[06/08/2009] News

Orti biologici tra cipolle e carrubba: quando l'informazione è tragicomica

LIVORNO. In Toscana quando due o più persone proprio non si capiscono durante una discussione, oppure qualcuno risponde fuori luogo a una precisa domanda si usa dire "Dove vai? Son cipolle". Il vecchio modo di dire ben si adatta al tragicomico botta e risposta tra un lettore sul Sole di Oggi e Salvatore Carrubba. Lo spunto è il noto flop dell'orto biologico della Casa Bianca, che serve alla lettrice per dare del furbo ad Al Gore che «sull'isteria ambientalista» ci si sarebbe arricchito perché «ha saputo cavalcare molto bene l'onda». Per giustificare il teorema apporta come argomenti «la stranezza» che questo fallimento («nonostante tutte le promesse in chiave bio»), «non sta avvenendo in una qualsiasi megalopoli cinese o a Città del Messico, dove l'aria da sempre è classificata come irrespirabile: avviene nel centro di Washington, una città che ha spazi verdi in abbondanza, in un'America che da tempo si è data una svolta ecologista».

Buon senso e corretta informazione sarebbe stata rispondere alla lettrice che il problema all'orto della Casa Bianca è dipeso dal fatto che una parte delle acque di scarico sarebbero state usate come fertilizzante ai tempi in cui gli inquilini erano i Clinton e queste acque conterrebbero un'elevata quantità di piombo che le renderebbe nocive. Si può certo ironizzare sulla cosa, una risata non fa male a nessuno anzi, ma si capisce bene così come nulla abbia a che fare con questo episodio l'aria di Washington! Che poi, andrebbe detto anche questo, è una delle città più inquinate del mondo in un Paese che forse ora con Obama ha fatto una svolta ecologista, dopo gli anni bui di Bush.  E invece come ha risposto Carrubba? Con una pacca sulle spalle degli ambientalisti la cui coscienza «è pur sempre servita a rafforzare e diffondere una maggiore sensibilità su questi tempi», ma soprattutto segnalando la ricerca della Food Standard Agency (Fsa) del governo britannico secondo la quale «il cibo biologico non è più sicuro di quello ‘industriale'» e che l'Agenzia francese di sicurezza degli alimenti ha sancito «l'innocuità del mais transgenico». Una risposta fatta con una serie di amenità ad una domanda che già ne conteneva a frotte, perché la Food Standard Agency non ha assolutamente parlato di sicurezza ma, come ha ribadito Dangour, a capo del team di ricercatori del Fsa «vi è una possibilità che il cibo bio abbia meno residui chimici, ma ciò non rientra nell'orizzonte del nostro studio. Noi abbiamo dimostrato che ci sono pochissime differenze nutrizionali tra organico e convenzionale», il che non è esattamente la stessa cosa del parlare in termini di "sicurezza". Per non dire che sull'innocuità del mais trangenico bisognerebbe capire di che cosa si sta parlando: nessuno ha mai detto che fa morire le persone o gli animali... Insomma ci sarebbe veramente da ridere se non ci fosse da piangere.

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