[18/05/2010] News toscana

Piombino, l'impasse sulle bonifiche blocca anche lo sviluppo della green economy

GROSSETO- Il 13 maggio scorso si è svolta a Roma, presso il Ministero dell'Ambiente, una  conferenza di servizi in merito alle bonifiche di Piombino. Tema, questo, che nonostante l'urgenza è rimasto invece impigliato nelle pastoie che purtroppo hanno intralciato anche tutti gli altri interventi di bonifica previsti nei siti d'interesse nazionale (Sin).

Piombino, infatti, «non è un'eccezione, dato che le bonifiche non stanno andando avanti in gran parte d'Italia - ci ha detto Adriano Bruschi, del circolo Legambiente, intervenuto per l'associazione alla conferenza dei servizi- ma questo non può essere una alibi, a Piombino ci sono dei motivi in più».

Quali sono questi motivi in più?

«Paghiamo le conseguenze della gestione Mascazzini, direttore del ministero Ambiente che ha seguito le bonifiche e gli accordi di programma sottoscritti anche dalle amministrazioni locali. I progetti faraonici, "le svolte epocali" e i soldi promessi dal Ministro Matteoli, soldi solo virtuali».

In effetti le risorse inizialmente accantonate dall'ex ministro Prodi, per poter dare gambe al piano nazionale delle bonifiche in quei territori dove già fosse stato presentato un progetto di riqualificazione industriale, risorse bloccate al Cipe quando ormai il governo era decaduto, sono state prima assottigliate e poi, mano a mano, sottratte dall'attuale governo e il piano nazionale è rimasto fermo al palo.

E a che punto siamo adesso?

«Dopo aver partecipato alla conferenza di servizi mi sono fatto l'opinione che andando avanti così, le bonifiche a Piombino non si faranno mai, se non in aree ristrette e con tempi lunghissimi. Ma ho potuto costatare, purtroppo, che quest'opinione è largamente diffusa, almeno fra i partecipanti a quella conferenza, dove qualcuno ha anche commentato che "quando c'era Mascazzini, non si combinava niente uguale, ma almeno ci si divertiva!».

Qual è il principale ostacolo che fa sì che gli interventi non vadano avanti?

«Il problema sta nelle strategie sino ad ora adottate e nei progetti faraonici previsti, senza fare i conti con le poche risorse disponibili e con la scarsa volontà da parte delle aziende che avrebbero almeno potuto fare una proposta alternativa. Le palancolature volute da Mascazzini e previste nell'accordo di programma delle bonifiche, oltre cento milioni di euro di costo con una gestione annuale di decine di milioni, non potranno mai essere realizzate. Senza dimenticare che in gran parte sono inutili, se non addirittura dannose e che  nella zona portuale servono solo a realizzare le vasche di colmata, scambiando operazioni di bonifica con enormi contenitori che in realtà servirebbero solo a far arrivare rifiuti da qualche altra parte. Lo sviluppo del porto, a cui teniamo, non può essere il motivo di logiche sbagliate per le bonifiche».

Ma come si potrebbe smuovere la situazione?

«Credo che sia necessario aprire un dibattito pubblico e mettere in piedi un confronto serrato con le istituzioni e le aziende, sui motivi dell'impasse e su quale strada occorra percorrere per dare sbocco a questa situazione. Ma occorre anche indurre le aziende a vedere le bonifiche come investimento e non solo come dei costi.  Invece come abbiamo visto in conferenza di servizi le aziende cercano di rinviare la presentazione dei progetti, le analisi fatte risultano incomplete e comunque non si fa mistero che i motivi stiano anche nelle difficoltà economiche, la crisi che è ancora in atto e l'incertezza dei futuri assetti proprietari. Purtroppo è una situazione che penalizza anche altri progetti che sono previsti e che senza che le bonifiche vengano realizzate difficilmente potranno andare avanti. E' il caso dell'impianto fotovoltaico progettato su un'area di ex discariche della Lucchini, dove è necessario che venga prima completata la bonifica per poterlo realizzare. O l'impianto eolico previsto al confine della zona industriale. Sarà difficile che l'azienda che lo propone, che pure ha dichiarato grandi motivazioni nell'andare avanti, si accolli  i costi della bonifica o che debba realizzare un tratto di palancole per delimitare l'area dove dovrebbero essere montate le pale. Ma la sensazione che si ricava è che in quella conferenza di servizi neanche una delle cose all'ordine del giorno abbia fatto un passo  avanti».

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