[03/05/2010] News

Golfo del Messico: i volontari al lavoro per fermare il petrolio

LIVORNO. Greenpeace Usa ha lanciato un appello ai volontari perché intervengano sulle coste minacciate dalla marea nera prodotta dall'incendio e dall'affondamento della piattaforma offshore della Bp nel Golfo del Messico: «Siamo tutti sconvolti e addolorati per la catastrofica marea nera nel Golfo - si legge in una nota dell'associazione ambientalista - Se siete abbastanza vicini per dare una mano a  mitigare l'impatto che questo disastro avrà sulla costa del Golfo e sulla fauna selvatica, c'è un numero verde per i volontari che è possibile chiamare: 1-866-448-5816. Questo numero funziona anche se si vuole segnalare un litorale imbrattato di petrolio. Un sito Web è stato creato per aiutare a gestire la risposta al disastro della Deepwater Horizon: www.deepwaterhorizonresponse.com. Su tale sito é anche possibile trovare i numeri per segnalare la fauna selvatica sporca di petrolio o discutere dei danni correlati allo sversamento di idrocarburi, oltre a trovare gli aggiornamenti sulla pulizia della Guardia Costiera».

Greenpeace segnala anche il sito  www.mobilebaykeeper.org che spiega  che secondo i consulenti che lavorano per la Bp, la cosa migliore da fare è quella di prepararsi all'arrivo della marea ripulendo le coste: «Meno immondizia e detriti ci sono sui litorali più sono facili da ripulire. Sappiamo che il tempo non sarà buono, ma se lo fosse potete accedere alla linea di costa che preferite oggi o domani, possiamo contribuire ad accelerare il processo di pulizia». I consigli ai volontari sono quelli di non rimuovere piante vive, ma solo rifiuti e che «Basta rimuovere eventuali rifiuti, conchiglie di grandi dimensioni, il legno alla deriva, ecc. I detriti (naturali) dovrebbe essere rimossi nella misura in cui le maree e delle onde possono raggiungerli».

La Bp intende utilizzare i volontari soprattutto per posizionare i "boom", le barriere galleggianti per circoscrivere le macchie di petrolio che si avvicinano alla costa e che sta inviando in grande quantità nelle aree dove ci sono le spiagge più frequentate e le zone umide. Il problema per il mare mosso. Che potrebbe rendere molto meno efficienti le barriere galleggianti.

Decine di km di bomm sono già utilizzati in mare aperto e la Bp si appresta a realizzare lunghissime barriere  a Port Sulphur e Venice (Louisiana); Pascagoula e Biloxi (Mississippi); Mobile (Albama);  Pensacola (Florida) dove sono già pronti migliaia di volontari e i materiali per cercare di proteggere il litorale. La Coast Guard Uasa sta organizzando i volontari, ma solo quelli che hanno ricevuto la formazione professionale necessaria richiesta da Osha ed Epa potranno intervenire direttamente sulle sostanze petrolifere.

Per affrontare il previsto impatto sulla ricchissima fauna selvatica,la  Bp ha fatto un accordo con la Tri-State Bird and Rescue, un'associazione che lavora con volontari formati e certificati, per contribuire a recuperare e ripulire dal greggio gli uccelli che vivono sulla costa e quelli marini. C'è anche un numero verde per segnalare gli uccelli in difficoltà al quale le persone sono invitate a telefonare, senza tentare di aiutare gli animali feriti o imbrattati di petrolio, in attesa che arrivino i volontari specializzati.

Mentre si preparano a reggere l'urto di una catastrofe annunciata, gli ambientalisti non mollano lo presa sulla politica e sulle multinazionali. Sierra Club torna a chiedere ad Obama di ripristinare la moratoria sulle perforazioni off-shore ed un aggressivo piano energetico anti-petrolio e carbone. Michael Brune, il direttore della più grande associazione ambientalista Usa, ha detto: «Purtroppo, stiamo assistendo ad uno dei peggiori disastri ambientali della storia americana. Ringraziamo le migliaia di americani che stanno lavorando duramente per rispondere al disastro. Ma sappiamo che nonostante i nostri sforzi, avremo a che fare per i decenni a venire con gli impatti dell'impianto di perforazione della Bp. Il governo federale deve continuare a utilizzare tutte le risorse disponibili per rispondere a questa crisi. Ma abbiamo bisogno di più. Abbiamo bisogno di garanzie che ciò non accada di nuovo. Abbiamo bisogno di ripristinare la moratoria federale sulla trivellazione al largo delle coste più fragili dell'America, immediatamente. Poi abbiamo necessità di avviare un piano aggressivo per liberarci dallo sporco petrolio nei prossimi due decenni. Questo è un punto di svolta per l'America. Per troppo tempo le sporche industrie del petrolio e del carbone hanno avuto una stretta mortale sulla nostra economia, la nostra salute, e il nostro ambiente. Migliori misure di sicurezza e una migliore regolamentazione federale potevano impedire questo disastro. Ma anche i migliori dei regolamenti non sono un modo intrinsecamente sicuro per prevenire un'altra e più grande fuoriuscita di petrolio. Non sono una risposta al rapporto sbilanciato tra l'industria del petrolio e la sicurezza del manifatturiero americano. Bp e le altre compagnie petrolifere stanno rastrellando miliardi di dollari in profitti e  ostacolano le iniziative per l'energia pulita che potrebbero creare migliaia di buoni posti di lavoro verdi per gli americani. Ora siamo tutti in difficoltà ad affrontare le conseguenze della disattenzione dell'industria petrolifera. Gli industriali petroliferi utilizzano  i nostri oceani come leva per i suoi profitti, e poi ci permettono di ripulire il i loro casino. Ci lasciano setacciare le spiagge in cerca di volatili impiastrati di petrolio. Ci permettono di preoccuparsi della piccola pesca costiera e delle imprese che ora sono completamente spente. Ci permettono di occuparci di cosa combinano le loro sostanze inquinanti alla nostra acqua potabile ed alla nostra salute. Siamo stanchi della nostra industria petrolifera che inquina l'aria e l'acqua e chiediamo di percorrere la strada del lavoro nell'energia pulita. Quando è troppo è troppo!».

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