[10/05/2010] News toscana

Fotovoltaico, in assenza di linee guida nazionali, la finanza preferisce i pannelli a terra

FIRENZE. Le principali criticità inerenti allo sviluppo del fotovoltaico italiano? Secondo Federico Tosato, vicepresidente di Estcapital (gruppo che, attraverso la società di gestione del risparmio Paladium, gestisce il fondo immobiliare Realenergy, specializzato in investimenti in energie rinnovabili) esse vertono intorno ai «tempi della burocrazia e dell'allaccio alla rete», giudicati il vero problema del settore non tanto per la loro lentezza, ma in quanto «imprevedibili».

Per questo motivo, da ora in poi, gli investimenti inerenti al fondo Realenergy non riguarderanno più gli impianti fotovoltaici situati sui tetti o sulle coperture, ma quelli a terra. La notizia è stata riportata dal "Sole 24 ore" di sabato scorso, dove si spiega come una delle prime conseguenze della nuova linea strategica attuata dal gruppo riguardi il venir meno dell'accordo finanziario con il gruppo Maccaferri per la gestione, tra le altre cose, dell'impianto fotovoltaico situato sul tetto e sulle coperture-parcheggio della sede di Mugnano (provincia di Lucca) della Manifattura sigaro toscano.

L'impianto di Lucca, inaugurato nell'aprile 2009, conta 9384 pannelli fv montati sul tetto dell'azienda, per una superficie totale di 35.000 mq e una taglia di circa 1,8 Mwp, cui si aggiungono i 1.081 pannelli situati sulle coperture-parcheggio con una potenza installata di 216 Kwp: i circa 2,1 Mw di potenza totale installata forniscono una produzione annua di 2.390.000 kWh di elettricità, e consentono di evitare l'immissione in atmosfera di oltre 1.270 tonnellate di CO2/anno.

Dal settembre scorso, per la gestione finanziaria dell'impianto di Lucca, per quella relativa a varie altre installazioni energetiche sparse per la penisola gestite dal gruppo Maccaferri (la cui produzione svaria dai prodotti del tabacco alla metallurgia, dall'ingegneria civile a quella ambientale, dall'alimentare al settore energetico) e in generale per l'attuazione di investimenti in Fer, era stato attivato il fondo Realenergy, riservato ad investitori istituzionali e privati qualificati per un investimento minimo necessario di 250.000 euro. L'obiettivo, nelle intenzioni, era di giungere a regime ad una disponibilità complessiva di 200-250 milioni, patrimonio che avrebbe dovuto essere investito nell'acquisto di proprietà e diritti reali di immobili e terreni da destinare alla produzione di energia, fotovoltaico in primis (da situarsi - secondo le intenzioni iniziali - non esclusivamente, ma comunque in forte prevalenza, su coperture e non a terra).

Ma l'accordo col gruppo Maccaferri è saltato a causa, sostiene Tosato, delle «maggiori complicazioni che abbiamo riscontrato sul piano giuridico avendo a che fare con un proprietario dell'immobile rispetto ai più semplici impianti fotovoltaici a terra». E ciò, come detto, ha portato alla definizione di una nuova strategia per gli investimenti di Realenergy, che secondo il "Sole" è in uno stadio avanzato di negoziazione per l'acquisto e la realizzazione di un primo portafoglio di progetti per un ammontare complessivo di 9 Mw, localizzati in Puglia e Piemonte, e sta inoltre esaminando ulteriori proposte di investimenti ed accordi quadro per complessivi 21 Mw, cantierabili entro il 30 giugno 2010, localizzati anche in Molise e in Sicilia.

Gli ambiti di investimento che da adesso saranno prioritari, spiega Tosato, riguardano «impianti da 1 a 7-8 Mw, che richiedono superfici da 2-3 ettari», ma in conseguenza di ciò vengono ridimensionate le previsioni di investimenti in parchi fotovoltaici, che scendono dai 125 milioni di euro previsti per il 2010 ad un massimo di 110-120 milioni.

L'attuale fase di ridefinizione delle regole del Conto energia comporta la necessità di presentare i progetti entro l'anno: per questo, ha spiegato Tosato, Realenergy sta «valutando solo iniziative già autorizzate che siano a posto entro il prossimo ottobre, lasciandoci due mesi come margine di sicurezza» per evitare sorprese.

Ed è, quello della realizzazione di impianti fotovoltaici a terra (specie se su terreno agricolo, ma anche in senso generale), uno degli ambiti di sviluppo di Fer ritenuto più controverso, a causa della contraddizione contenuta in esso tra gli obiettivi di sviluppo dell'energia solare e quelli di contenimento del consumo di suolo o comunque di valorizzazione (anche paesaggistica) dei terreni agricoli o del suolo libero non urbanizzato. Un problema che è legato anche alla tuttora ridotta capacità di trasformazione energetica delle tecnologie fv attualmente disponibili (e quindi alle ampie superfici richieste per l'installazione dei pannelli), e che quindi dovrebbe diventare meno significativo con l'avanzare del progresso tecnologico. Ma comunque un problema che, se nei primi anni di "esplosione" del fotovoltaico italiano è stato (forse anche a ragione) parzialmente sottovalutato a causa della necessità di "spianare la strada" allo sviluppo di questa tecnologia, comincia adesso ad essere trattato in una più onnicomprensiva ottica di analisi costi-benefici ambientali: di conseguenza, è da sperare (e da attendersi) che la ventura redifinizione del Conto energia conterrà una definizione degli incentivi che, oltre che in direzione di una loro generale contrazione e di una maggiore snellezza burocratica come più volte annunciato, vada anche verso una sempre maggiore incentivazione alla messa in opera di impianti su coperture.

 

 

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