[06/05/2010] News

Stop alle nuove esplorazioni? La Shell pronta tra 2 settimane a trivellare l'Artico

LIVORNO. Sembra incredibile, ma mentre migliaia di barili di greggio continuano a sgorgare dai fondali del Golfo del Messico, le navi della Shell Oil stanno per partire per raggiungere entro due settimane North slope in Alaska, dove il primo luglio inizieranno le perforazioni esplorative ad alta profondità per cercare il petrolio sotto i fondalio dell'Artico..

Il Wwf Usa ha chiesto ieri all'amministrazione Obama di bloccare tutto: «Anche la piattaforma Deepwater Horizon stava facendo perforazioni esplorative nel Golfo prima dello scoppio catastrofico che ha ucciso 11 lavoratori e ora minaccia di devastare centinaia di miglia di zone costiere degli Stati Uniti. Il Minerals management service del dipartimento degli Interni americano sta attualmente valutando diverse proposte per una moratoria sulle nuove perforazione off-shore, ma questo non metterebbe nessun un freno alla perforazioni esplorative della Shell nel mese di luglio».

Il vicepresidente del Wwf Usa, Tom Dillon, spiega: «Stiamo chiedendo al presidente Obama e al segretario degli interni Salazar di dire che non ci saranno nuove trivellazioni nelle acque degli Stati Uniti fino a quando non capiremo cosa sia andato storto nel Golfo, e non saremo certi che non accadrà anche nell'Artico. Il Golfo del Messico ha tutte le tecnologie disponibili per far fronte ad una fuoriuscita di petrolio che ora minaccia di paralizzare la salute economica ed ecologica della regione del golfo.

In confronto, non esiste un piano adeguato, e ancora meno le attrezzature, per rispondere ad un incidente nell'Oceano Artico. Sarebbe pericolosamente irresponsabile consentire nuove perforazioni fino a quando non capiremo cosa sia andato storto nel golfo e non ci saranno misure di tutela per proteggere l'Artico».

Nel suo recente rapporto "Not So Fast: US Ill - Prepared for Arctic Offshore Development", il Wwf evidenzia che proporre la realizzazione di piattaforme petrolifere offshore in siti situati fino a 140 miglia al largo, in un'aria nota per le sue tempeste estreme, per i venti fortissimi e con i ghiacci marini in continuo spostamento, dove il buio e le temperature glaciali sono la norma per più di metà dell'anno, «Renderebbe difficile se non impossibile organizzare lo attività per dare una forte risposta in caso di fuoriuscita di petrolio, che potrebbe devastare un ecosistema che ospita una vasta gamma di animali selvatici tra cui trichechi, foche e orsi polari, e supporta i mezzi di sostentamento delle comunità native dell'Alaska».

William Eichbaum, vicepresidente del Wwf incaricato della politica marina e per l'Artico, spiega la cosa con un esempio: «Uno sversamento nel Golfo del Messico è un po' come avere un attacco cardiaco a New York City dove si conosce ogni risorsa per cercare di risolvere il problema. Un incidente nell'Artico è come avere un attacco di cuore al Polo Nord. A meno che non di presenti Babbo Natale, non potrai ricevere un qualsiasi aiuto molto presto».

Il Wwf fa notare che il greggio pesante dell'Artico è altamente tossico per gli ambienti marini e costieri e il suo impatto sulla fauna selvatica può persistere per decenni: «Si trovano ancora pozze di petrolio del disastro della Exxon Valdez del 1989. A meno che non venga contenuta presto e bene, la fuoriuscita golfo è in grado di superare la Exxon Valdez questa settimana in termini di quantità di petrolio».

Il Panda Usa è soprattutto preoccupato per la fauna: «Mentre il petrolio comincia a fluire nelle aree costiere della Louisiana, del Mississippi e dell'Alabama, centinaia di uccelli e di specie marine sono a rischio, durante quella che è un periodo di picco per gli uccelli migratori ed altri animali selvatici. La zona è un'area di svernamento o un punto di riposo vitale per quasi tre quarti degli uccelli acquatici dell'America, ed è una grande area di riproduzione per il tonno rosso occidentale minacciato di estinzione. La regione del Golfo fornisce anche circa la metà dei gamberi americani e il 40% cento della produzione nazionale di ostriche, e lo sversamento continuo sta mettendo ormai in grave crisi la pesca ed il turismo in un'area vastissima, che va dalla Louisiana alle isole Key West, tra la Florida e Cuba.

Lou Leonard, direttore o per la politica climatica del Wwf Usa, è convinto che il disastro petrolifero del Golfo del Messico sia non solo un severo monito sul fatto che le perforazioni offshore sono pericolose, ma dimostra anche che il petrolio non risponde ai bisogni energetico a lungo termine dell'America: «Lo sviluppo di progetti più costosi e pericolosi di perforazione offshore non ha senso per il nostro ambiente e la nostra economia. Oggi, abbiamo la tecnologia per passare ad opzioni più pulite per le nostre automobili e case. Ma perché ciò accada, dobbiamo passare ad una completa legislazione sul clima che metta un prezzo al carbonio e cominciare un percorso che ci porti lontano dagli sporchi e pericolosi combustibili fossili e verso soluzioni e posti di lavoro per l'energia pulita».

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