[12/05/2010] News toscana

Qualità dell’aria in provincia di Firenze: permangono le criticità per NO2, ozono e PM10

FIRENZE. Livelli di monossido di carbonio (CO) «ampiamente nei limiti», biossido di zolfo (SO2) che «non desta preoccupazione», benzene «stabilmente già inferiore al limite fissato per il 2010 nei siti di fondo e siti di medio volume di traffico». Ben diversa, invece, la situazione per quanto riguarda il biossido di azoto (NO2), il cui andamento «conferma una situazione critica, in particolare modo nell'Area omogenea fiorentina», e per l'ozono troposferico (O3), che «nonostante la tendenza al calo registrata già a partire dal 2008 dovuta in parte alle condizioni di instabilità meteo (..), continua a mostrare eccedenze nella ricorrenza di giorni con superamento della soglia fissata al 2010».

Per il Pm10, nonostante prosegua il «trend di riduzione avviato dal 2003», comunque «permangono all'interno dell'area omogenea situazioni di difformità riguardo alla media annuale e, soprattutto, riguardo alle frequenza di eccedenze giornaliere». Infine, per quanto riguarda gli inquinanti benzo[a]pirene e metalli (piombo, cadmio, nichel, arsenico) misurati «a titolo indicativo», emerge che i relativi livelli di concentrazione «si collocano ampiamente al di sotto dei valori limite e confermano i rispettivi trend di riduzione degli ultimi anni».

Sono questi alcuni tra i più significativi ambiti di analisi contenuti nel "Rapporto sulla qualità dell'aria 2009 in provincia di Firenze", pubblicato ieri da Arpat, che basa le sue valutazioni sul monitoraggio effettuato nelle 16 stazioni di rilevamento degli inquinanti sparse per il territorio provinciale.

Più in dettaglio, la situazione relativamente positiva per quanto attiene al CO (che vede anche un significativo trend di riduzione almeno fin dalla metà degli anni '90) è da attribuirsi al «rinnovo del parco circolante con la progressiva eliminazione della auto a benzina non catalizzate». In diminuizione anche il trend delle concentrazioni di SO2, nonostante «la lieve inversione di tendenza rispetto degli anni 2005-2006», che secondo Arpat «poteva essere dovuta alla riconversione di taluni impianti da gas naturale a olio combustibile pesante».

E veniamo alle sostanze (vedi immagine) il cui andamento desta invece preoccupazione: riguardo all'NO2, è da riportare una netta discrepanza tra i siti classificati "di fondo" (nei quali l'andamento delle concentrazioni di questo inquinante «conferma per il 2009 la tendenza alla diminuzione della media degli indicatori registrata negli ultimi due anni) e quelli prossimi a strade ad alto traffico, dove «presumibilmente a causa della maggiore incidenza dei veicoli diesel non si rileva più, ormai da alcuni anni, la tendenza al miglioramento che caratterizzava questo inquinante fino al 2001-2002». In generale, per il biossido di azoto, «la media annua appare consolidata poco al di sotto del valore limite al 2010 per la maggior parte dei siti di fondo e ben al di sopra di esso per i siti traffico». La situazione è comunque «meno critica» per quanto riguarda i siti esterni all'Area omogenea (che, ricordiamo, è composta dai territori comunali di Firenze, Calenzano, Campi Bisenzio, Scandicci e Signa).

Per l'ozono troposferico, si conferma la «criticità del quadro complessivo» nonostante «la forte riduzione di episodi acuti caratterizzati da elevati livelli orari registrati negli anni '90, presumibilmente connessa alla riduzione dei precursori in scala locale (es. idrocarburi da veicoli euro 0)». Ma è da sottolineare come il monitoraggio di questo inquinante sia significativamente influenzato dalle condizioni meteorologiche e in particolare dal perdurare o meno di fasi di stabilità atmosferica, elemento che pregiudica la qualità del giudizio riguardo sia al trend di concentrazione sia all'efficacia delle relative politiche di contrasto.

Per quanto attiene al pm10, è da riportare anzitutto che per alcuni ambiti territoriali la situazione in termini di giornate di sforamento dei limiti giornalieri è particolarmente critica: a questo proposito, sono da citare (dati Legambiente) gli 88 giorni di sforamento dei limiti di legge registrati nel 2009 presso la centralina di viale Gramsci a Firenze (che è quindi risultata al 16° posto nella graduatoria delle città più inquinate da particolato) e i 49 sforamenti registrati al 10 maggio 2010, elemento che pone il capoluogo toscano al 12° posto nelle città più inquinate, da questo punto di vista, per l'anno in corso, in una classifica che - sia per l'anno 2009 sia per i primi mesi del 2010 - è guidata da Napoli (centralina "Ente ferrovie"), con 156 sforamenti nel 2009 e 70, finora, quest'anno.

A livello provinciale, comunque, per il pm10 le criticità riportate in apertura «si riscontrano in prossimità di strade ad alto traffico e in aree residenziali ai margini dell'area metropolitana, dove si manifesta maggiore stabilità atmosferica nelle ore notturne, con conseguente accumulo di inquinanti». Comunque, sia per quanto riguarda le medie annuali sia per la frequenza di eccedenze giornaliere, «entrambi i valori limite appaiono rispettati nei comuni esterni all'area (Empoli, Montelupo Fiorentino, Greve in Chianti, Pontassieve, Incisa)»: così come per l'NO2, quindi, anche per il pm10 le maggiori criticità riscontrate in provincia insistono sull'area omogenea.

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