emerso, soprattutto in questi mesi di crisi ma non solo, in tutte le sue criticità, anche dal punto di vista ambientale, e dove quindi è particolarmente significativo che prenda luogo il festival dell'economia ecologica».

Un aspetto, quello della collocazione territoriale della kermesse, che è stato sottolineato anche da Gianni Anselmi, sindaco di Piombino, che nella presentazione dell'iniziativa tenutasi oggi a Firenze ha sottolineato come «i temi posti dal festival, cioè quelli della responsabilità sociale, della complessità territoriale e dell'economia sostenibile, oltre ad avere a Piombino una giusta collocazione, aiutano la città ad allargare lo sguardo sul mondo e sul futuro». Per gli stakeholder politici, tecnici, sociali e istituzionali che promuovono la manifestazione, inoltre, essa «sarà un'importante occasione per cogliere nel tessuto di questo territorio alcuni ingredienti essenziali di riflessione: il tema del risanamento ambientale, delle infrastrutture, dell'innovazione industriale, delle tecnologie per le energie rinnovabili, della portualità e della nautica».

«Più che di "tema importante" - ha sostenuto l'assessore regionale all'Ambiente, Anna Rita Bramerini - parlerei della green economy, di questo "intreccio" tra economia e ambiente, come di un "tema strategico" per il futuro della Toscana. Il mio auspicio è che il prossimo Piano regionale di sviluppo (Prs) della Toscana metta al centro proprio questo intreccio ambiente-economia sotto tutte le accezioni possibili, in primo luogo le sue potenzialità come strumento di creazione di nuovo lavoro. Certo, se il Governo nazionale credesse davvero nella green economy, il lavoro nostro e della regione Toscana sarebbe più semplice». Anche per Bramerini riveste particolare significato la localizzazione territoriale della kermesse, cioè il fatto che essa avrà luogo in quel distretto piombinese in cui «la produzione e il lavoro dei decenni passati hanno lasciato segni importanti sul territorio, segni che oggi prendono il nome di "bonifiche ambientali". Ma è, quello di Piombino, anche un territorio dove si continua a produrre, oltre che un luogo in via di riqualificazione: ecco perché, anche a livello simbolico ma non solo, acquisisce particolare importanza il fatto che vi si tenga la manifestazione».

Una manifestazione incentrata sulla comprensione di un elemento fondamentale nell'ottica di una riconversione ecologica dell'economia, e cioè il fatto che «il capitale delle risorse naturali e il capitale prodotto dall'uomo sono complementari e non alternativi». E la comprensione di questo elemento «è una priorità per il mondo dell'impresa, per l'amministrazione pubblica e per quanti lavorano nel settore dei media». In altre parole, il punto centrale - come sostenuto recentemente anche dal direttore scientifico del Wwf Gianfranco Bologna nella sua prolusione per l'apertura del 59° anno di attività dell'Accademia di scienze forestali - è la comprensione della necessità di «conoscere la natura del valore», cioè di evolvere il concetto di "capitale", comprendendovi anche il capitale umano e quello naturale.

Ma secondo Bologna, ciò non è sufficiente al raggiungimento di una economia ecologica, poiché questo ambito di azione/riflessione deve essere accompagnato da quello relativo al «conoscere il valore della natura», cioè all'identificare e quantificare i servizi materiali e immateriali forniti dagli ecosistemi. E, anche se la questione non verte solo intorno alla quantificazione economica ma investe anche, come detto, i servizi immateriali resi disponibili dagli ecosistemi, comunque elemento determinante di questo secondo aspetto resta quello che l'assessore Bramerini ha definito come «il dare un "valore economico" alle risorse della natura», fattore definito «fondamentale», e dal quale occorre partire per rilanciare il «binomio economia-ambiente».

Ciò è necessario, secondo l'assessore, in primo luogo «perché altrimenti a pagare le conseguenze di un approccio sbagliato con l'ambiente saranno proprio l'economia e le generazioni future», e inoltre perché «la scommessa vera consiste nell'unire sviluppo e disponibilità di risorse facendo dell'ambiente il tema centrale delle nostre scelte pubbliche in tutti i campi», in quanto «non esiste attività economica che non abbia riflessi sull'ambiente», come testimoniano in primo luogo i problemi dello smog o dei rifiuti.

Temi, quelli discussi oggi, che oltre che di grande attualità sono di altrettanto ampia complessità: nei 3 giorni centrali del festival (da giovedì 3 a sabato 5, cioè) ne discuteranno, tra gli altri, Joan Martinez Alier dell'università di Barcellona, il teorico della "ecologia politica" Jean Paul Fitoussi dell'istituto di Studi politici di Parigi, il giornalista Federico Rampini, i presidenti regionali Rossi, Zaia e Vendola, oltre a svariati esponenti di spicco del dibattito sulla scienza, sul lavoro, sulla sostenibilità e sul perseguimento dell'economia ecologica, sia di scala regionale che nazionale.

Per maggiori informazioni e per il programma dettagliato consultare la url www.quantobastafestival.com .

 

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