[11/05/2010] News

Chi misura le emissioni di gas serra?

NAPOLI. L'esafluoruro di zolfo (SF6) è un isolante ignifugo usato nei sistemi elettrici che ha due caratteristiche non proprio desiderabili per chi intende contrastare i cambiamenti del clima: ogni molecola ha un "warning power", una capacità di assorbire calore, 24.000 volte superiore a quella di una molecola di anidride carbonica e, inoltre, ha un tempo di vita media in atmosfera di 3.200 anni. Per fortuna nel mondo se ne producono poche tonnellate e, dunque, poche molecole di SF6 salgono lassù nel cielo. Ma pur sempre il doppio di quanto dichiarato dai governi, sostiene Ingeborg Levin, un fisico dell'atmosfera dell'università di Heidelberg che ha spulciato con attenzione i dati dell'Emissions Database for Global Atmospheric Research approntato dall'Unione europea.

La discrepanza tra le emissioni reali e le emissioni dichiarate dai governi verificata per l'esafluoruro di zolfo potrebbe valere anche per altri gas serra, compresi i più importanti: a iniziare dall'anidride carbonica. Con due effetti negativi piuttosto importanti. Una di tipo scientifico: non sappiamo esattamente quali sono le fonti e quali sono i pozzi dei gas serra. E una lacuna di conoscenza a monte determina un deficit di capacità di intervento a valle. In altri termini, non possiamo fare politiche efficaci di prevenzione delle emissioni se non conosciamo con sufficiente esattezza la situazione.

Ma un altro effetto negativo è di tipo economico e politico. I paesi industrializzati che hanno sottoscritto il Protocollo di Kyoto si sono impegnati a tagli delle emissioni piuttosto precisi. E i futuri e più estesi negoziati richiederebbero impegni altrettanto precisi e molto più drastici, sia da parte dei paesi industrializzati che dei paesi a economia emergente. Ebbene, se non sappiamo esattamente qual è il bilancio delle emissioni serra di un paese, come facciamo a verificare se quel paese rispetta o meno gli impegni?

È per questo - per avere misure più precise sulle bilancio delle emissioni di gas serra - che sono stati messi in cantiere diversi progetti scientifici. Uno in Europa, si chiama Integrated Carbon Observation System (ICOS) e metterà in rete, entro il 2014, i dati di 50 stazioni di misura esistenti cui si aggiungeranno altre 20 stazioni da creare ex novo. Il costo complessivo del progetto è compreso tra 150 e 200 milioni di euro.

La Francia ha in mente di inviare nello spazio un satellite per lo studio dall'alto dei gas serra. In Giappone stanno già analizzando i dati di un satellite, il GOSAT, lanciato con il compito specifico di effettuare misure del ciclo dei gas serra dall'alto. La NASA, l'agenzia spaziale americana, nel 2013 cercherà di lanciare per la seconda volta l'Orbiting Carbon Observatory, dopo l'incidente del 2009. Intanto in California sta entrando in piena operatività un progetto di rilevamento, per così dire, dal basso: con stazioni a terra e aerei in volo, allo scopo di raggiungere la massima precisione possibile nel bilancio delle emissioni dello stato. Se funziona potrebbe diventare un modello da esportare.

L'attività scientifica è, dunque, alacre. Tuttavia - come rileva un recente editoriale della rivista scientifica Nature - ci sono molti altri aspetti, tecnici e insieme politici, da mettere a fuoco. Chi effettuerà le misure per redigere il bilancio delle emissioni degli altri paesi, soprattutto di quelli in via di sviluppo? Non sarebbe necessaria un'autorità indipendente, in modo da garantire tutti in una partita delicata ed economicamente molto impegnativa? E, infine, se entro il 2020, il 2030, il 2050 occorrerà che i singoli paesi raggiungano precisi obiettivi di abbattimento delle emissioni rispetto ai livelli del 1990 o anche del 2005 e persino del 2010, come saranno valutate le emissioni passati e presenti se ancora non esiste un sistema di misura efficace?

L'esempio del SF6 ci dice che non possiamo fidarci delle dichiarazioni dei singoli governi che, a prescindere dalla loro buona o cattiva fede, sono risultate così poco realistiche. Se vogliamo evitare contenziosi infiniti, dobbiamo creare subito un sistema di valutazione delle emissioni che garantisca tutti.

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