[11/05/2010] News

A Roma il Colosseo si sbriciola sotto l'azione degli inquinanti. E i polmoni dei cittadini pure

FIRENZE.  E' arrivata un'ulteriore conferma dai  tecnici della Soprintendenza archeologica di Roma: alcune componenti del Colosseo mutano da carbonato di calcio in solfato di calcio sotto l'effetto dell'inquinamento e l'antico monumento si sbriciola. Legambiente nel 2000, con la campagna Salvalarte monitorò la situazione dell'inquinamento dell'Anfiteatro Flavio, con risultati molto preoccupanti. Già allora il monumento più visitato in Italia era circondato dalle auto, un prestigioso spartitraffico, con le polveri che facevano registrare picchi di 170 microgrammi per metro cubo, il biossido di azoto che più volte superava i 100 microgrammi per metro cubo e il biossido di zolfo oltre 10 microgrammi per metro cubo.

Ma Legambiente non era ancora nata quando Giulio Carlo Argan, sindaco di Roma, nel 1978, coniò lo slogan "O i monumenti o le automobili". Problema "storico" quindi (non quanto il monumento ma quasi) che nel tempo non solo non ha trovato soluzione ma si è aggravato. «Il Colosseo è in pericolo, lo smog lo sta divorando lentamente ma inesorabilmente, non è il momento di discutere, ma di cacciare subito via le automobili dai Fori Imperiali -ha dichiarato Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio- La situazione è ancora peggiore di quanto sapevamo, lo smog assale il Colosseo e i monumenti producendo una reazione chimica a catena che ne sbriciola parti importanti, ormai i tecnici parlano di 'cancro della pietra' e di 'metastasi', sono parole che pesano come macigni su chiunque ha a cuore la nostra meravigliosa città. Da trent'anni si discute della pedonalizzazione- ha continuato Parlati- dal progetto di parco archeologico di Benevolo del 1988 al progetto Fori di Cederna. L'impegno di Argan prima e Petroselli poi portò all'eliminazione della via del Foro Romano, che divideva il Campidoglio dal Foro Repubblicano e l'unione del Colosseo all'Arco di Costantino, realizzando la continuità dell'area archeologica. E' il momento di ridare fiato a quelle meravigliose idee, Roma se lo merita» ha concluso il presidente di Legambiente Lazio.

Purtroppo la strada imboccata sembra portare da tutta altra parte sia a  Roma che in altre città. Infatti le auto nelle strade aumentano e la causa, secondo un'indagine dell'Associazione italiana ricostruttori pneumatici (Airp), è dovuta alle carenze strutturali del trasporto pubblico. Secondo lo studio in molti casi, vista la nuova conformazione del territorio urbano, con una forte espansione delle aree immediatamente fuori dalle città, l'uso della mobilità privata è diventato obbligatorio. Infatti all'estensione dei confini dei centri abitati spesso non è corrisposto un conseguente ampliamento delle infrastrutture e dei servizi di trasporto pubblico. La cura quindi per la salute dei nostri polmoni e dei monumenti delle città, è una sola: una bella iniezione di "ferro". Metropolitane, tramvie e nuovi treni, soluzioni intermodali che includano il car sharing e bike sharing, ed elettrificazione del servizio di trasporto pubblico nei centri storici. Insieme ovviamente all'utilizzo delle nuove tecnologie che possono evitare molti spostamenti.

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