[07/05/2010] News

Anche agli svizzeri non piace il nucleare

LIVORNO. In Svizzera la "tranquillità nucleare" non è mai stata messa in discussione ed anche gli ultimi referendum sull'atomo hanno visto prevalere i sì, ma anche nella Confederazione Elvetica sembra che qualcosa stia cambiando e il movimento no-nuke è in crescita, tanto che Sortons du nucléaire/ MenschenStrom gegen atom ha deciso di organizzare per il 24 maggio la marcia antinucleare Aarau-Mülidorf-Olten.

«Le imprese elettriche vogliono costruire tre nuove centrali nucleari. Opponiamoci a questo!», dicono gli organizzatori, sostenuti da un foltissimo gruppo di una quarantina di organizzazioni svizzere di ogni tipo, ma anche  dal Partito cristiano-sociale, dal Partito socialista e dai Verdi. Alla marcia antinucleare parteciperanno anche associazioni francesi, tedesche ed austriache che non si sentono al sicuro con le vecchie e nuove centrali nucleari della piccola svizzera a due passi dai loro confini. Gli slogan della manifestazione sono tre: «Usciamo dal nucleare/fermiamo l'elettricità nucleare; No a nuove centrali nucleari; Promozione delle energie rinnovabili.

La manifestazione vuole essere allegra, pacifica ed aperta a tutte le generazioni «E' per questo che stiamo preparando un programma vario - dicono a Sortons du nucléaire/ MenschenStrom gegen atom - con musica ed attività per i bambini. Non vogliamo però dimenticare l'aspetto politico: a Mülidorf e ad Olten diverse persone presenteranno le nostre esigenze secondo dei punti di vista diversi». Il timore che da oltre-confine o dalle periferie di una grande città come Zurigo possano venire provocatori e violenti è evidente: gli antinucleari svizzeri ribadiscono: «Al fine di assicurare uno svolgimento pacifico della nostra azione, seguiremo una linea di condotta non-violenta, Verso tutte le persone che incontreremo adottiamo un comportamento aperto, franco e rispettoso. Non manifestiamo violenza, né fisica né verbale contro chiunque. Non causiamo danni materiali».

Gli ambientalisti svizzeri sono coscienti di muoversi in una situazione nella quale si comincia a ridiscutere politicamente la scelta nucleare e che anche se gli svizzeri non sono stati fino ad ora ostili all'atomo non vedono di buon occhio la realizzazione di nuove centrali nucleari. Ogni sbaglio, ogni atteggiamento percepito come violento nella pacifica Svizzera, rischierebbe di mettere a rischio la crescente simpatia per una Svizzera meno nucleare-dipendente. Tutti gli antinucleari della Federazione sono convinti che abbia ragione Jürg Buri, direttore della Fondation Suisse de l'énergie «E' assolutamente irresponsabile utilizzare una tecnologia che gioca alla roulette russa con il nostro avvenire».

Greenpeace , che ha aderito alla marcia del 24 maggio,  spiega che «La Svizzera subisce i rischi di 5 centrali nucleari: Beznau 1 e 2, Mühleberg, Gösgen e Leibstadt. Producono circa il 40% dell'elettricità prodotta in Svizzera, cioè 22 miliardi di  kWh. Le centrali nucleari Beznau 1+2 e di Mühleberg, presto superate, dovrebbero essere chiuse entro il 2020. Una nuova centrale nucleare non ha nessuna possibilità  tra la popolazione svizzera. Malgrado questo, la maggioranza di destra del Consiglio Federale ha già preso degli impegni con l'industria nucleare».

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