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La Bp pronta a pagare per il disastro della Horizon Deepwater

LIVORNO. Ieri a Venice, in Louisiana, il presidente Usa Barack Obama, di fronte al «disastro ambientale massiccio e forse senza precedenti», che sarebbe stato per lui ed i democratici una catastrofe  politica  se l'opposizione repubblicana non fosse così dichiaratamente amica delle "Big Oil" e nemica di ogni vincolo ambientale, ha detto che i responsabili dovranno pagare. E i colpevoli hanno un nome ed un cognome: «La piattaforma appartiene alla compagnia British Petroleum (Bp), che è responsabile di questa catastrofe e dovrà pagare per questo. La marea nera potrebbe danneggiare la vita di migliaia di americani.  Il governo federale farà tutto il possibile per evitare la crisi. Non risparmieremo gli sforzi per ripulire tutti i danni causati. Occorrerà del tempo per fermare la fuga di petrolio e ripulire la costa». E il tempo è proprio l'elemento cruciale, visto che Obama è stato criticato per la lentezza della risposta a questa crisi.

La Bp oggi risponde ad Obama assumendosi la responsabilità della fuoriuscita di petrolio dalla Deepwater Horizon: «Ripuliremo. BP ha stabilito un robusto procedimento per gestire i danni risultanti dall'incidente della Deepwater Horizon - si legge in un comunicato della multinazionale - Bp pagherà tutte le spese necessarie e appropriate per la pulizia delle coste. Bp si impegna a pagare le istanze legittime e oggettivamente verificabili delle perdite e dei danni causati dalla fuoriuscita, queste possono includere richieste di valutazione, mitigazione e risanamento del petrolio sversato, i danni reali e alle proprietà causati dal petrolio, lesioni personali causate dalla fuoriuscita, le perdite commerciali, compresa la perdita di guadagni/profitti e altre perdite,come previsto dalle leggi e dai regolamentari applicabili».

La Bp ha istituito una Claims Line per il disastro della Deepwater Horizon, un numero verde per chiedere i risarcimenti per i danni provocati dalla marea nera, al quale si può telefonare 24 ore al giorno, 7 giorni alla settimana e assicura che «Il personale della Claims Line fornirà ad ognuno che chiama  le informazioni su come presentare un reclamo. Ogni richiesta verrà assegnato a un "aduste" e la richiesta verrà prontamente analizzata e valutata. Le richieste più grandi e complesse potranno richiedere ulteriori indagini e documentazione prima della valutazione e della risoluzione. BP pagherà prontamente i reclami risolti».

In un'altra nota la BP spiega cos'è Il Subsea Oil Recovery System (nella ricostruzione grafica) che utilizzerà nel tentativo disperato di tamponare la gigantesca falla che la sua "supersicura" piattaforma offshore ha aperto nei fondali del Golfo del Messico: «E' una grande struttura che può essere collocato sopra la principale fonte delle perdite nel Deepwater Transocean Horizon Rig. Il sistema è progettato per raccogliere gli idrocarburi dal pozzo e pomparli in una petroliera in superficie, dove verranno stoccati in modo sicuro e spediti a terra. Tempo permettendo, la messa in opera del sistema è prevista entro i prossimi sei - otto giorni». 
Il Subsea Oil Recovery System  è composto da una struttura di 125 tonnellate, (14 'x 24' x 40 ') che verrà fissata sopra la principale fonte dello sversamento che si trova a circa 600 piedi dalla testata del pozzo. Le apparecchiature della parte superiore del sistema saranno collegate ad una tubazione di 5.000 piedi che convoglierà gli idrocarburi dalla cupola subacquea fino in superficie, sulla petroliera-raffineria Deepwater Enterprise, qui il petrolio verrà separato dall'acqua e dal gas e stoccato provvisoriamente prima di essere scaricato e inviato a un terminal petrolifero a terra. La Deepwater Enterprise è in grado di produrre 15.000  barili di petrolio al giorno e di stoccare 139.000 barili. Accanto avrà una chiatta con una capacità di immagazzinamento di 137.000 barili di petrolio. Secondo la Bp «Questo sistema potrebbe raccogliere fino all'85% del petrolio dal fondo marino. Questa è la prima volta che tale sistema sarà utilizzato in acque così profonde». Quindi continuerà a fuoriuscire in mare almeno il 15% del greggio e ci si affiderà ad una sperimentazione in acque profonde.

La stessa multinazionale petrolifera ammette che «Per sviluppare il  sistema, BP ha individuato velocemente le strutture esistenti, che in precedenza erano state utilizzate come "cassaforte" e dighe negli sforzi per recuperare le acque superficiali dopo l'uragano Katrina. Dopo la catastrofe, queste strutture erano state installate nei pozzi danneggiati per permettere ai subacquei di ripararli. Gli ingegneri BP hanno lavorato a stretto contatto con l'impresa  Wild Well Controls, Inc. per convertire queste strutture per l'utilizzo in acque profonde».

Il Subsea Oil Recovery System è in corso di realizzazione in Louisiana e appena pronto  verrà trasportato sulla Deepwater Enterprise, una volta sul posto, il sistema verrà calato sul fondale marino e un Rov controllerà l'installazione e completerà i collegamenti alla tubo sulla testata del pozzo. tubo).  A causa del peso della struttura e del fondale fangoso, al i lati della struttura sono stati aggiunti dei "mud flaps" (paraspruzzi) che dovrebbero consentire un miglior posizionamento del  Subsea Oil Recovery System  e un miglior contenimento dello sversamento di idrocarburi.

La Bp è in gravissime difficoltà e pronta a tutto pur di non perdere definitivamente la faccia (e di farla perdere alle sue consorelle petrolifere). La National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa) ha chiuso  le pesca per almeno 10 giorni nelle acque federali interessate dal disastro: «Essenzialmente tra le acque dello Stato della Louisiane allo sbocco del fiume Mississippi e le acque al largo di Pensacola della Florida» e sta lavorando a stretto contatto con la Food and Drug Administration  Usa, gli Stati coinvolti e le organizzazioni dei pescatori per assicurare che i frutti di mare non siano contaminati.

La rabbia dei pescatori è palpabile e la Bp sta cercando di arginarla proponendo il programma "Vessel of Opportunity" che prevede di utilizzare i pescherecci di tutta la costa del Golfo per le attività di pulizia, il trasporto di rifornimenti, il salvataggio della fauna selvatica, e per il posizionamento di barriere e panne assorbenti. La British Petroleum assicura di aver già formato, insieme alla Guard Coast Usa, più di 1.000 persone per trainare e movimentare le panne e di aver organizzato task force di 25 imbarcazioni ognuna che possono intervenire rapidamente in luoghi lungo la costa Più di 500 imbarcazioni locali avrebbero già aderito al programma e verrebbero pagate dalla Bp.

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